Con frequenza anche maggiore, accade che una società, destinata ad essere incorporata dalla propria controllante, detenga azioni proprie in portafoglio. In entrambi i casi, si pongono complessi problemi interpretativi, risolvibili con una corretta applicazione delle norme dettate dal codice civile in tema di azioni proprie.
Accade, per esempio, nel caso della legge Finanziaria per il 2001: dove viene sancito il principio che il patrimonio cooperativo, accumulato in esenzione d'imposta, non può essere trasferito fuori dal movimento cooperativo con il trucco della fusione con altri tipi d'impresa. Un'affermazione importante, che ribadisce fra l'altro il ruolo sostanziale dei fondi di promozione per caratterizzare la peculiarità della proprietà cooperativa.
E come spesso accade quando il legislatore tributario è costretto a mutuare termini e concetti da altre discipline, non sempre è agevole assegnare alle parole usate lo stesso significato nei diversi ambiti in cui compaiono.
Il cammino della transazione appare quindi tutt'altro che facile, tra difficoltà e appesantimenti burocratici, anche per l'obiettiva contiguità di problematiche delicate, quali quelle delle procedure concorsuali e della indisponibilità del credito tributario; quest'ultima, in particolare, a differenza di quanto accade per gli accordi nelle fasi di accertamento, condiziona pesantemente l'individuazione di criteri utili a giustificare la rinuncia parziale alle somme da riscuotere.
L'A. conclude rilevando come l'interpretazione della normativa nazionale - al pari di ciò che accade in altri settori dell'ordinamento - debba essere condotta nell'osservanza dei principi del diritto privato europeo (di armonizzazione, tutela del mercato e della concorrenza, di interpretazione del diritto): principi che a tutt'oggi concorrono a creare un ordinamento autonomo, idoneo a influenzare in maniera decisiva il diritto nazionale, anche rinnovando le categorie concettuali o rivisitandone le regole di funzionamento.
Riemerge, con un'importante sentenza della Corte costituzionale, la rilevanza della nozione di rapporto tributario definito, o esaurito; nozione che non può ancorarsi, nel caso della legge interpretativa al pari di quanto accade per le sentenze della Corte costituzionale, alla casuale circostanza dell'avvenuto pagamento, ma deve riguardo alla complessiva situazione di immodificabilità che si verifica intorno al meccanismo di un prelievo.
Ciò accade, per esempio, nell'ipotesi in cui le azioni risultino costituite in pegno presso un terzo, dato che in tal caso la disciplina del diritto di voto registra numerose variabili ed impone quindi riscontri concreti che possono talvolta risultare difficili o addirittura impossibili.
Il tema, che rientra nel più vasto capitolo della validità della cosiddetta "conoscenza di sfondo" che indirizza lo svolgimento delle indagini, viene trattato ponendo l'accento sulla necessità che tale acquisizione avvenga, alla stregua di ciò che accade in ogni attività medico-forense, nel rispetto di una metodologia condivisa che garantisce la "corroborazione" o "falsificazione" delle argomentazioni tecniche.
Muovendo dalla sentenza in epigrafe, l'A. ripercorre brevemente le tappe dell'evoluzione giurisprudenziale che ha contrassegnato il trattamento processuale delle obbligazioni solidali tributarie, sino ad oggi ricondotte al novero delle fattispecie suscettibili di dar luogo a litisconsorzio facoltativo, analogamente a quanto accade per le obbligazioni solidali di cui alla disciplina civilistica. L'arresto delle Sezioni Unite, qui commentato, non può che destare perplessità nella parte in cui, al contrario, impone il necessario consorzio di lite tra condebitori di imposta, in base ad una nuova esegesi dell'art. 14 d.lg. 546/92.
Tale situazione non pregiudica però, secondo la Suprema Corte, l'incapace, poiché - come diretta applicazione del principio di uguaglianza costituzionalmente sancito - deve ritenersi sospesa la prescrizione dei diritti dell'incapace e quindi del diritto di accettare l'eredità, finché duri lo stato di conflitto di interessi tra questi ed il suo rappresentante, analogamente a quanto accade se l'incapace è del tutto privo di rappresentante.
In ogni caso, come spesso accade nell'ipotesi di normazione attraverso clausole generali, c'è il rischio che si apra un notevole contenzioso in materia.
