pendici del Mrzli Vrh Monte Nero. Benché la nebbia e l’oscurità favorissero l’attacco, questo venne completamente respinto, con gravi perdite per l
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nemiche ed espugnato anche qualche trinceramento; tuttavia di fronte al forte assetto difensivo nemico stabilito su posizioni già per loro natura
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Così accadde per i combattimenti segnalati sul Nagler Spitz 3248 m. nell’Alta Valtellina, a Malga Val Piana in Valle Calamento Val Sugana al Passo
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Nella zona del Basso Isonzo esplorazioni aeree hanno accertato la costruzione per parte del nemico di nuove opere di difesa con carattere semi
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Nella conca di Plezzo il nemico, visto vano ogni suo sforzo per ricacciarci dalle posizioni toltegli, lanciò granate incendiarie sulla località di
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Nella zona del Tonale una violenta lotta fu combattuta, nella giornata del 23, per il possesso del Torrione; altura situata lungo la cresta tra Punta
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Nel pomeriggio di ieri, in condizioni atmosferiche non favorevoli per forte vento, una poderosa squadriglia di 22 Caproni, scortata da Nieuport da
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, furono tutti valorosamente ributtati dai nostri con gravi perdite per l’avversario.
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massimo sforzo a nord–est di Gorizia. Dopo aver tenuto per parecchie ore sotto violentissimo fuoco le nostre occupazioni lungo la cresta del San Gabriele
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fuga disordinata, li inseguì per lungo tratto catturando qualche prigioniero.
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Va attorno nei mesi caldi con un cappello di paglia a larghe tese, una secchia d’acqua, una canestra con l’occorrente per bere, e grida: — Acqua
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"I carciofolari erano cantori e suonatori d’arpa; specie di bardi girovaghi, nativi per lo più degli Abruzzi, così chiamati dalla stessa parola
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Va in giro per la città, appena è l’alba, e guidando un somarello o un magro ronzino che si trascina dietro un carretto con alcune ceste piene di
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È un animalone tutto d’un pezzo e cche ccià infinènta le cianche senza ggiuntura. Tant’è vvero che si ccasca per tera o cce se bbutta, nu’ je la fa
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Era un giuoco comunissimo, e per lo più si faceva da adulti, in cinque, sei, sette, e in quanti si voleva. Si fa la conta; a colui designato dalla
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È inutile parlarne. Sono tante le grida dei giornalai e così diverse, che per enumerarle tutte non mi basterebbe un’altra metà del presente volume. E
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Si fa in parecchi ragazzi. La conta viene posto dai compagni in un luogo dal quale essi non possono esser veduti. Ciò fatto, si allontanano per
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Giuoco che si fa anche da adulti. In mezzo si mette una sedia in meno delle persone che giocano. Per esempio, venti giocatori e diciannove sedie. Poi
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Si fa da due o anche tre fanciulli, avvolgendosi in sulle mani del filo e l’un dall’altro ripigliandolo in varie figure, come per esempio: la cùnnola
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Molti fanciulli e fanciulline si prendono tutti per le mani e fanno un circolo girando in tondo e cantando: "Ggira ggira tondo Cavallo imperatóndo
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il giocatore destinato a fare il cucuzzaro, e inventa una storiella qualunque. Per esempio, dirà — ’Stammattina so’ ito all’orto, e ho visto che mm
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Nella stagione primaverile, ancora fino a pochi anni fa, il capraio, con il suo gregge, si partiva, nella notte, da parecchie miglia lontano, per
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’ quarche abbito o vestiario de li sua. Perchè nun c’è antra cosa facile per attaccasse come er morsarso.
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Quanno casca un pezzo de pane per tera, bbisogna ariccojello, bbaciallo, e ssi ss’è sporcato, e nun se pô ppiù mmagnà’, se bbutta sur fôco. Le
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, nelle quali eranvi o agnelli o capretti di latte, vivi, che offeriva per quaranta, cinquanta o al massimo sessanta bajocchi l’uno.
