È desiderabile, è giusto che al bambino e al fanciullo non si impongano, abusando dell'autorità che la maggiore esperienza della vita e l'ufficio ci danno su di essi, vincoli ed impacci alla loro libertà spirituale futura, alla piena sincerità della loro vita interiore ed esterna. Ma la religione cristiana è, come abbiamo veduto, o deve essere appunto l'educazione dell'uomo alla piena consapevolezza e quindi al pieno dominio di sé e dei suoi atti; l'educazione cristiana, se ispirata a un giusto e vero concetto del cristianesimo, è dunque educazione alla libertà ed alla personalità piena. Solo dando al cristianesimo un significato e un valore quasi di superstizione e di convenzione umana, solo confondendolo con posizioni storiche in cui la libertà individuale fu, in misura più o meno grande, per condizioni inevitabili dei tempi o per colpa d'uomini, minacciata da una religione politica o da una politica giuseppina e autocratica, solo pensando che il cattolicismo possa essere effetto od oggetto di una coercizione esteriore e violenta si può ancora insistere in simili prevenzioni contro il battesimo dei bambini; uso che noi crediamo anzi, per le ragioni suindicate e per l'esempio perenne ed universale della società cristiana, esprimere quasi più pienamente che il battesimo degli adulti la posizione vera del nuovo cristiano nella società e innanzi al suo Dio.
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