E ben a ragione, o signori; avvegnachè il pubblico che si accalca nelle aule delle Corti di assise e dei tribunali, viene dalla parte meno eletta della società; giacchè tolto il ceto dei legali, degli studenti, dei giornalisti, i frequentatori obbligati dei dibattimenti, o sono delle persone avide di emozioni violente, e afflitte da volgari e malsane curiosità, che la giustizia non deve fomentare nè soddisfare, o sono degli sfaccendati, degli oziosi e vagabondi, quando non siano anche degli individui pericolosi alla società, ch'ebbero, o potrebbero avere, dei conti con la giustizia penale, e che a questi duelli giudiziari intervengono per ammaestrarsi viepiù alla scuola delle cavillazioni e degli artifizi forensi, mercè i quali si propongono di contender poi la propria libertà agli ergastoli e ai reclusori.
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