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È un giuoco che per lo più si fa da sole fanciulle. Esse si prendono per mano e formano circolo. La mamma, fuori di questo, gira loro intorno dicendo
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"Trastullo fanciullesco, fatto con carta ripiegata, in modo che, ad una agitazione di braccio, uscendone una parte per l’aria che vi s’interna, si
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Il venditore di pere cotte, va attorno nelle ore afose del caldo, cantando con voce stentorea una lunga filastrocca di parole per attirare i
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Ortre a la Madonna, la viggija de l’Ascensione, scegne da su in cèlo puro nostro Signore Gesucristo, per annà’ in giro a bbenedì’ tutte le campagne e
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vero, mentre una trentina d’anni fa li raccoglievo, non immaginavo che un giorno mi sarebbero serviti a qualche cosa. Nel perdermi per lunghe ore tra
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Apposta quann’uno se pettina o sse taja li capelli, a ttutti li capelli che je cascheno per tera, bbisogna che cce sputi sopre tre vvorte oppuramente
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’ausa a ttirà’ l’orecchie per allungajele e aguraje accusì una vita lónga. Quanno ve fischieno l’orecchie: "Orecchia dritta, lingua trista; Orecchia
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farà mmaschio o ffemmina. ’Sta cosa per lo ppiù succede quanno se magneno li polli. Ce so’ a ppranzo, mettemo, du’ donne gravide? A ddua de l
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. Da noi s’ausa de tirà’ l’orecchie de quello che è la festa, per aguraje vita lónga; perchè a Roma credemo che cchi ccià l’orecchie lónghe campa assai.
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quale alcune volte vi si nasconde un sassetto. La mamma o la conta tira in alto la mazzarócca; allora tutte le mani dei giocatori si protendono per
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Un certo numero di ragazzi si mettono tutti allineati, a un dato punto. Poi al segnale del capo-giuoco si pongono a correre; e colui che giunge per
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Una vorta, presempio, trovai per tera un core tutt’infittucciato cor un sacco de spille appuntate sopre. Era ’na fattura Intanto che lo riccojevo
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. Tutta Roma spopolava per annalli a vvede bballà’. Tanto vero che quella medema strada indove loro ce se fermaveno e cce bballaveno se chiama incora
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rivenditori: — Razzi d’amore, per un sòrdo! — Bocché, bocché!. Ecco fiori! ecc.
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dote a le zzitèlle: Le zzitèlle stanno in piazza; Una fila, un’antra innaspa; Chi li fa li cappelli dé paja, Per andare a la bbattaja. A lo sparo del
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novembre, a tre a tre. Uno suonava il piffero o cennamella, l’altro la cornamusa, e il terzo cantava canzoni inintelligibili, per la novena di Natale, ai
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, stesi per tera, er mozzarólo s’appostava, le domeniche a mmatina, pe’ le piazze e ppe’ le strade indove li villani e li bburini bbazzicàveno, pe
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Si prendono, un dopo l’altro, i ditini del bambino, e per ciascuno di essi si dice: Questo (il pollice) dice: Ho fame; Questo (l’indice) dice: Nun c
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nascondersi di qua e di là. Il loro capo a un certo punto grida: Vado dar fornaro, compro er pane; dar pizzicarolo, compro salame e presciutti: libbertà per
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castagna!". Ovvero si dice anche: "Cavalluccio, trò ttrò, Pija la bbiada che tté do; Pija li ferri che tté métto, Per andare a San Francesco San
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aspettandone il ritorno per risospingerla ancora, e così via di seguito.
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Passamano è uno scherzo che si fa ad alcuno per trafugargli momentaneamente un oggetto, passandolo ad altra persona, la quale, a sua volta, lo passa
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Vendeva nelle prime ore della mattina, e vende tuttora, carne di carogna per i gatti. Egli non ha bisogno di gridare. Ad un suo sibilo (che in Roma
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sovrano hanno una abilità tutta speciale per indovinare, da alcuni segni quasi impercettibili, il millesimo in cui la moneta è stata coniata.
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sedere quello che dalla sorte fu condannato a star per primo in berlina. Il capo-giuoco va attorno al circolo, e, ad uno ad uno, domanda a tutti perchè
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