Siccome non possiamo far nascere eletti fiori, moltiplicarli ed abbellirne il suolo con ogni maniera di coltura, cosi non è possibile di svolgere nell'altrui animo la stima e l'affezione verso di noi con ogni sorta di mezzi. La pulitezza non è dunque un cerimoniale di convenzione, come più scrittori opinarono; i suoi precetti non si attingono da'capricci variabili dell'uso e della moda, ma da' sentimenti del cuore umano, i quali a tutti i tempi e a tutti i luoghi appartengono. Di tale proposizione salta agli occhi la verità, allorchè si pongono al vaglio i motivi per cui alcuni atti ottengono lode di puliti, ed altri come impuliti son condannati. Anche il contadino, a modo d'esempio, s'affretta a raccorre una moneta od altra cosa che vi è fuggita di mano; egli si abbassa, onde togliere a voi l'incomodo d'abbassarvi: ci è qui un risparmio di pena nell'esecuzione d'un desiderio; e questo risparmio non è figlio di stabilita convenzione, ma dell'indole delle nostre facoltà. Allorchè, al teatro, quelli che si trovano nelle file posteriori gridano a quelli delle anteriori, levatevi il cappello, lo fanno forse per convenzione? No certo. Il desiderio di partecipare al comune spettacolo è ragionevole e legittimo, come ragionevole e legittimo si è il principio che il piacere della maggior parte non debb'essere distrutto dalla minore, nè dimezzato. Nel codice della pulitezza v'ha certamente alcune pratiche arbitrarie e convenzionali, come ve n'ha ne'codici civili; ma la massima parte dei precetti a risparmiare sensazioni incomode o memorie afflittive, e produrre idea lusinghiere o piaceri morali, è diretta. Si può riguardare come convenzionale, a cagion d'esempio, l'uso europeo che, per torre di mezzo le dispute, guarentisce il diritto di restar sul marciapiede a chi ha la destra verso il muro; giacchè quasi con uguale ragione si poteva lo stesso diritto alla sinistra guarentire. Ma questa convenzione alla legge del comodo e dell'incomodo va soggetta. Infatti camminando voi a cavallo con persona più meritevole parimenti a cavallo, la convenzione vuole che le lasciate la destra e siate qualche passo indietro. Nel caso però che la strada fosse alquanto sdrucciola o sassosa a destra, voi dovreste cambiar luogo; e se il vento cacciasse contra il vostro compagno la polve sollevata dal vostro cavallo, voi, in vece di stare indietro, dovreste procedere avanti. Per la stessa ragione sarete il primo a tentare il guado d'un fiume e a passarlo, sì per servire di guida al compagno, e si per non aspergerlo d'acqua o di fango. Si vede spesso la convenzione cedere al comodo negli stessi usi che da'carrettieri, cocchieri, postiglioni si osservano. Infatti una vettura, per esempio, la quale stia aspettando d'essere caricata o scaricata, benchè abbia il muro alla sua sinistra, costringe quelle che vanno o che vengono a scostarsi dalla loro linea, e talvolta a retrocedere; giacchè se ella dovesse moversi, a misura che un'altra sopraggiunge, si renderebbe talvolta il carico e lo scarico impossibile. Se si riduce la pulitezza a pratiche arbitrarie e convenzionali, più inconvenienti ne emergono: 1.° La pulitezza perde qualche grado di pregio; 2.° Riesce più difficile ad appaiarsi e ritenersi; 3.° Sorgono dubbi in ogni nuova combinazione di cose; 4.