ARABELLA
Arabella era entrata nella sua nuova casa accolta come una regina. Il sor Tognino non badò a spendere perché gli sposi avessero un bell'appartamento
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parlare... ma Arabella, socchiudendo gli occhi, cercava di cacciare questi pensieri come si caccia lontano una tentazione. A che pro' indagare l'origine
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Si scosse al rumore di un passo. Essa con voce rinfrancata e autorevole gli disse: "Andiamo, non abbiamo molto tempo". E lo precedette, camminando
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. Sperò di trovare il signor Tognino al caffè Martini in piazza della Scala, dove convengono la sera gli uomini d'affari a consultare gli ultimi
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Gli affari, gli intrighi, il bisogno di preparare una difesa e forse, più d'ogni altro motivo, la vergogna di ricomparire innanzi a sua nuora senza
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passare tanta era la folla. Dei parenti non ne mancava uno, così dei Ratta come dei Maccagno, oltre i parenti dei parenti, gli amici, i curiosi
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Arabella promise alla Colomba che si sarebbe lasciata vedere più tardi e andò a fare una visita allo zio Borrola per chiedergli un consiglio. Gli zii
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era in punto di morte e desiderava parlargli. "Parlare a me? in punto di morte? il sor Tognino?" Non volle credere, finché non gli fu mostrato un
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don Giosuè persuasero gli animi più irritati a deporre davanti a un cataletto i vecchi rancori e a sperare in un amichevole aggiustamento, del quale fu
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antico tabarro fin oltre gli orecchi, voltasse le spalle all'uscio, e cacciasse la testa tutta quanta nel vano del caminetto. Per non irrigidire nella
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sonno. E non da ieri, ma da un pezzo, se cercava indietro, era cominciata questa sua palpitazione, che gli ultimi avvenimenti, la rabbia e lo
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canticchiando di stizza, venne verso la portineria, alzò gli occhi, che arrestò con curiosità su questi altri due occhi freddi che la guardavano. E quasi
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"Che c'è? una disgrazia?" chiese al giovine. "Sì, una disgrazia, una terribile disgrazia" esclamò Ferruccio, aprendo le braccia e socchiudendo gli
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Lorenzo in teatro in compagnia di Olimpia? "La vipera!" Non gli usciva altra parola dall'ugola soffocata da una emozione e da una rabbia, che gli mordeva il
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dondolante su due gambe storte, che una vestaglia verdognola non riusciva a nascondere agli occhi di Dio (che scruta le reni e i cuori), gli domandò
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zoccoli, gli sgabelli, le scarpuccie dei bimbi seminate dappertutto, che nessuno pensava di raccattare o almeno di portar via. Era il sistema della casa
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che gli ombreggiava la faccia, un poco per l'andatura floscia e legata con cui entrò nella stanza. Mentre si aspettava un uragano di rimproveri, vide
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lago, non si sente più di viaggiare. Occorreva ch'egli facesse una corsa a questa villa, di cui da un poco gli parlava il Botola, posta in una
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Aveva detto bene la Colomba: "Gli uomini fanno i cattivi affari e poi tocca alle donne d'aggiustarli!". Che lo spirito d'interesse e l'abitudine di
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, senti…" "È tua moglie?" domandò, andandogli fin sotto gli occhi colle mani. "Senti, dunque." "È tua moglie?" ripeté con un tono, con uno sguardo che non
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irragionevole e sempre spettinata. La casa, gli allattamenti, il piccolo stipendio, i crucci e la tribolazione delle serve non riuscivano a toglierle la voglia di
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..." domandò la Colomba senza levar gli occhi d'addosso al figliuolo. "Come un cane; non mi ha lasciato parlare." "E la signora Arabella?" "Io mi butto nel
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Il mese di maggio venne avanti col suo bel verde. Una serie di giornate calde e ventilate aiutò la campagna a fiorire. Gli alberi erano già folti, i
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. Indecisa, se tornare indietro o se rifugiarsi nella baracca, parendole che il tempo fosse sicuro e che gli uomini la guardassero con sfacciata
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suocero ha precipitato gli avvenimenti e rende utili e necessarie delle risoluzioni che prima mi parevano assurde. Non vi può essere che del bene in
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fiorellini celesti, preludio di primavera, roba che una volta era di gran moda anche tra gli eleganti. Per la circostanza si era preso con sé anche un paio
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, che prima non sapeva spiegare, una fiaccola che, se non rischiara tutti gli angoli di un brutto sotterraneo, è abbastanza per mostrare l'orrore del sito
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disgrazie. Il signor Paolino, nel primo entusiasmo della luna di miele, si lasciò prendere dalla febbre del fabbricare. La vecchia cascina non gli pareva più
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in Verziere della gente che non ha paura delle guardie..." La donna, sbarrando gli occhi pieni di quarantotto, pareva un cagnaccio in atto di
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sor Tognino, capitali che non fu più in grado di restituire. Il matrimonio, pare, accomodò molti interessi" "Ho capito. Sempre così. Gli uomini fanno
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" cominciò la Colomba, mettendosi a sedere senza tirar le braccia dai grossi fagotti, che appoggiò sui ginocchi "e mi ha detto che il suo principale gli ha
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parlare o pensare. Il signor Tognino socchiuse un istante gli occhi. Arabella stava seduta davanti al tavolino da lavoro, sotto la finestra, nella luce
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luce livida del petrolio fece parere ancor più livido il disgraziato, che da sei o sette giorni non s'era toccata la barba. Ferruccio gli sedette vicino
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Arabella stette in letto, cioè fino ai primi di febbraio, non gli dispiacque di ricuperare la libertà dei movimenti, che il matrimonio, la soggezione
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… Ho bisogno di sollevarmi il cuore. Tu mi compatisci, non è vero? Ecco, mi sento già meglio" soggiunse, asciugandosi gli occhi e accostando la sedia al