Per bocca del suo ambasciatore a Roma, Abdel Ati al Obeidi, la Libia ha chiesto a fine luglio all'Italia mezzi per rimpatriare i molti clandestini che si imbarcano sulle sue coste nel tentativo di raggiungere illegalmente la Sicilia. II Viminale ha espresso «viva soddisfazione» per le dichiarazioni rese dalle autorità libiche. «Questa presa di posizione - dice una nota del ministero degli Interni - consolida la collaborazione tra Italia e Libia ».
Se Ali Hassan, direttore del settore antichità egiziane, dichiara senza ombra di dubbio che «la decisione di sospendere gli scavi non è mia, ma di una commissione di esperti», di parere contrario è il suo predecessore, Abdel Halim Nureldine, che nel '95 sostenne l'annuncio dell'archeologa. «Non abbiamo ancora certezza che si tratti della tomba di Alessandro Magno - spiega Nureldine, che polemizza con il suo successore - ma sicuramente Liana ha trovato tracce di un monumento molto importante e bisognerebbe darle la possibilità di continuare gli scavi per sapere se la sua ipotesi è fondata o no». L'archeologa greca denuncia il rischio che i resti trovati nella località di Al Maraki siano danneggiati in modo irreparabile dalle acque sotterranee che stanno invadendo le fondamenta e dalle intemperie e che siano saccheggiati da tombaroli.
Il premier libico Abdel Salam Jalloud è impegnato da tre giorni in una autentica maratona diplomatica tra Beirut, Damasco e Bagdad. Secondo fonti arabe, l'inviato di Gheddafi ha fatto pressioni sul presidente siriano Assad per convincerlo a non venire a patti con l'Egitto e con i suoi sostenitori del «fronte moderato», un gesto, ha detto, che sarebbe controproducente per la causa nazionalista araba.
Tralascio i ricordi d'altri tempi, come la presa della Smala (accampamento) e la sommissione di Abdel Kader; ebbene comparire davanti al Sovrano estero in altro costume, mi parrebbe mancare di rispetto al glorioso uniforme, alle tradizioni lasciateci dagli avi.