fare del nostromo il suo pasto, ma perché non ci era riuscito; dopo essere stato catturato dai tentacoli vischiosi di una gigantesca drosofilla, pianta
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culmine di bellezza: certo meno per soddisfare la volontà dell'Imperatore che il suo stesso orgoglio e desiderio di pittore. Se a quest'ultima incertezza
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mostrarsi allegra. Il suo non era certo, tuttavia, uno stato di piena e forte tranquillità. Mescolando disciplina, obbedienza, fede e volontà a una
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il suo nome di battesimo. Non diceva più un tu, neanche a pagarglielo. - Vieni te a ber la birra? - Se' stato te, se' stato! - Te mi vorresti canzonare
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parlasse sul serio o per burla, e aspettando che da un momento all'altro ripigliasse il parlar naturale. Di quando in quando, per effetto di quel suo
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' suoi affari, e lo ricondusse a casa sano e salvo e con una medicina per guarire gli occhi del suo vecchio padre che era cieco. Ricordiamo anche gli
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vero modo di onorarlo non è l'aver paura di Lui, ma l'avere in Lui molta confidenza e volergli bene come un buon figliuolo vuol bene a suo padre. Dio è
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, in che modo placherà il padre quel figliuolo che non vuol fare la pace col suo fratello? Un compagno, dunque, ci ha offeso? Ebbene, cosa ci costa
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volta, possono essere visite del Signore, ed essere occasione di merito. Il vero male è il peccato, è l'offesa a Dio, è la mancanza di rispetto al suo
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alla culla del suo Figliuolo non solo gli umili pastori, ma anche i grandi della terra; e tutti riconoscono ch'Egli è il Salvatore del Mondo
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centuplicate dalla disperazione, lo costrinse alla sua stessa orrenda morte. Brescia, col suo eroismo, bene meritò il nome di «Leonessa d'Italia».
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affrontato al suo fianco pericoli e disagi, magnifico esempio di forte animo. Ma, stremata dalle fatiche, colta dalla febbre, era morente. Giuseppe
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l'occasione di far combattere a fianco dei loro eserciti l'esercito sardo, per dar prova palese a tutta l'Europa del suo valore, ed accrescere nello stesso
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d'Austria in persona, Francesco Giuseppe, prese il comando del suo esercito. Una grande battaglia campale fu combattuta su le alture di Solferino e di
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sarebbe trovata come prigioniera nel Mediterraneo, con suo gravissimo pericolo. La conquista di quella religione era dunque assolutamente necessaria
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Toti si risolleva, e scaglia agli Austriaci, come sfida suprema, la sua stampella. Spirò quasi subito dopo, baciando il suo piumetto di bersagliere Alla
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il cammino. - Aspettatemi qui - disse sgusciando dal suo protettore. - Non vi arrischiate ad avanzare verso la casa perchè altrimenti vi sparano
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per forza che andasse così! - commenta Stucchino, che nel frattempo ha- ritrovato il suo scilinguagnolo. - Se io me ne fossi andato solo soletto in
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, insistente. Poi i passi si allontanano: il guardiano riprende il suo giro di ispezione. Ede ha il cuore in gola, ma le sue mandibole, che per un istante
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insetto a parte, perfettamente mantenuta) e di quelle altre sofferenze, Terpione tornò a visitare il suo signore, non senza avere stipato nelle narici
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L' ERNESTO, con il suo largo corpaccione, stava davanti alla porta, pronto a ritardare un'eventuale visita a sorpresa della Maria Pia. Argo, promosso
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36. Tommaso ritorna alla zappa ed è contento. Tommaso nella città trovò del buono; ma trovò anche del brutto assai, e per suo conto vi imparò molte
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di quella posizione e lanciò il suo pugnale in direzione di Tit. Tit si chinò in avanti con mossa ful- minea, e il pugnale andò a conficcarsi nel muro
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le stelle autentiche sul soffitto. Mangiammo caviale, aragoste, fagiani e tartufi. Massimo parlava del suo castello d'argento massiccio, con un
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, su due sacchi, perché quelle nobildonne non si offendessero troppo, e le offri il suo fazzoletto per asciugarsi le lagrime. Ma purtroppo la bella
