fisarmonica, una polka di Strauss. All'improvviso un rumore, come di un carro, come di un mare in tempesta. Un susseguirsi di tuoni rotolanti in uno spazio
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Il banchetto con settanta invitati di fronte al mare. Il sole indora le acque, il cielo non ha confini. Stupori dei commensali per ogni portata.
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di fronte ascolto il profumo d'anice e caffè e m'accade di sfogliare il piccolo calendario ch'è sul banco: banchine in faccia al mare, bitte, funi, la
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allontana la bellezza. Di qua dal velo un altro luogo, un'altra ora. Il frastuono delle cicale nel vespro, il mare che manda scintille in fondo al mantello
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Cameriere in un ristorante vicino al mare, si lamenta del suo recente viaggio in Turchia. Giura di non tomarci mai più. Dovunque ha trovato uomini
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E tutto si trasforma: la casa non è più occupata, O non c'è, o è diversa, o siamo diversi noi che adesso comprendiamo solo il mare e la sua fluidità
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colore dell`aria riscaldata, verso le tre del pomeriggio, è rimasto di poco più denso del mattino, e la spiaggia non fuma e il verdastro del mare è meno
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limpidissime che ci viene da chiedere che cos'è questo rumore, del vento o del mare, e ascoltando ci dimentichiamo di donnire, e guardando la luna le
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la signora è partita veramente. Se n'è andata al mare e mi ha lasciato qui come un cretino.
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verdi le bianche colossali prostitute sognavano sogni vaghi nella luce bizzarra al vento. Il mare nel vento mesceva il suo sale che il vento mesceva e
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. Volava senza fine sull'ali distese, leggera come una barca sul mare. Addio colomba, addio! Le altissime colonne di roccia della Verna si levavano a
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Bianco nell'aria: innumeri dal mare Parvero i bianchi sogni dei mattini Lontano dileguando incatenare Come un ignoto turbine di suono. Tra le vele di
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A l'antica piazza dei tornei salgono strade e strade e nell'aria pura si prevede sotto il cielo il mare. L'aria pura è appena segnata di nubi leggere
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Non rammento. Io la vidi aperta sul mare, come un occhio a guardare, coronata di nidi. Ma non so né dove, né quando, mi apparve; tenebrosa come il
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La rondine di mare che ieri, mia dolente, volava sopra il lago, con l'alucce sgomente, erra sempre e la sorte del suo tenero volo? brutal piombo la
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. Giungevo senza preavviso, e in giorno indebito: neppure la sua Carlina, « «l' angelo musicante » », poteva essere là. Il mare, in basso, era vuoto, e sulla
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Dalla pace del mare lontano dalle verdi trasparenze dell'onde dalle lucenti grotte profonde dal silenzio senza richiami - Itti e Senia dal regno del
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Le cose ch'io vidi nel fondo del mare, i baratri oscuri, le luci lontane e grovigli d'alghe e creature strane, Senia, a te sola lo voglio narrare
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crearmi la luce da me stesso, lasciami andar oltre il deserto, al mare perch'io ti porti il dono luminoso ... molto più che non credi mi sei cara. 2
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inerte. Al mare aperto drizzata ho la prora per navigare, ed alla sorte oscura la forza del mio braccio ho contrapposta. Non ho temuto il vento avverso e
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Non sorridente sotto il sole estivo, la faccia luminosa e gli occhi chiari nel doppio raggio del sole e del mare - non melodiosa in tutta la persona
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rivolgi ai lieti e cari giochi? Vedi intorno fin dove giunge il guardo, la campagna ride alla luce amica Amico - mi circonda il vasto mare con mille
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, più fervido l'ardir combatte e sogna il mare libero. Notte del 22 settembre 1910
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per me. - Nel mare ondoso, sulla brulla costiera solitaria, sotto la forte quercia, a me vicina io t'ho sentita siccome nel sogno. - Non Argia ma
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La finestra socchiusa contiene un volto sopra il campo del mare. I capelli vaghi accompagnano il tenero ritmo del mare. Non ci sono ricordi su questo
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Hai viso di pietra scolpita, sangue di terra dura, sei venuta dal mare. Tutto accogli e scruti e respingi da te come il mare. Nel cuore hai silenzio
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viva tacevi; le cose vivevano sotto i tuoi occhi (non pena non febbre non ombra) come un mare al mattino, chiaro. Dove sei tu, luce, è il mattino. Tu eri
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Io voglio farmi un piccolo convento, lontano, solitario, in riva al mare; colà, pieno di sole, in mezzo al vento, starò lieto e tranquillo ad
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; come un mesto palombaro nel mare, io discendo nel cor che Iddio m'ha dato, e mi guida le perle a rintracciare il respiro del bimbo addormentato.
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Tacea da quattro aprili il nidicciuolo dove, fanciullo, il volo delle garrule rondini mia madre insegnommi ad amare. Nel sessantuno ritornò dal mare
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amico mi venne a narrare: - La giovinetta si è gettata in mare! - O giovinetta, la tua salma bianca non cerchi il pescator di Villafranca, né il canuto
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maga che beando svela i segreti del mare e della spica. É la piscina, e non è sugellata, è il nettare che i numi han preferito, è la fé d'ogni razza
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susurrano intorno i campi e il mare, egli diventa il mio unico altare!
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Quando scendo alla riva del mare lungo il lido di sabbia minuta, ove tragge la barca sparuta il nocchiero che all'alba tornò; o fanciulla, vien meco
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nel loro inferno! Brindisi ad essi, e agli angeli dei cielì, brindisi al sole, e agli astri pellegrini, brindisi al mare, al fulmine, e agli steli dei
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cencioso ferraiuol turchino, o urtato in fallo il nano che canta i salmi al muro del cammino; e Dio, travolto in collera, forse soffiò sul mare, e
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note indefinibili che han le campagne e il mare. Io, come un uomo celibe, che per passar la festa esce all'aperto, e in ozio vagando alla foresta coglie
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natura. Sì, amico, lascia correr l'acqua al mare, lascia i bimbi sognare, giungeranno piangendo alla ragione; lascia che dolci e candide persone schiudan
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, poveri illusi, come in un tempio l'onde ammaliatrici dei profumi diffusi, le care istorie degli anni passati!... Ai piè dell'Alpi, oltre il mare, avventure
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senza scorta e a piedi scalzi. Fra un sì ed un no tutto quaggiù tentenna: la nube, il vento, il cuor dell'uomo e il mare... Io mi son un che quando
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