Ergo, la nullità del contratto per difetto di causa può costituire una reazione rispetto a situazioni patologiche incidenti sul piano civilistico, mentre sul piano fiscale le norme idonee ad osteggiare le operazioni elusive sono incentrate sulla inopponibilità (quanto all'art. 37-bis del d.p.r. 600/1973) oppure, come accade per le disposizioni antielusive specifiche, sulla indeducibilità di talune componenti o, più in generale sul restringimento di alcune posizioni soggettive.
Accade spesso che tra i rapporti di una società in liquidazione figurino debiti condizionati o contestati. Prendendo spunto da tale ipotesi, l'A. analizza i poteri dei liquidatori di società di capitali nella distribuzione dell'attivo, così come disciplinati dai decreti di riforma del diritto societario, sia con riferimento alla distribuzione di acconti di liquidazione sia rispetto alla chiusura della liquidazione e al riparto finale. Nel contemperamento degli interessi tendenzialmente configgenti dei soci e dei creditori sociali, la legge affida oggi ai liquidatori una più ampia discrezionalità, alla quale corrisponde un articolato regime di responsabilità.
La risposta della Corte è stata affermativa: nel caso in cui i single vengano ammessi ad adottare, come accade in Francia, le autorità non possono indagare esclusivamente sull'orientamento sessuale dei richiedenti ma valutare complessivamente la loro personalità.
In ordine a questa prova, è tuttavia necessario che il contribuente non sia incorso in "culpa in eligendo", ossia che il terzo cui si è rivolto per attuare il pagamento del tributo sia ragionevolmente affidabile, come accade nel caso in cui questi sia un professionista qualificato.
L'accertamento del nesso eziologico e del carattere colposo della condotta si esaurisce così in un mero giudizio di normalità-eccezionalità rispetto all'area di rischio caratterizzante l'attività lavorativa; in questo perimetro vige il principio del "versari in re illecita" che, anziché presentarsi "mascherato" come sovente accade, indossa qui il più elegante abito della pregnanza dell'interesse protetto e della posizione di garanzia caratterizzante il datore di lavoro.
Cosa accade dunque del profilo fiscale del trust e dei suoi attori laddove, dalla fattispecie iniziale del non -residente, si passa a quella di residente? Ed in particolare, esiste una differenza tra il beneficiario neo-residente "ordinario" e quello che ottiene la "tassazione forfetaria"?
Il pregiudizio morale, invece, non riguarda la sofferenza naturalistica, ma la dignità della persona offesa, come accade quando (e solo quando) la condotta lesiva sia particolarmente oltraggiosa. Non appare appropriato confondere sofferenza empirica e lesione della dignità della persona. Esistono, in linea di principio, sofferenza non oltraggiose, ed oltraggi non accompagnati da sofferenza.
L'oggetto economico delle imposte emerge in modo inevitabilmente estemporaneo e confusionario nei comportamenti di istituzioni lasciate sostanzialmente sole, senza strumenti convincenti per interpretare quello che accade loro intorno. È il destino della giurisprudenza sull'antieconomicità, spesso dispersiva, sensata nelle conclusioni, ma disorientante nelle motivazioni, e che spazia dalla mancata registrazione dei ricavi, alla documentazione dei costi, all'inerenza, sfiorando l'elusione e il merito dei comportamenti aziendali.
Non accade spesso, però, che le parole siano processate in qualità di arma di genocidio. E' stata questa l'accusa portata contro i dirigenti della Radio Télévision Libre des Milles Collines e della rivista Kangura del pubblico ministero del Tribunale Internazionale Penale per il Ruanda (TPIR) nella scia del genocidio ruandese del 1994. L'articolo approfondisce le vicende di questo processo.
Sovente accade che la pena applicata in caso di reato continuato è sanzione che non tiene conto della disciplina dettata dal disposto dell'art. 81 c.p., quale norma di sistema inserita nel capo III del titolo III del codice penale. Talune considerazioni in diritto, supportate da semplici espressioni di calcolo, hanno indotto l'A. ad illustrare la propria ipotesi applicativa del cumulo giuridico di pene ai sensi del comma 2 dell'art. 81 c.p.
