Fanuèl torna a sederlesi a lato. Rubria posa la testa sul petto di Fanuèl.
Asteria scuote Fanuèl e lo trascina insino all’uscita.
Rubria ricomincia a pregare con intenso fervore. Fanuèl continua a guardarla fissamente.
Fanuèl scorge, sopra un letto funebre, giacente come una morta, una donna in veste bianca.
E fuggono tutti, tranne Fanuèl e Rubria.
Rubria fa cenno a Fanuèl, il quale s’affretta a riempire la ciotola coll’acqua dei fonte e gliela porge.
Asteria si salva fuggendo da dove è uscito Fanuèl.
I cristiani e le cristiane ripetono fervorosamente le parole di Fanuèl.
I bestiarii si avventano su Rubria svenuta, le lacerano le vesti. Fanuèl è circondato dai sagittarii. La Plebe s’accalca intorno, mentre due
Fanuèl va frugando a sua volta nell’ombra lungo la parete di destra.
Fanuèl esita sorpreso, poi sale anch’esso sul tumulo ov’è Simon Mago. Le trombe continuano a squillare.
Simon Mago ed i suoi sacerdoti s’accaniscono contro Fanuèl e lo insultano mentre egli passa.
Un viandante, Fanuèl, passa sull’Appia, d’accosto a Rubria, la vede, s’arresta, la guarda assorta nella sua preghiera.
Le donne hanno raccolti tutti i fiori e li spargono davanti i passi di Fanuèl, cantando e allontanandosi fra gli alberi dell’uliveto.
Mentre Fanuèl sta per rispondere, s’avvede che l’apertura del sotterraneo si rischiara e che un uomo, con una face in mano, viene salendo lentamente
Fanuèl. La folla, sorpresa, indietreggia.
Si sfidano collo sguardo come due fieri nemici prendendo due vie opposte. Fanuèl ritorna sull’Appia e se ne va verso Roma. Simon Mago scende dal
disperdono nell’orto. Fanuèl, appoggiato ad una colonna della vite, guarda Rubria. Incominciano a spargersi le prime ombre della notte.
Dal fondo del Portico s’avvicina lentamente un corteo strano ed atroce. Le donne Cristiane, precedute da Fanuèl, vestite come la Dirce del marmo
Cristiani circondano Fanuèl il quale è appoggiato al margine del fonte. Un’aura di soave pace è diffusa su questa umile gente e sull’orto. Un’immensa
Accademia della crusca