° Mancano le norme per giudicare gli usi e le consuetudini. Per le cose dette è chiaro che la pulitezza, considerata nel suo scopo e ne'suoi mezzi, non differisce dalla morale, fuorchè nella gradazione. Chi, per esempio, dà un bicchiere di vino a persona assetata, eseguisce un atto di misericordia; chi dà la chiave del suo palchetto a chi brama d'assistere ad una rappresentazione teatrale, eseguisce un atto di pulitezza. Nell'un caso e nell'altro v'è cessazione d'un dolore o soddisfacimento d'un bisogno; ed è questo dolor cessato che costituisce il principal merito dell'azione. Nel 1.°caso v'è un dolore più forte; men forte nel 2.°: ma il più e il meno non cambiano la specie. Voi che mi negate 20 lire di cui mi siete debitore, venite accusato d'ingiustizia, perchè mi private de'piaceri che colle 20 lire potrei procacciarmi. Voi scrivete senza motivo ragionevole cinque ponderose lettere ad un povero uomo , e lo costringete a pagare 4 lire per ciascuna, sicchè il danno ch'egli ne sente sale in tutto a lire venti; ciascuno vi taccerà d' indiscrezione, d'inurbanità, non già per convenzione, ma pel danno suddetto che nell'uno caso e nell'altro è uguale; anzi suoi essere maggiore nel secondo, giacchè il dispiacere di sborsare, in parità di circostanze, è maggiore del dispiacere di non ricevere. Le virtù vincono in grandezza e, per cosi dire, in peso la pulitezza; ma questa vince quelle nella frequenza de'suoi atti. Non è possibile nè a tutti nè sempre d'essere generosi; ma è possibile a tutti e sempre d'essere puliti. L'occasione d'esercitare modi gentili si rinnova parecchie volte alla giornata, sicchè la frequenza all'importanza supplisce. In somma la pulitezza è il fiore della morale, la grazia che l'abbellisce, il colore che amabile la rende ed amena. Fa d'uopo confessare che la pulitezza non sempre si presenta abbracciata alla morale; e l'uomo più pulito non è sempre il più morigerato. Il popolo chinese è il popolo più cerimonioso, e nel tempo stesso il più falso tra quanti vivono sulla terra; e, senza andare alla China, ciascuno giornalmente s'avvede che con gentilissimi complimenti sanno titillare l'altrui amor proprio anco gli scroccatori di professione. Quindi un illustre scrittore italiano dice: « Altro infine non è » la pulitezza che l'arte d'ingannare sè medesimi » coll'apparente sacrifizio della propria all'altrui » volontà, talchè non è raro che gli uomini » più puliti siano i più perfidi. Alle quali lagnanze si può andare incontro colle seguenti considerazioni: 1.° Una bella pittura può sussistere sopra un muro fracido, sdruscito, cadente: questa combinazione di cose scema forse il pregio generale della pittura? Le monete false, che non di rado sulla piazza appariscono, distruggon forse l'utilità e la necessità delle monete legittime? Perché la vipera s'asconde talvolta fra l'erbe e i fiori, cessiamo noi di pregiare i fiori e l'erbe? Spogliandoci de' modi gentili, e l'apparenza assumendo o la realtà della rozzezza, ci allontaniamo noi dalla perfidia? Un vizio divien forse manco nocivo, a misura che con maggiore sfacciataggine ed impudenza si mostra? 2.° Parecchi de'nostri sentimenti, se compariscono alla luce, offendono gli astanti, o ci fanno scopo all'altrui motteggio: l'arte che c'insegna a velarli non sarà ella un'arte stimabilissima? Infatti molti litigi che dividono le famiglie, molti odii che covano nell'animo i cittadini, la maggior parte de'duelii che alla giornata succedono, da un detto offensivo, da un atto impulito, da una semplice mala grazia traggono non di rado origine.
