BENE E POICHÈ NON È MIA ABITUDINE SCONTENTARE NESSUNO... FATE LARGO, SEÑORES!...
LE TUE ABITUDINE SONO RIMASTE SCONVOLTE! MEGLIO TORNARE ALLA BASE! DEI BUONI DOTTORI TI CURERANNO!
NON È MIA ABITUDINE ENTRARE NELLE CASE DEGLI ALTRI, MA QUESTO RICHIAMO È IRRESISTIBILE!
Ma il passato e le attuali abitudine della teste danno però alla deposizione un valore molto trascurabile.
Questione di abitudine. La Tessero fu la protagonista gloriosa di tutti i miei drammi, e per lei non serbo soltanto ammirazione, ma anche gratitudine. Temo, a dir la verità, che gli anni siano passati anche per lei, come sono passati per tante altre attrici, e, pur troppo, anche per me. Non l'ho udita da qualche tempo. Ma ho letto che a Roma in questi giorni essa ha rinnovato i suoi trionfi giovanili....
Secondo la saggia abitudine invalsa in questi ultimi anni, non c'è alcun dubbio o incertezza sulla formazione azzurra considerata titolare. Bearzot l'ha addirittura già annunciata. È quella che fu impiegata a Torino contro il Portogallo, con la sola variante del ritorno di Capello al posto temporaneamente affidato al granata Pecci in quella occasione. E cioè: Zoff; Tardelli, Rocca; Benetti, Bellugi, Facchetti; Causio, Antognoni, Graziani, Capello, Pulici. Si suppone che qualche cambio venga fatto nell'arco assai breve del torneo; e forse anche nel corso di ogni partita, dal momento che il regolamento generosamente permette quattro sostituzioni.
Sentiamo anche l'arbitro: «Una bella partita, abbastanza corretta; se gli italiani non avessero la pessima abitudine di gesticolare sempre, sarebbe anche più semplice. Il risultato mi sembra giusto».
«Ma noi - egli aggiunge - non potevamo lasciar continuare questa abitudine in un paese che sta rinascendo. Il Governo ora caduto aveva fatto troppe economie sul bilancio dell'esercito, mentre l'esercito rappresenta il fulcro del paese. Pilsudski disse un giorno che la forza senza giustizia è contro la legge divina e umana, la giustizia senza forza è senza senso».
Ci vuole una certa abitudine per usarlo convenientemente.
La discussione al Consiglio nazionale, in un'atmosfera insolita per le compassate abitudine elvetiche, era iniziata con manifestazioni in aula da parte di donne ecologiste in luttuosi abiti neri che dalle tribune hanno gettato garofani bianchi sui parlamentari, srotolato striscioni, gridato slogan antiatomici. Ne era nata una gazzarra con colluttazioni tra manifestanti ed uscieri e con insulti e minacce tra deputati di opposte fazioni. Il presidente aveva perciò dovuto sospendere la seduta per una quindicina di minuti, per dar tempo agli animi di calmarsi.
Dai discorsi che faceva con altri amici, comunque, appariva chiaro che Carlo non aveva mai potuto perdonare a Montale la sua abitudine di ironizzare su "amici" e nemici assenti, anche se non mi risulta che anche lui ne sia stato vittima. Certo qualcosa del genere deve essere successo, perché Montale si divertiva spesso a criticare questo o quello, anche con una certa asprezza, come appare chiaro nelle lettere che scrisse a Carlo. Indubbiamente era un grande poeta, ma come uomo non era simpatico o, per lo meno, a me non riuscì simpatico. Lo incontrai con Carlo, per caso, nel 1945, a Firenze, in casa di Luigi Russo. Mi colpì la grande considerazione in cui era tenuto, ma i lunghi silenzi in cui si chiudeva, con grande imbarazzo di tutti i presenti, mi lasciarono sconcertata».
Il pubblico non li legge che per l' abitudine presa.