Art. 1603.
le disposizioni dell'art. 1603.
Federico Cesi nel 1603.
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tra noi, grato, il Comune, cambiava la modesta cappella in un tempio, cui più tardi, nel 1603, si aggiunse il conservatorio: nobile, vasto e comodo
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quella “e” suppletiva non cambia la pronuncia ma il significato: nel 1603 Maximilien de Béthune pubblica Le Grand Dessein, trattato politico che avrà
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nei primi anni del soggiorno italiano, tutti i più importanti centri artistici della penisola e, nel 1603, si reca in ambasceria in Spagna, alla
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BAGLIONE (1566 c.-1644), per un breve periodo, fino al 1603, suo stretto, ma non brillantissimo, imitatore. Eppure la sua personalissima ricerca
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, pochi anni prima, Barocci (la Presentazione al tempio della Vergine, 1603) e Caravaggio (la Deposizione, ora ai Vaticani, nel 1604). Rubens dipinge
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caravaggesco»; doveva aver già conosciuto Caravaggio qualche anno prima del 1603 (Spezzaferro). L’Apparizione della Vergine a San Francesco (1608
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, meditativo: nella Madonna annunziata di Orvieto (scolpita nel 1608-1609, tre anni dopo l’Angelo annunziante, del 1603-05) tanto lima e tormenta lo schema
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popolare dei Bamboccianti, specialmente del CERQUOZZI (1602-60), del CODAZZI (1603 c.-72), di Jan Miel (1599-1663, a Roma, dal 1636 al ’53), seguaci
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sala degli argenti in palazzo Pitti (1635-36) interpreta con vena facile e mano leggera il classicismo carraccesco; FRANCESCO FURINI (1603-46). cerca
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(1603-78) imita, quando addirittura non falsifica, Giorgione; PIETRO LIBE- RI (1605-87) tizianeggia; FRANCESCO MAFEEI (1605-60) esagera la pittura a
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d'averla compiuta, testimoniando nel famoso processo subìto da Caravaggio nel 1603; l'opera ci avrebbe meglio chiarito la dose di caravaggismo che Orazio
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stile che in quelle di Santa Maria del Popolo. E, precisamente, l'opera deve assegnarsi al periodo ottobre 1603-aprile 1604, termini estremi di quel
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degli anni: 1182, 1192, 1257, 1269, 1342, 1496-97, 1505, 1508, 1534, 1551, 1558, 1562-63, 1565, 1570, 1580, 1586-87, 1591-92, 1595, 1597, 1603, 1621
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Un astronomo tedesco, Bayer nel 1603 cominciò a notare le stelle principali colle lettere dell’Alfabeto greco, e questo non bastando talora aggiunse
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(1540-1603) studia il magnetismo, stretto parente dell’elettricità. Arriviamo dunque al 1733, quando un francese, Charles Du Fay, scopre che due
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La geniale sintesi di Newton aveva avuto tanti precursori. William Gilbert (1544-1603), studioso del magnetismo, e poi Keplero avevano immaginato che
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appassionato di scienza, scomunicato nel 1603 per le sue idee copernicane e poi per lo stesso motivo vittima di un attentato che lo ridurrà in fin di vita, aveva
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esuberante, aveva già qualche acciacco (dal 1603 soffriva di febbri reumatiche), e come sempre si trovava alle prese con problemi economici. Doveva
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Fabrici d’Acquapendente, che nel 1584 fece costruire a Palazzo Del Bo il primo “teatro anatomico” e curò poi anche Galileo quando questi nel 1603, dopo aver
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tenacemente di tutte le altre nazioni (3). Certo nelle bocche del Cesalpini (m. 1603) e del Cremonini (m. 1641), che vanno contati tra gli ultimi