della volpe, lo sentì e rispose mestamente: "Ho fatto voto di non sorridere finché non avrò vendicato i miei fratelli... Per condurre a termine
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vostri compagni e fuggite prima che venga giorno e i miei uomini ricevano il segnale d'attacco... Addio, Jolanda..." "Addio! Raul e... e grazie!" Gli
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constatare, appena arrivato qui mi sono dovuto cambiare perché i miei abiti erano ancora pieni di polvere..." "Ditelo al Viceré, capitano..." esclamò
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ad occupare io... L'ho fatto praticare caso mai dovesse esserci qualche colloquio segreto fra me e i miei ospiti più importanti..." "Ingegnoso
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!" si affrettò a vantarsi il capitano Squacqueras. "E ad ogni combattimento che vincevo, riusciva sempre più difficile ai miei nemici di ferirmi
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, la mia topa, i miei bambini; mi rimangono un fratello e un cugino soltanto. - Mentre i due nuovi amici stavano così discorrendo, qualcosa accennò
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inferiore se continuassi a tenere in pena i miei, per istartene qui a chiacchierare con mia sorella.... - Amico - rispose Rosicalegno, incoraggiato
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che meglio gli conveniva: tanto, a lui bastava di empirsi la pancia. Aveva inteso più d' una volta la contessa dire a' suoi figliuoli: - Carini miei
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le viottole del giardino, e si poteva guidare come un cavallo vero! - Gli è, bimbi miei, - spiegò la contessa - che al vostro cuore e alla vostra
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facevano ala al suo passaggio, si fermò un momento e rispose: — Il signore della notte da piú di mille anni è mio amico, egli riceve e conserva i miei
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sé tutto quel che c'era dentro: polvere, avanzi di ossa, piume lacerate... — Il vestito dei miei piccoli! — gridò Cippicippi, riconoscendo le piume
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col becco e la trasse fuori: — Io ti porto via, a vedere i miei piccini... sono tre, meravigliosi! — Lasciami, ti prego, mio caro Cipí... ormai è
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si interruppe, confuso, e guardò il pittore. — Scusami, amico mio, — disse, — parlo come se il tuo corpo e la tua mente fossero i miei. Sakumat
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3. — Miei cari, — disse il Doge, quando i due fratelli furono seduti sugli scranni coperti di velluto, davanti a quello piú alto di lui. — Come
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i miei consiglieri, giacché la fama dei pittori veneziani valica il mare, come quella della bellezza della vostra città... Ma è il momento, mio
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di scuola: ti confesserò le mie ignoranze, i miei stupori e i miei dubbi, che ti gioveranno forse, se te ne ricorderai, nelle tue letture avvenire
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e i miei consigli, vorrei piuttosto che tu buttassi il mio libro sul fuoco come un libro scellerato. Sì, se nel culto della letteratura tu dovessi
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ridicolo d'un parlare sgrammaticato. T. - Troppo gentile! La ringrazio. P. - " Non porta il pregio. - Ma non ponga "in non cale - i miei consigli. "Se ne
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, sottolineo soltanto, e questo mi basta a riparare poi alle dimenticanze. Tutti i miei libri son pieni di sottolineature. Quando, dopo un pezzo, ne riapro
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, ma tu devi scoprire i miei dolci misteri.
