Mons. Alvaro del Portillo e il Concilio Vaticano II
Mons. Alvaro del Portillo e la codificazione canonica
Per valutare il contributo del Mons. Alvaro del Portillo alla codificazione canonica del 1983 è necessario situarlo nel tempo in cui esso si svolse
Il pensiero costituzional-canonistico di Alvaro del Portillo
Don Alvaro ritorna con Don Carlo.
Detti. Don Alvaro senza mantello con stivali, e sproni, entra dal verone.
Don Alvaro e Don Carlo si avanzano parlando.
Don Alvaro torna in iscena nel massimo turbamento; poi Granattieri.
Don Carlo, poi Don Alvaro in rozze vesti.
Don Alvaro e Don Carlo scendono da un precipizio a destra, correndo con le spade alla mano.
(I Servi portano il Marchese alle sue stanze: Don Alvaro trae seco verso il verone la sventurata Leonora. Cade la tela.)
Don Alvaro è ferito. Lo accompagna il Chirurgo. Don Carlo coperto di polvere è assai afflitto. Un Soldato depone una valigia sopra un tavolino.
Don Alvaro in uniforma di capitano spagnuolo de’ Granattieri del Re Filippo III° si avanza lentamente dal fondo. Si sentono voci a destra interne.
(scompariscono tra i dirupi. Il temporale incomincia ad imperversare: tra gli urli de’ venti, i lampi ed i tuoni torna Don Alvaro desolato, indi Don
Don Alvaro torna in se, e corre sopra una rupe a sinistra. Giunge il Direttore dell’Ospizio di Carità, seguito da tutti gli Ospiti e Solitarj del
Entra Don Alvaro pensoso.
Don Alvaro ritorna con Don Carlo.
Don Carlo, poi Don Alvaro in abito da frate.
(I Servi portano il Marchese alle sue stanze, mentre Don Alvaro trae seco verso il verone la sventurata Leonora. Cade la tela.)
Don Alvaro in uniforme di capitano spagnuolo de’ Granatieri del Re si avanza lentamente dal fondo. Si sentono voci interne a destra.
Detti. Don Alvaro senza mantello, con giustacuore a maniche larghe, e sopra una giubbetta da Majo, rete sul capo, stivali, speroni, entra dal verone
Don Alvaro ferito e svenuto è portato in una lettiga da quattro Granatieri. Da un lato è il Chirurgo, dall’altro Don Carlo coperto di polvere ed
Don Carlo, poi Don Alvaro in abito da Frate.
Don Alvaro e Don Carlo si avanzano parlando tra loro.
Don Alvaro ritorna con Don Carlo.
Don Alvaro e Don Carlo scendono da un precipizio a destra correndo colle spade alla mano.
Si sentono scambiare alquanti colpi, dopo i quali Don Alvaro torna in iscena nel massimo turbamento; poi Granatieri.
(I Servi portano il Marchese alle sue stanze, mentre Don Alvaro trae seco verso il verone la sventurata Leonora. Cade la tela.)
Detti. Don Alvaro senza mantello, con giustacuore a maniche larghe, e sopra una giubbetta da Majo, rete sul capo, stivali, speroni, entra dal verone
Il tuono mugghia piucché mai, i lampi si fanno più spessi, si odono i Frati cantar Miserere. All’avvicinarsi di questi Don Alvaro torna in sé, e
Don Alvaro ferito e svenuto è portato in una lettiga da quattro Granatieri. Da un lato è il Chirurgo, dall’altro Don Carlo coperto di polvere ed
Alvaro, Gusmano, Ataliba, altri Uffiziali, e detti.
Gusmano, Alzira, Alvaro, Ataliba, Ovando, Zuma, e detti.
Alvaro, e detti.
(Ad un cenno di Zamoro, Alvaro parte, scortato da alcuno della tribù.)
Otumbo, a capo d’una tribù di americani, trascinando Alvaro fra catene.
Alvaro e Detti.
Alvaro, Gusmano, Ataliba, altri Uffiziali e Detti.
Gusmano, Alzira, Alvaro, Ataliba, Ovando, Zuma e Detti.
Otumbo, a capo d’una tribù di americani, trascinando Alvaro fra catene.
(ad un cenno di Zamoro, Alvaro parte, scortato da alcuno della tribù)
Maffioletti ispirato a «Naufragi» di Alvaro Nuñez Cabeza de Vaca. Alle 22,30 «Nella mia terra deserta sei l'ultima rosa», omaggio a Pablo Neruda.
Corrado Alvaro
Sorlino e i consiglieri Giorgio Frascaroli, Enrico Borasi, Carlo Gualco, Alfredo Noli, Gino Natale Carrea, Alvaro Conte, Aldo Semenza, Matteo Repetto
", Corrado Alvaro con "L'età breve", Gianna Manzini con "Forte come un leone" e Giuseppe Berto con "Il cielo è rosso". Sembra di sognare. Non è così?».
". V'ingannate, signore: la Dio mercé son scaltro, né saprete che avvenne nel cor di Bella Alvaro. Sol vi dirò che quando il freddo corpo ignaro a fior d'acqua
Povero conte Alvaro!... ecco ci pensa la sera (era già ben lontana da lui la primavera e la volubil ridda delle ore serene) in cui scoprì la blanda
Benché adorna di pelo molto canuto e raro era bella la testa di messer Diego Alvaro; quando uscia dal Consiglio nell'ampia toga bruna, pareva in lui
dimena al vento; e intanto donna Bella, la fanciulla curiosa, di messer Diego Alvaro già da due lustri è sposa.
conte Alvaro! A sollevar le nubi del tuo passato amaro non sei solo qui dentro... fuggi... un mister qui regna... di tremuli vapori l'aria fosca si