Nemmeno i grandi geni vanno esenti da questa legge: le rughe della vecchiezza che solcavano la fronte di Napoleone I, di Gladstone, di Bismarck
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particelle indipendenti, possiamo introdurre il nome con cui sono state battezzate dal Johannsen, e che è generalmente adottato: geni» Una distinzione
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plurale di «gene» e quello di «genio». Poiché il plurale di «genio» si pronunzia «genii» e può scriversi «genii» o «geni» ritengo che la confusione sia
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§ 1. L’azione dei geni nello sviluppo. — § 2. Pleiotropia. — § 3. Caratteri simili determinati da fattori diversi. — § 4. Caratteri che dipendono da
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Supponiamo che i geni che determinano i caratteri ereditarî siano localizzati nei cromosomi, e vediamo come, in quest’ipotesi, debbono comportarsi
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uova, e potranno perciò verificarsi (sempre che non vi sia preferenza o repulsione fra i gameti portatori di geni identici) le seguenti quattro
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generale Y non porta gli allelomorfi dei geni contenuti in X, non è omologo di X.
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perché il cromosoma Y non porta l’allelomorfo normale. In generale Y non porta gli allelomorfi dei geni contenuti in X, non è omologo di X. .
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Le varie mutazioni e i fattori, o geni, relativi, sono stati indicati con termini inglesi, spesso difficilmente traducibili, e che non conviene
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Le ricerche esposte nel cap. XI, parlano in favore della localizzazione di certi geni (che presiedono ai caratteri la cui eredità è associata al
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Nel secondo gruppo risiedono circa 120 geni, fra cui b e vg di cui abbiamo parlato or ora, che non sono associati al sesso. È probabile che siano
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. Lo scambio può però essere influenzato da fattori esterni, o anche da certi geni, come diremo più oltre.
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Gli americani usano una sola parola (crossing over o crossover) per indicare lo scambio dei geni, com’è rivelato dalla percentuale delle combinazioni
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della sinapsi, ma risultano ricombinati con i pezzi di quelli. Con essi pezzi si spostano, naturalmente, i geni che vi sono localizzati, e così si
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cromosomi che si separano dopo lo scambio di pezzi; in B e C i cromosomi sono rappresentati come serie di palline, per indicare la seriazione dei geni
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corrispondono alle distanze reali fra i geni, come è detto a pag. 205, tale denominazione non è stata molto usata.
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L’esperimento si è ripetuto moltissime volte, per numerosissimi geni, nella Drosofila, e sempre i risultati si sono approssimati in modo
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Supponiamo di avere misurato la percentuale di scambio tra due geni A e B, e di averla trovata eguale al 10 %. Possiamo dire, in accordo con la
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(poliibridismo) anziché per uno o due soli. Per esempio, se un cromosoma di un ibrido contiene i geni A B C D E F G H, e il cromosoma omologo gli
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incognito, incrociando la razza che lo possiede con altre contrassegnate da caratteri la posizione dei cui geni è nota. Così, per successive
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Fig. 54. - Carta cromosomica di Zea mais; i geni i cui loci sono conosciuti soltanto approssimativamente sono indicati con un asterisco; quelli i cui
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è dovuto ad uno scambio materiale di frammenti dei cromosomi che si avviticchiano alla sinapsi e la percentuale di scambio è, per ogni coppia di geni
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«La teoria afferma che i caratteri degli individui sono riferibili a elementi pari (geni) nel materiale germinale, che sono riuniti in un numero
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Sono pochi i casi fortunati in cui si possono avere simili evidenti dimostrazioni che i cromosomi mendelizzano come i geni, ma i risultati sono del
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Un’altra conferma indiretta della localizzazione dei geni nei cromosomi è data dal fatto che i fenomeni del mendelismo non si osservano nella
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omologhi. In un caso si osservò, ad esempio, che una parte dei geni del gruppo III si ereditava come se fosse attaccata all’estremità di un gruppo II. L
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teoriche. È dunque dimostrato da questa ricerca (e da altre analoghe compiute dallo Stern) che allo scambio dei geni corrisponde realmente uno scambio di
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Con questo metodo, nei cui particolari non è possibile entrare, riuscì al Painter e collaboratori di trovare la localizzazione di molti geni sui
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I genetisti hanno accertato che i geni non sono distribuiti uniformemente su tutta la lunghezza del cromosoma, come si sarebbe potuto prevedere dalle
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Della Drosofila molte mutazioni È opportuno conservare ai varî geni la nomenclatura usata dagli americani, e divenuta ormai internazionale. Le
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La frequenza relativa delle varie mutazioni, sembra dipendere dalla natura dell’allelo da cui si parte; si è visto infatti che i varî geni
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geni — e i dati della citologia — cioè l’osservazione diretta delle varie aberrazioni nei cromosomi — costituiscono una ulteriore validissima prova della
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possono ben dirsi teorie della sessualità ma non della determinazione del sesso), o devono ricorrere ai geni o ai cromosomi e ammettere che questi siano il
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Ci si domanda dunque come i geni contenuti nel nucleo dello zigote manifestano le potenze di cui sono i portatori, cioè per quale serie di reazioni
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quello della determinazione: è questa causata da una progressiva ripartizione qualitativa dei geni, secondo il concetto di Weismann? Gli esperimenti
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influenza reciproca dei geni, ecc. (Fisiologia del Gene).
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diversa, cioè vicino a geni differenti da quelli che normalmente lo attorniano. E spesso si è potuto constatare che questa diversa relazione che si viene
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trovarsi in vicinanza di geni (quelli del cromosoma II) diversi da quelli che normalmente gli sono vicini, e da ciò dipenderebbe il diverso modo di
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indipendenti. I geni, d’altra parte, non sono entità isolate racchiuse in un sacco, il cromosoma. Il cromosoma è un sistema armonico, che ha un’architettura
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distribuzioni geografiche) sono talvolta riconducibili a differenze d’un sol gene, più spesso a differenze di parecchi geni; 2) molto spesso non è la
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Si dimostra matematicamente che le frequenze relative dei varî geni in una popolazione indefinitamente grande rimangono costanti, qualunque sia il
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(1/4). In questi casi si considera una sola coppia di geni, e si parla perciò di monoibridismo.
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distribuzione diversa nei due sessi. La maggior parte dei geni, invece, è localizzata nei cromosomi non sessuali (autosomi), e si trasmettono perciò
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. AA, Aa, aa. Nel diibridismo 32 = 9. Con una diecina di geni, si ottengono cifre dell’ordine dei miliardi (310); se si pensa che il numero dei geni in
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quelli cui abbiamo accennato (e anche questi possono essere modificati nella loro espressione dall’intervento di geni «modificatori»). Per lo più un
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w il colore bianco dell’occhio, e così di seguito per ciascuno delle parecchie migliaia di geni che costituiscono l’intero patrimonio di una specie
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Può darsi che l’anatisi della struttura del genoma e della funzione dei geni, che si è iniziata con l’avvento della biologia molecolare possa recare
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plausibile supporre che i geni in esse contenuti, che risultano in più rispetto al corredo normale, possano imboccare, per mutazione, vie evolutive diverse
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’opera della selezione in natura o negli esperimenti di laboratorio, conviene per lo più scegliere i geni la cui espressione è più caratteristica
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numero di rivoluzionari e di geni, e fra i doligocefali Galli e Liguri trovaronvi i dominatori i popoli più ribelli alla conquista.
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