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sopra quattro ruote e filare con essa a suo capriccio per il mondo. Oggi in un prato, domani in montagna, posdomani al mare. La bambina dal grembiulino
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a fare provvista per riempire i magazzini. Eccone una che trascina un grosso fardello; ogni tanto si ferma a riposare. Una compagna accorre in suo
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- dice con stizza - perchè mi tormenti? non ci stai bene in casa mia? - No, proprio - risponde Milena per il dentino - in casa tua non ci sta a suo
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andava a scuola. Poi hanno visto che il raccolto migliore era il suo, i polli più grassi i suoi, i conigli più belli quelli della sua conigliera, e
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pasceva il gregge. Tutti e due facevano offerte al Signore; ma Abele era pio nel suo cuore, Caino no. Perciò il Signore gradiva le offerte di Abele, e
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comprarlo, sì, ma la mamma non lo vorrebbe. Quel cerchietto di acciaio le fu dato dalla Patria il 18 Novembre 1933 in cambio del suo anello nuziale, la
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arrampicano sul suo letto, le buttano le braccia al collo. - Tanti auguri, mammina, tanti auguri! Abbiamo voluto essere i primi... La mamma ride
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acconsente e lascia cadere il seme... forse sulla tomba di un bambino, la quale, alla nuova primavera, avrà pur essa il suo rametto di lillà.
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. "La Olimpia Morata fu delle più dotte del suo secolo. Nacque a Ferrara nel 1526. Il padre di essa, accortosi del suo distinto talento, lo coltivò con
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parole disse, a modo di preambolo al suo scritto, la fanciulla che doveva leggere in questa domenica: una bella e brava ragazza per nome Claudia, la
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avventura nelle case del suo signore la nostra Porzia, che era bellissima e gentilissima, se ne invaghì e fece pensiero di chiederla per sposa: a che
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La signora Bettina, che l' altra volta vedemmo essere così peritosa di leggere in pubblico, aveva adesso vinta la sua peritanza e andò al suo luogo
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costei volle la direttrice dar a descrivere la vita di una fanciulla lombarda chiamata Bona; e venuta la domenica, andò tutta festosa al suo luogo, e
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"Signora Isabellina, tocca a lei: vada al suo posto." Così disse la direttrice, come prima si furono raccolti tutti la ottava domenica nel luogo
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tutte le compagne cedevano volentieri e senza invidia; e che dalla stessa direttrice e da tutti maestri era portata a cielo per il suo mirabile ingegno, e
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Tocca alla Vittorina, non bella e piuttosto dispettosa, la quale con qualche smorfia va al suo luogo, ed incomincia così: "Veronica Gambara nacque in
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felice doveva essere venduto, seguendo la sorte di molti altri quadri che Lorenzo Sagredo aveva lasciati nel suo studio. Da oltre due mesi la mamma giaceva
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. Ma il Duca voleva lo scudo, lo voleva ad ogni costo, e introdotta prima la lama del suo pugnale fra i denti come cuneo li dischiuse, poi tirò con
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da destare simpatia in chiunque. Per questo e per il suo grado e le sue ricchezze Costanza lo invidiava, ora che non poteva più invidiare la sorella
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. Piccoli colpi di tosse esprimono imbarazzo. Raschiamenti di gola indicano perplessità. Uno dei segretari bisbiglia nell'orecchio del suo vicino: — Il
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secche! — finisce Delfina al suo posto. — Mi piacerebbe portarla sulle Dolomiti. — A cavalcioni sulle spalle? Guardi che peso sessanta chili, anche se
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ventiquattro miliardi. Per il suo cadavere non ci daranno nemmeno un soldo. — Abbiamo il nipote, — osserva un discepolo. — Quello vale anche meno. Nel suo
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aveva fantasia e inventava tante storie che spiegava a gesti al suo cane il quale, seduto serio serio sulle zampe di dietro, lo ascoltava sempre con
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cancello è ancora chiuso. Mi siedo su una panchina, allora. Vedo arrivare Maristella, la vedo emergere dalla nebbia. È pallida e magra, nel suo viso chiaro
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paio di volte, la annusa, poi si siede sulla pancia, la lingua fuori. Sembra un soldato a guardia del suo fortino. Guarda dritto davanti a sé, fermo come
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