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Il fiore è una delle opere della creazione che attira per prima l' occhio del bambino, appena s' apre all' osservazione, e per i vivaci colori di cui s' adorna e per la varietà delle sue specie : ingentilisce i trastulli dell' infanzia : seduce l' adolescenza e la giovinezza perchè fornisce ad esse un ornamento e un aiuto per l'amore: rallegra l'età matura che ama abbellirne il luogo del lavoro e del riposo; consola la vecchiaia che spesso consacra alla coltivazione dei fiori, le sue ultime energie. I felici ricercano i fiori, espressione vivente del sorriso e della festa; gli addolorati vi si affezionano perchè li riguardano come interpreti del loro sentimento di fedeltà e di tristezza, quando li depongono sulle tombe o sugli altari, e nel loro profumo emanante nella solitudine sentono una pietosa carezza. Molte acerbe disperazioni si sono mitigate con l'amore e la coltivazione dei fiori, occupazione austera e dolce permessa alla monaca e al recluso : consigliata a chi esce da una malattia fisica e da una malattia morale. Gli psichiatri convengono tanto, anzi, nell' effetto benefico di questi nostri fratelli vegetali, che circondano di giardini le case di cura, gli ospizi, i tristi asili della follia. Si possono prediligere i fiori con maggiore o minore intensità, ma nessuno li disama, neppure l' anima più rozza e più colpevole, a meno che non si tratti d' anomalia. Preferire un fiore a tutti gli altri e coltivarlo e adornarsene più specialmente, è indizio d' intellettualità delicata, ed io vorrei che tutte le donne gentili avessero questa poetica originalità da cui l' indole, in certo modo, si rivela. Giacchè una donna orgogliosa non saprebbe, mi pare, prediligere la violetta o la margherita: nè una donna sensibile una camelia: o una donna appassionata un fiore senza profumo. Così non vorrei mai vedere la stanza dove una o più signore passano la maggior parte della giornata, sia pure il più modesto salotto, senza qualche fiore in un vasetto : poichè donna e fiore si somigliano tanto che quasi si compenetrano, si completano ; ed oserei dire che l'una non è perfetta senza l'altro. Anche sulla mensa domestica un mazzetto dei fiori che dà la stagione non dovrebbe mai mancare, simbolo di gentilezza e di poesia : amuleto contro le volgarità. Quando poi in una famiglia si trovano delle fanciulle la cura dei fiori spetta ad esse per diritto e per dovere : se vi sono bimbi, le madri dovranno insegnar loro per tempo a rispettarli, giacchè la cura dei fiori non è solo indizio di animo gentile ma di civiltà. Ma non tutti, massime nelle grandi città, possiedono un giardino, per quanto modesto, per quanto minuscolo: anzi questi privilegiati sono rari. Vi sono le terrazze e i terrazzini, però, che una signora ingegnosa ed alacre può benissimo trasformare in un recesso verde e odoroso. Non è cosa difficile, basterà soltanto regolarsi un poco secondo la posizione, se più o meno soleggiata ed esposta, si potrà coprite la terrazza di un pergolato elegante di piante rampicanti adatte : come per esempio: la Cottea che s' innalza molto e produce bellissimi fiori azzurri: le Cappuccine, dai lunghi tralci e dai vivi fiori gialli; i Fagioli di Spagna di grande effetto : i fragili e ridenti Convolvoli : le Clematiti e i Gelsomini da spalliera. Se il terrazzo è abbastanza vasto perchè sia possibile collocarvi qualche vaso pieno di terra, si potranno coltivare garofani, vaniglia, gerani, reseda, fucsie, viole, ciclamini. I grandi e capaci portafiori non sono più di moda ora, per i salotti. Le signore di buon gusto preferiscono le anforine snelle dalle forme capricciose, che non contengono che un fiore solo di rarissima specie : oppure due o tre piccoli vasi graziosi riuniti insieme. Così i trionfi da tavola s' usano bassissimi ; qualche volta si distribuiscono sulla mensa molti portafiori di ceramica, piccoli e larghi, od anche si cosparge la tovaglia di fiori recisi. Si adoperano pure, ora, dalle signore eleganti che hanno la fortuna di possederne, piccoli recipienti antichi, purchè siano belli e rari, come caffettiere d'argento, fiaschette, vetri di Murano, piccoli boccali. Una signora potrà ornarsi del suo fiore preferito o ricevendo, o recandosi alla passeggiata o a qualche ritrovo serale ; ma non esageri nella quantità. Se non è più molto giovine, meglio tenere i fiori fra le mani. Le signorine possono ornarne il manicotto, l' ombrellino chiuso. I fiori in testa per i balli e i teatri non si portano che con le toilettes di gala e non si addicono che alle giovanissime.
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