La Corte di cassazione afferma il diritto soggettivo dei lavoratori c.d. parasubordinati all'effettiva esecuzione delle loro prestazioni, con la conseguente risarcibilità, in caso di lesione, dei danni derivanti dalla loro dequalificazione professionale: analogamente a quanto accade per i lavoratori subordinati, tali danni possono consistere sia nel danno patrimoniale derivante dall'impoverimento o dal mancato arricchimento delle capacità professionali oppure dalla perdita di possibilità di guadagno ma anche nel danno non patrimoniale, da liquidarsi eventualmente in via equitativa, all'immagine o alla vita di relazione.
I magistrati sposano l'orientamento secondo cui è ammissibile la sussistenza di un rapporto contrattuale di altro tipo tra il mediatore ed uno dei soggetti messi in contatto, come accade allorché al mediatore sia affidato l'incarico unilaterale di attivarsi per la ricerca del partner commerciale.
La dichiarazione di fallimento, al pari dell'esecuzione individuale, non vale a interrompere o sospendere il termine previsto per l'estinzione dell'ipoteca in mancanza di rinnovazione (nel ventennio dall'iscrizione); ne consegue che il credito insinuato al passivo fallimentare è di natura chirografaria; con la sentenza del Tribunale si chiarisce che, nel caso della procedura concorsuale, l'accertamento del decorso del ventennio va fatto, al momento dell'ammissione del credito al passivo, con riferimento alla data della domanda, tempestiva o tardiva, diversamente da quanto accade nell'esecuzione individuale, ove la decorrente di detto termine è collegata al decreto di trasferimento.
Il tour operator è responsabile ogni volta che sussista una responsabilità contrattuale diretta del prestatore di servizi turistici verso il consumatore, come accade nel caso di danno da animale detenuto dal prestatore stesso.
La legge finanziaria per il 2010 (legge 23 dicembre 2009, n. 191) contiene, come accade da molti anni, numerose disposizioni in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni. Da tempo, infatti, la politica di contenimento della spesa pubblica rispecchia la crisi dei modelli organizzativi tradizionali, da un lato obsoleti e inefficienti, dall'altro incapaci di sostenere l'impatto della "domanda" che proviene dai cittadini e dalle imprese. Si sperimentano, quindi, nuovi modelli organizzativi e gestionali, prevedendo sempre più spesso sia l'utilizzo di forme di partenariato pubblico/privato, sia l'utilizzo di modelli organizzativi privatistici.
Ma è vero anche che ciò che è accaduto e accade, per precisa scelta politica, è il punire che si riduce a sorvegliare: non altro, solo sorveglianza, controllo o custodia o sicurezza o come diavolo vogliamo chiamarla. E' la definizione del carcere che non vogliamo e che non vuole la legge, ma che si è realizzato e sta strutturandosi sotto i nostri occhi.
La Corte di cassazione, con la sentenza n. 16874 del 2009, ha affermato che le violazioni commesse dalla Amministrazione finanziaria durante l'istruttoria tributaria possono comportare la nullità dell'avviso di accertamento solo ove sia accertato che ne è conseguito un congruo e concreto pregiudizio per le ragioni private; ciò non accade nel caso di violazione delle norme che condizionano gli accertamenti bancari a una autorizzazione dell'Autorità superiore. È dunque utile determinare i criteri generali per individuare i casi, tra i molteplici ipotizzabili, in cui una violazione commessa nell'istruttoria può determinare invalidità della attività accertativa.
E lo fa superando, come raramente accade, ogni remora relativamente agli effetti sul gettito della propria decisione, in questo caso concernente la restituzione dell'ICI indebitamente versata sui fabbricati rurali. La recente vicenda induce a guardare con attenzione a quanto verrà stabilito in relazione alle conseguenze per il passato determinate da un'altra pronuncia della Corte: quella con la quale è stata definitivamente riconosciuta natura tributaria alla tariffa per la gestione dei rifiuti urbani, con conseguente inapplicabilità dell'IVA, anche per il passato.
Come sovente accade, la materia della invalidità costituisce un osservatorio privilegiato per verificare i limiti entro i quali un intervento legislativo può essere condiviso tanto sotto il profilo dei metodi quanto sotto quello dei contenuti.
Accade con una certa frequenza che lavoratori dipendenti, collaboratori ed agenti lamentino il mancato versamento delle contribuzioni previdenziali sui compensi loro erogati. Il problema fiscale che può nascere dall'omissione lamentata verte sul trattamento delle somme che dalla stessa scaturiscono, per le quali la tesi dell'intassabilità sembra poco affidante.
