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". Al funerale accorsero quasi tutti i parenti e le persone che avevano avuto col defunto qualche rapporto di buona o cattiva amicizia. Don Felice e
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paterna e un senso d'obbligazione morale gli avevano tolta. Gli dispiacque il brutto caso, che papà Tognino raccontò e spiegò alla sua maniera: cercò di
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a rotoli, dall'abitudine che avevano tutti di comandare, nessuno di obbedire. Naldo, il fratellino di Arabella, un ragazzo sugli undici anni, vivo
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di rimorso di non saper restituire nulla a sua madre e al suo benefattore, in pagamento del bene che le avevano fatto, col darle una buona educazione e
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alcuni gardiens de la paix avevano battuto e maltrattato un caro suo cagnolino terrier , mentre l'imperatrice Eugenia passava in carrozza sulla piazza
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spavento, non avevano fatto che incrudelire. L'uomo non era più l'uomo di prima fin dal giorno che s'era parlato di dar moglie a Lorenzo, e che, andando
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cane rabbioso. Avevano disonorata una famiglia, maltrattato, quasi ammazzato un giovine onesto. Ferruccio, ferito da un tremendo colpo alla testa, dopo
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avevano sempre in giuoco qualche loro misterioso interesse: e poiché Lorenzo pareva proprio disposto a prender moglie, il vecchio sarebbe stato contento
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un angelo fatto prigioniero. Pensò a mettere in ordine la stanza, sbarazzandola dei centomila attrezzi, che il disordine e la malavoglia avevano
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carità, ma a sollievo eziandio di molti e bisognosi parenti che ne avevano ugual diritto. "Ma il sommo diritto bene spesso si riduce a ingiuria, a
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tristezza del giovine, e dimenticò per un istante, quasi affascinata dalla sua stessa malinconia, le circostanze che lo avevano condotto a implorare
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feste di Natale venne a raccomandare la povera Stella. Incontratisi, avevano rinnovata la conoscenza. Parlarono di vivi e di morti o per meglio dire
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elettrica alla notizia che sua nuora gli preparava un erede. I preti e gli avvocati non gli avevano ancora giocato dei tiri birboni, e gli affari da
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ineducato coi forti, né superbo coi deboli. I Boffa e una confraternita di poveri straccioni avevano combinato di entrare nell'azione comune, pagando la loro
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arrischiate avevano preso col tempo una forte tinta di tabacco. Le buttò via con schifo. Essa non poteva essere gelosa di questo passato, per quanto
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strappare di bocca a suo padre una confessione. Perché l'avevano denunciato? chi? il signor Tognino? "Bisogna dire che n'abbiate fatta una ben grossa se
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sonati, né le ciprie del palcoscenico avevano potuto cancellare dalla sua faccia larga e matronale di Norma. Il cavaliere suo marito, glorioso avanzo
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trovarle dappertutto sessanta lire." Questi discorsi avevano luogo in un basso ammezzato che serviva di anticamera allo studio del sor Tognino. Una larga
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sera tarda e le mille parole che in tre minuti la veneta pronunciò sulla soglia dell'uscio, l'avevano messa sossopra. Non poté dormire la notte e già si
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. Quei due uomini avevano dell'odio negli occhi e nel cuore... "Tu metti tuo padre alla porta..." riprese a dire finalmente con voce sconnessa e indebolita
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vivere sempre rinchiusa avevano non solo educata la coscienza, ma ingentiliti anche i lineamenti della ragazza, che dal suo guanciale sorrideva
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avevano spopolato i campi. Credette di sentirsi meglio, quando fu sola e che le parve d'essere abbandonata. Se avesse ceduto alla tentazione del cuore
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piangere ed essa gli aveva posta una delle sue manine d'angelo addosso. Queste immagini avevano la forza di eccitar l'entusiasmo della sventura. Non
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idee che urtano in una contraddizione. L'avvocato, don Giosuè, i Borrola, i Ratta, e gli altri tutti, che avevano un interesse nella causa contro un
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disgraziato de' suoi fratelli, un ragazzo di poco spirito, un buon giovine cristiano, che la corruzione e lo scetticismo non avevano ancora corrotto
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non avevano che avvicinate le gelosie per lasciar corso all'aria, e ora la neve, portata dentro da quel demonio di vento, fioccava quasi addosso al
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che le fiamme del caminetto avevano divorato insieme alla malizia dei preti e degli avvocati. "Sgòlati, crepa! Una carta abbruciata non c'è Dio che la
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gettò, arretrandosi, scosse Arabella dalla fascinazione in cui l'avevano condotta gli occhi grandi e immobili della civetta. Si svegliò di soprassalto