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cane rabbioso. Avevano disonorata una famiglia, maltrattato, quasi ammazzato un giovine onesto. Ferruccio, ferito da un tremendo colpo alla testa, dopo
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questi complimenti pronunciati in modo da non dar scandalo, coll'intonazione quasi sorridente che usano gli amanti in collera, arrivati alla porta, i due
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onore alla povera signora Carolina. Il signor Tognino, per mettere un argine ai pitocchi veri e falsi, che accorrono ai grossi morti come i mosconi
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rimunerarla d'essere tornata in casa. I benefici fatti alla famiglia Botta dal defunto (benefici che Lorenzo irritato poteva trasformare in altrettanti
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attraverso alla città; talché, quando scese le scale, eran quasi le quattro. Passò di nuovo in mezzo alla gente col passo rotto di chi non sa dove va
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, fregandosi in fretta i ginocchi, brontolò in fondo alla gola: "Basta, finirà anche questa". Nella stanza vicina, dove malamente ardeva una candeluccia
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Arabella promise alla Colomba che si sarebbe lasciata vedere più tardi e andò a fare una visita allo zio Borrola per chiedergli un consiglio. Gli zii
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ridere e di voler bene alla vita, che natura le aveva dato abbondante, sana e pacifica. Maria Arundelli aveva seguito con interesse il matrimonio
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. Capitato per caso Ferruccio, il portinaio lo lasciò di guardia alla porta, si spazzolò le spalle, infilò una giacca, applicò tre o quattro buffetti
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Ferruccio di chiudere l'uscio e le finestre. Mentre il ragazzo obbediva, alla zia Colomba non riusciva d'accendere lo zolfanello sulla pietra del camino. La
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tutti. "Vi prego di non guardare al disordine e alla polvere di questa mia povera casa; io sono uno straccivendolo e si sa... Tu, Lorenzo, siediti qua
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delirio una voce fioca, che ragionava di sotto al tumulto delle altre voci, come se la rimproverasse di non aver saputo proseguire fino alla fine
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alla porta. Arabella, suo malgrado, aprì l'uscio forse per andarsene, venne fuori, e si trovò in mezzo tra suo marito e la donna. Lorenzo trasalì. Fu
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ritrovati dopo molti anni, lui più povero, lei più disgraziata. In mezzo alla gente che aveva congiurato a' suoi danni, anche tra quelli che le volevano
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ventitré anni costretta a letto da una paralisi alle gambe e alla spina dorsale. Abitava un cascinale poco distante dalla Colorina, cara alla sua
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bambina alla scuola delle monache, quando veniva in casa sua in Carrobbio a portare il pane e il latte della colazione. Ma la signora, che non poneva
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buona signora dagli oltraggi della gente, rapirla, fuggire con lei in un paese lontano, al di là dei mari, contrastarla alla violenza e all'egoismo, come
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Un modesto cartello sulla porta della chiesa raccomandò alla misericordia di Dio l'anima d'un uomo "morto beneficando nell'ancor verde età di anni 63
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scialle e raccomandata Nunziadina a Ferruccio, scese le scale, ripetendo: "Sentiremo." "Alla Questura!" ordinò Arabella al cocchiere che aspettava
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alla vergogna d'un processo, e l'idea di un'anima in pena, che espiava il suo male forse senza speranza di perdono, aveva ancora la forza dopo cinque
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nemico e che forse era interessato anche per la parte sua a vincere, andava suggerendo al cliente di non lasciarsi cogliere alla sprovvista, ma di
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primi tempi alla forza delle abitudini. Dove il figliuolo per ignoranza o per materialità mancava di spirito e di delicatezza, suppliva il babbo con una
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, che non guarda in faccia a nessuno, né al grasso né al magro, né al povero, né al ricco, né al lupo, né alla pecora, né al cristiano, né all'ebreo. È la
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vino, disse alla Nunziadina: "Recitiamo il rosario, perché la Madonna addolorata abbia pietà dei nostri dolori". Tirò di tasca la corona, memoria della
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aggravi di coscienza. Che razza d'uomo è questo vostro principale? Io non l'ho visto che alla sfuggita e mi ha la figura di una faina. È vero che ha fatto i
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via pubblica, arredato di pochi e vecchi mobili pieni di carte e di cartaccie alla rinfusa. In questa stanza il principale era solito ricevere i
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dimenticata sui ferri. La buttò via. Sentì il pianto salire fino alla gola, ma con un crudele sforzo lo respinse e ricompose l'animo a una tranquilla e
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godere della sua agiatezza, acconciarsi, come scriveva don Felice, alla sua parte di complice inerte e soddisfatta dell'ingiustizia, continuando a godere
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d'oro, pareva ancor più disordinata del solito coi suoi sacchi ammonticchiati alla parete, colle sedie scompagnate che perdevano la paglia, cogli
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la natura primitiva che la vinse sulle ragioni dell'interesse? Fu una seduzione misteriosa, a cui il vecchio spirito dell'affarista cedette alla
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faccione grasso di frate sbarbato?" Ferruccio, alzando un dito davanti alla bocca l'avvertì di parlar pianino. Il sor Tognino poteva entrare da un momento
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. Costui, oltre al puntiglio suo personale e alla voglia di tormentare un intrigante che l'aveva messo pulitamente alla porta, provava un gusto, per dir
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me o contro di me…" Olimpia chiamò la servetta e fece accompagnare alla porta il signor Lorenzo Maccagno, che se ne venne via come un cane scottato
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gesto a sedere. Ferruccio, con voce contristata e riscaldata dal dolore, cominciò a raccontare il suo caso, senza mai alzare gli occhi in viso alla
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e che procurava di consolarla, di rassicurarla, di fornirle delle spiegazioni. Curvo, rannuvolato in una oscura commozione, in cui alla pietà