Noi non conosciamo i modi di circolazione di questo divino essere nelle anime, né sappiamo come esso penetri in noi e come, dalla stessa fonte divina, ma non senza la partecipazione di coscienze finite, esso passi dagli uni agli altri, e da questi si ritiri ed in altri abbondi; sono fatti spirituali che avvengono nel nostro essere spirituale ma a profondità tali che il poco lume della nostra consapevolezza non vi giunge: e noi dobbiamo contentarci di affermare queste correnti misteriose che percorrono in tutti i sensi l'oceano delle anime, che giungono talora alla superficie della nostra coscienza e, anche rimanendo nel profondo, ci trasmettono vita movimento e calore; più e meno, anzi, noi dobbiamo contentarci di vivere questa feconda intimità spirituale che ci unisce ai santi ed a Dio, di essere in comunione di pensieri e di affetti con i nostri cari defunti, con le anime vicine a Dio, con i fratelli cristiani viventi; di educarci a sentire in noi i mali le aspirazioni le gioie degli altri, a soffrire chiedere sperare per gli altri, a farci solidali almeno nell'affetto con tutti quelli che cercano il bene ed oppositori di tutti coloro che vogliono e fanno il ma{{278}}le; a vivere, in una parola, non la sola terrena povera vita dei nostri interessi privati, ma la vita di una più vasta famiglia, della Chiesa, la vita di tutti coloro che vivono e si muovono con noi in Dio, a vivere di carità, la quale è, non sola disposizione nostra verso gli altri, ma rapporto vivo e operoso con essi.
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