Accade spesso che la Corte costituzionale, chiamata ad esprimersi sulla legittimità di una fattispecie di reato sospettata di vioalre l'art. 25, comma 2 Cost., si pronunci con una sentenza interpretativa di rigetto che, attraverso la valorizzazione in chiave ermeneutica del principio di offensività, ridefinisce il contenuto di quella meesima fattispecie, salvandola così dall'annullamento. Simili decisioni prestano il fianco a numerose critiche: non soltanto per la debolezza del presupposto teorico da cui muovono, ma anche -e soprattutto- per gli effetti perversi che inevitabilmente determinano.
Con la separazione delle carriere verrà irrobustita anche l'imparzialità del giudice che potrà essere meglio inquadrata distinguendo due situazioni di deficit: il giudice troppo passivo, come accade nelle indagini preliminari in cui il pubblico ministero assume un ruolo preminente; il giudice troppo attivo, che nel dibattimento interferisce nell'elaborazione della prova condotta dalle parti. Questa duplice anomalia deve essere superata.
A differenza di quel che accade nell'ipotesi di mandato di arresto europeo, se all'atto della sentenza di estradizione la persona non si trovi sottoposta a coercizione personale per effetto d'una misura disposta a norma degli artt. 714 e 715 c.p.p., è necessaria la presentazione di apposita richiesta da parte del Ministro non potendo operare alcuna "conversione" della custodia nei termini indicati dall'art. 704, comma 3, c.p.p.
Quando ciò accade il giudice può disporre l'istituzione di un trust in cui il soccombente versi l'importo calcolato. I membri della classe, al fine di ottenere la liquidazione di quanto dovuto, si rivolgono quindi al trustee. Trust con analoga funzione potrebbero essere istituiti anche in Italia nelle azioni collettive risarcitorie (art. 140-bis del Codice del consumo). Anche in Italia tale impostazione ove avallata dalla giurisprudenza o dal legislatore potrebbe comportare innumerevoli vantaggi.
Cosa accade se dopo il versamento non si presenta l'istanza di definizione della lite pendente?
D'altro canto trascurare l'importanza di un sistematico controllo degli errori diagnostici rispetto a quanto accade per le carenze, più facilmente evidenziabili, del sistema organizzativo sembra altresì discutibile alla luce dei più recenti studi internazionali. In tal senso la Medicina Legale, con l'esperienza maturata nel contesto dei casi di responsabilità professionale, risulta certamente accreditata per una collaborazione alla futura gestione di un risk management incentrato, diversamente da quanto accade oggi, sulle strategie di prevenzione dell'errore diagnostico.
Nella sentenza in epigrafe la Suprema Corte si pone in netto contrasto con i propri precedenti orientamenti e afferma che sulla base di un'analisi letterale dell'art. 1454 c.c. emergerebbe che il requisito della gravità dell'inadempimento non assurge ad elemento essenziale nella diffida ad adempiere, al pari di quanto accade nelle altre ipotesi di risoluzione per clausola espressa e per termine essenziale, essendo presupposto imprescindibile della sola risoluzione giudiziale. L'A., riportandosi alle precedenti decisioni della Corte in materia, ripercorre le ragioni per le quali si deve ritenere che la gravità dell'inadempimento sia elemento essenziale della diffida ad adempiere.
Nelle società per azioni (con la sola eccezione di quelle facenti ricorso al mercato del capitale di rischio), l'esigenza di evitare che l'acquisto di azioni proprie possa consentire una modifica del peso organizzativo delle partecipazioni all'interno dell'assemblea, a vantaggio di alcuni azionisti e a danno di altri comporta che le azioni proprie dovranno venire in ogni caso computate ai fini del calcolo delle maggioranze e delle quote richieste per la costituzione e per le deliberazioni dell'assemblea, anche se non espresse con riferimento alla quota di capitale, come accade per la maggioranza richiesta per l'assemblea ordinaria in seconda convocazione.
Ma cosa accade in caso di ipotizzato mancato versamento dell'imposta, ossia in uno dei casi apparentemente meno suscettibili di incertezze, quando la condotta del contribuente possa non di meno trovare una valida giustificazione? Si ritiene che la possibilità di fare a meno del contraddittorio, anche nei casi di controllo automatico delle dichiarazioni, dovrebbe essere confinata alle ipotesi nelle quali il privato non possa apportare alcun elemento utile ad una disamina migliore del caso concreto. In presenza di un dubbio, il contraddittorio deve essere provocato.
