. — Dei nuovi investiti, la nobiltà per oziosi piaceri aristocratici della caccia (favorita da leggi di Giacomo I e Carlo II) sottrasse così gran parte del territorio (in Iscozia 800.000 ettari) alla coltura come alla foresta, per abbandonarlo a branchi vaganti di cervi e selvaggina (Robertson in Marsh). La borghesia (la «gentry») estendendo sconfinatamente la pastorizia per la lana, coll'invasione dei greggi devastò vieppiù la superficie boschiva. — Infine col crescere nel sec. XVII-XVIII dei prezzi del legname per lo sviluppo del naviglio inglese (dopo Cromwell) e per i grandi forni delle industrie metallurgiche (scarso essendo l'uso del carbon fossile), si tagliarono in massa i resti delle foreste, congiungendo queste cause locali distruttive con quelle generali del periodo contemporaneo.
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Difatti il mercante è tratto per le operazioni in grande, che esigono disciplina ed anche per cupidigia di lucro, a deprimere l'artigiano autonomo per ridurlo a salariato nella propria officina e forse ad abbandonarlo per volgersi, ad operai isolati e
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