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mio nome». Il che vuol dire, bambini miei, che è un nome onorato. É il professore Goffredo Riga. Quando Sergio, Cherubino e Anselmuccio entrarono con
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uomo, ai luoghi dove nacque mia madre e dove vivranno i miei figli - per l'odio, innato in ogni uomo, al male, all'ingiustizia, all'usurpazione
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, non senza un certo orgoglio: - Proprio così. La mia famiglia villeggiava in Romagna, e poichè io ed i miei fratelli eravamo stati tutti promossi, per
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grande bellezza bisogna guardarla molto da vicino. Come del resto, ragazzi miei, bisogna guardare molto da vicino per comprendere ciò che è veramente
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sequestrarti un momento? I miei colleghi del cinema ti hanno già ritratto a sufficienza. Vorresti dire due parole agli ascoltatori della Radio Ovest... Qual è
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di cedere il biglietto per l'aereo e il diritto di partecipazione alla corsa a uno dei due ragazzi di cui ora Le dirò. Questi miei compagni della
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ammetto che si intrufoli il becco nei miei progetti! Volete sapere altro? Un mormorio gli risponde che no, non han più nulla da chiedere. - Allora
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. - Dunque, il primo argomento sono i miei pugni, che ti pianto subito nel mostaccio, e l'altro è una parolina in un orecchio alla polizia, a cui
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avete affatto l'aria di criminali pericolosi. Chi è stato a mettervi nell'orecchio la pulce delle aggressioni? A vedervi così, siete tali e quali i miei
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sonoro è in azione. - Ma certo, Spandig, lei può prendere senz'altro la carrozzina dei gemelli. Tanto a me non serve più. I miei due ragazzi hanno
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, vero? Se mi fossi classificato tra i primi tre, gli occhiali sarebbero stati miei! - Ma certo, Stucchino! Sono lieto che tu me li abbia sgraffignati
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io sono già via. Tu vieni poi. La latta dell'olio è nella stalla dove tengo i miei attrezzi da lavoro. Sii puntuale, mi raccomando! - Non dubitare
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sui miei piedi, per favore! - Sentilo, il fanfarone! Anche tu mi hai pestato i calli! - Tu vaneggi, citrullo analfabeta! - Picchiatello occhialuto
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collina, Narco domandò: «Se io avessi continuato, Blabante, seguendo il tuo inganno, i miei giri oltre i cento, mi avresti fermato o mi avresti
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naso e ricercò col dito un punto sul foglio. - Si, questo è il paragrafo più interessante. Sentite: e in merito ai miei lasciti e donazioni, di cui al
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Codemonte? Come osate? Chiamerò i miei avvocati e la vedremo... - Chiami i suoi avvocati, signor marchese. È nel suo pieno diritto... - fece il tenente
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barbone stava difatti venendo verso di loro con un sacchetto in mano. - Per i miei animali... - bisbigliò appena, come se chiedesse l'elemosina
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, su! Venite, amici miei... Vi ho portato da mangiare! Non abbiate timore, povere creature! Fatevi avanti, da bravi! Sono io, Melchiorre. Il vecchio
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, io non sono il solo, dunque, che conosca í suoi meriti! — gridò il povero mercante di stoffe. — È la donna dei miei sogni. Non parla mai, sta sempre
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miei piedi? Non sapete chi sono io? — Eh, che arie! — rispose la terza baronessa. — Appena arriverò, dirò tutto al Re. — Si accomodi pure. S'immagini
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come io, a metterla per questo tra le donne illustri ci avrei i miei riveriti dubbj." Molte delle ragazze a queste parole cominciarono a chiacchierare
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Cecina, o guai a te! — Maestà, son venuta a posta coi miei dottori. — E i suoi dottori erano due uccellacci più grossi di un tacchino, con un becco
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, colla sposa sotto braccio e i soldati di sentinella: — Non si passa! Non si passa! — Sono il Re! Chiamate i miei ministri! - Che ministri? I vecchi
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ne farebbe dei miei sassi? — Ma se lui li volesse? — Se lui li volesse? Questi sassi son per me; Non li cederei neppure al Re. — Il Re fece finta di
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un paio di scarpine ricamate e mi ordinò: — Calza queste qui. — E siccome i miei piedi non e' entravano, urlò: - Non è vero! — E mi ha rimandato
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bisogna che vada a casa. Vedo che il buio si fa sempre più fitto, e la mamma e nonna Bettina staranno in pensiero per me. Ma come farò se i miei panni
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gli disse: - Come, non tremi per il tuo crimine, sciagurato Duca? Così, tu dai l'esempio d'ubbidienza ai miei ordini, tu che sei uno dei grandi
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abate s'è impossessato di tutti i miei beni. - Era presente al discorso la moglie del fabbro, la quale provò un senso di pietà sentendo che quel
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: - Ragazze mie, i miei negozi mi costringono a partire; vado a Palermo, starò assente un pezzo, e desidero compensarvi della mia assenza con un dono. Che
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miei piú sentiti ringraziamenti e un cordiale arrivederci. Come vedono, ho una riunione d'affari... Ecco, siamo soli. Cioè, siamo soltanto quarantanove
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