Non infrequentemente accade che il giudice penale, nel motivare una sentenza di condanna, ometta di indicare le ragioni per cui ha considerato inattendibili le prove addotte a discarico dell'imputato. Un tale modo di operare viola l'art. 546, comma 1, lett. e), c.p.p. e prima ancora l'art. 111 Cost. E' infatti irrisorio che a norma di Costituzione le parti abbiano il diritto, nell'esercizio del contraddittorio, di addurre nel processo tutte le prove che ritengono favorevoli ai propri assunti e che poi il giudice, al momento di decidere, possa ignorare le prove contrarie alla decisione che egli ritiene di adottare.
Nelle vicende societarie accade comunemente che i conflitti tra i soci, o tra società e soci di minoranza si riflettano all'interno dell'organo amministrativo, pregiudicandone la funzionalità, e giustificandone la revoca. In tali casi, tuttavia, la configurabilità della sussistenza della giusta causa oggettiva di revoca dovrebbe prescindere dalla valutazione della correttezza del comportamento dell'amministratore revocato, e delle ragioni della sua posizione di socio di minoranza.
La Cina può trasformarsi da pericolo a grande opportunità, se si agisce con tempestività, avendo ben noti i possibili strumenti di tutela e le loro criticità sul piano dei diritti sostanziali e sul piano procedurale, tenendo un corretto approccio mentale, volto ad aggredire il mercato con convinzione, monitorandolo sempre e senza tralasciare o sottovalutare mai ciò che accade al suo interno. Nell'industria del legno arredo, l'Italia è il secondo Paese produttore d'Europa, dopo la Germania, e il primo Paese esportatore dell'Unione Europea.
[Testo Unico delle Imposte sui Redditi], pur disponendo espressamente che i criteri di ripartizione ivi previsti riguardano anche "i figli naturali riconosciuti", nulla specifica, qualora manchi, come accade per i figli nati da coppia di fatto, una pronuncia giudiziale di affidamento
È quello che accade nel caso di indennizzo monetario a cui non sia stata data rilevanza reddituale ai fini civilistici. La sentenza prende in esame anche il principio della correlazione costi-ricavi e quindi le spesso dimenticate simmetrie fiscali presenti nel nostro ordinamento.
Diversamente accade quando l'interesse pubblico è strumentalizzato per meri fini di lucro e/o pubblicitari: queste sentenze offrono l'occasione per una ulteriore riflessione sull'atteggiamento della giurisprudenza in relazione al contemperamento delle opposte esigenze, del singolo e della collettività, e alle soluzioni riparatorie in caso di illecito.
In realtà, pratiche tese a influenzare l'opinione pubblica e orientarne i comportamenti sono ben presenti anche nei paesi democratici e forse in forme ancora più sofisticate rispetto a quanto accade nei regimi dispotici. L'articolo presenta, anche grazie a un cospicuo apparato iconografico, il confronto tra due casi di "marketing" politico finalizzati alla promozione di due tra i progetti geopolitici più ambiziosi del Novecento: l'egemonia statunitense e l'integrazione europea.
In particolare si pone in evidenza la rigidità del sistema cinese che non ammette un cumulo delle varie fattispecie di concorrenza sleale, contrariamente a quanto accade nel nostro ordinamento dove è ammesso il cumulo e dove la giurisprudenza ricorre ampiamente alla clausola generale di contrarietà alla correttezza professionale.
Rispetto alle indicazioni fornite dall'Amministrazione finanziaria, la non imponibilità, e, quindi, la creazione del "plafond" per l'operatore nazionale, si applica, non solo quando la vendita sia già pattuita, seppure rinviata ad un momento successivo a quello dell'esportazione doganale (come accade nell'ipotesi del "consignment stock" o fattispecie ad esso assimilabile sul piano degli effetti), ma anche quando la vendita sia soltanto potenziale o, addirittura non costituisca l'obbiettivo predominante dell'invio dei beni all'estero (come può verificarsi per le manifestazioni fieristiche).
Accade ormai raramente che sorga un diritto reale di godimento sull'azienda dopo che la riforma del diritto di famiglia, nel 1975, ha riservato al coniuge una quota ereditaria in proprietà: più probabile è il caso di usufrutto legale sull'azienda lasciata a figli minorenni. Nelle società non è facile adattare le norme dell'art. 2352 c.c. alle quote di S.r.l. e di società di persone.