Quando si incominciò a spargere il seme socialista, le classi colte accolsero in sul principio il movimento con simpatia. Più tardi, di fronte al carattere internazionale dello stesso, il socialismo fu combattuto come antipatriottico e antinazionale. Ora noi vogliamo mostrare che la taccia è una calunnia, interessandoci della questione universitaria la quale non è questione di classe, ma dell’intera nazione. Del resto noi la mettiamo anche tra le questioni economiche. La nostra iniziativa suona anche protesta contro il monopolio intellettuale, e contro le restrizioni della libertà d’insegnamento. Nelle scuole popolari si insegna il catechismo e la storia sacra; solo all’università si insegna liberamente la scienza, e di questa ha bisogno anche il proletariato. Solo allora sarà possibile la vera civiltà. Quando il proletariato organizzato sarà arrivato alla vittoria decisiva, troverà fra le istituzioni che devono restare, anche l’università. Noi facciamo anche questione di solidarietà, perché anche i professori, i medici, ecc. sono lavoratori. Infine l’università servirà per combattere la reazione, poiché dogma e scienza non possono andare d’accordo. Faccio voti che la scienza nella ventura università sia scienza popolare e non officiale e che fra l’ortodossia in economia politica si imponga il marxismo. — L’oratore fa poi la storia della lotta universitaria negli ultimi tempi, rileva la concordia dei partiti e la slealtà degli avversari. Prelegge quindi all’assemblea un ordine del giorno. Dopo il Gerin parla lo stud. Liebmann a nome degli studenti italiani. Ringrazia gli operai per il loro interessamento, dimostrato anche in genere dal partito in Innsbruck. Rileva il metodo falso degli slavi per il conseguimento dei loro desideri, che, in quanto a principio, noi non contestiamo. Respinge e dimostra false le insinuazioni del prof. Waldner e della Ostdeutsche Rundscaau. Lo studente Zuccali, come socialista, porta un saluto speciale agli operai organizzati, in nome degli studenti socialisti. Lo stud. Degasperi domanda la parola per una dichiarazione. Porta anch’egli un saluto speciale che fra gli operai socialisti arrecherà forse meraviglia. Porta il saluto degli studenti clericali. Tra i due partiti, fra i due indirizzi sociali esiste un immenso divario, un abisso! I suoi consenzienti non possono essere naturalmente d’accordo con molte idee espresse dal Gerin né in riguardo religioso, né in riguardo politico. Ma benché non prescindano né gli uni né gli altri dai propri principi, qui non è il luogo di discuterli. Oggi si afferma un postulato comune di nazionalità e di civiltà. Oggi gli operai si sono dichiarati per questo postulato anzitutto in nome della cultura e della giustizia e per questo li saluta. Si augura che all’Università superiore in Trieste segua subito un nuovo incremento dell’educazione fra le masse, poiché l’estensione della cultura non deve nuocere a nessun partito, e la verità non ha nulla a temere. Dopo che diversi oratori, operai e studenti, ebbero discusso l’ordine del giorno Gerin, esso venne accettato con una modificazione proposta da Zuccali. L’ordine del giorno dei lavoratori italiani in Vienna protesta contro «una delle più grandi infamie sociali», il monopolio della cultura, saluta lo risvegliarsi della gioventù studiosa, afferma l’unione degli operai per ottenere una Università italiana, assicura agli studenti l’appoggio degli stessi, e mentre pur riconoscendo a tutte le nazionalità pari diritti, protesta contro ogni tentativo di procrastinazione e contro la delazione politica operata nella lotta degli slavi.
Di qui l'ordine delle trasformazioni meccaniche dell'industria moderna: — prima le accolsero le industrie minerarie e manifattrici,massimamente le tessili e innanzi a tutte il re cotone; — dippoi le industrie locomotrici, navigazione e ferrovie; — infine limitatamente l'agricoltura, l'arti domestiche e le estetiche.Tuttavia in queste ultime notevoli progressi: — ed è già abbastanza ricca la suppellettile stromentale delle aziende agrarie (fino all'aratro a vapore); si superò nella macchina da cucire l'ardua complicanza delle operazioni dell'ago a mano; — e le riproduzioni meccaniche (e chimiche) di incisioni, fotografie, di medaglie coniate, fanno concorrenza alla libera mano dell'artista.
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