È un giuoco identico al precedente. La differenza sta solo in questo, che cioè il mucchio di soldi invece di porlo in terra si pone in bilico sul
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essere rappresentate da due soldi da due; colui che li tira deve tenerli uno sovrapposto all’altro, in modo che essi mostrino le due armi. Se i due
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: Due soldi e mezzo. Dall’ebraico Va-chezî: mezzo. Ghìmene: Tre. Dall’ebraico Ghimel: tre. Ghìmeme-vaghézzi: Tre e mezzo. Dal vernacolo ebraico: Va
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procurando di tirarvi vicini de’ soldi. Prima si fa la cónta; e a colui al quale tocca il punto al conto, getta il ciololetto detto bóccia o maróne, e poi vi
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due soldi dalla tasca del compagno A e andarli a deporre in quella del compagno C. Ciò stabilito, il capo-giuoco invita la conta a presentarsi. E mentre
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prestito, per quattro o cinque soldi l’uno al giorno, da qualche loro commare che cercava di mettere a profitto la sua fecondità. Aggiungete a tutto questo
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malagùri: Imprecazioni. Marolìmme: Oggetto fuori d’uso, fuori moda. Mengòti: Soldi, quattrini. Monghêdde: Scontento, permaloso, ecc. Mónghi: Strónzi
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: Stare alle bbécce vale essere in miseria. Bèlli (Li): Gendarmi, carabinieri. Bérgi: Soldi, denaro in genere. Bèrta: Tasca. Bianca (Farla): Far fiasco
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