voler scimmiottare le maritate ed esagerare nell'eleganza e negli ornamenti. La visita è un atto di cortesia che si fa e che si riceve; evitiamo che la
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persona di comune conoscenza, evitiamo di sembrare eccessivamente sorpresi quasi si credesse che quella data persona fosse immeritevole di una data
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abbiamo ospiti, evitiamo gli spaghetti e tutti i tipi di pasta lunga, perché scivolano, schizzano, macchiano, fanno fare brutta figura -Un matrimonio
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formale, e l'invitato deve prevedere un abbigliamento elegante o l'acquisto di un regalo, tanto prima gli telefoneremo. Evitiamo i toni perentori («Se
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, lasciamo un po' di tranquillità a chi vuole dormire («Alzati pure quando vuoi, ti lascio la colazione in cucina») ed evitiamo, alle sei e mezza, sbattere
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evitiamo di far colare sughi e olio dappertutto. E proporremo, oltre all'acqua e alle bibite analcoliche, del buon vino rosso, in cui intingere
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in sala pesi, o in palestra durante una lezione, per non disturbare chi sta «lavorando». Evitiamo le ostentazioni di pudori eccessivi nello spogliatoio
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ombrellone. E non chiediamo nulla in prestito, dal giornale alla crema solare. Evitiamo di gridare (anche al cellulare) e di ascoltare musica ad alto
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camera il cellulare, moderiamo il tono di voce delle conversazioni ed evitiamo di attaccare bottone con chi sta leggendo o sonnecchiando tra un
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ciglio discorsi che non condivide. Evitiamo gli argomenti personali: in Giappone, ma anche nella vicina Germania, per esempio, la domanda «lei è sposato
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fiumi e mari; in campagna e in montagna facciamo passeggiate solo sui sentieri tracciati ed evitiamo rumori inutili, per non spaventare gli animali
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gesti. Non abbandoniamoci a posizioni troppo comode, che proprio perché tanto comode possono risultare anche strafottenti (evitiamo per esempio di stare
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essere seccanti, ma che segreti non solo nostri vengano raccontati in giro. Per quanto riguarda l'ex, evitiamo di chiedere sue notizie, di compiacerci
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ai tempi di J.R. È duro accettarlo, ma noi non possiamo riproporci. Evitiamo come la peste i capi vecchi-ma-non-ancora-dabuttare, e soprattutto ogni
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a lei/lui testimoniamo di voler stabilire un piano di parità. Durante la conversazione, evitiamo le interruzioni (motivando con garbo e chiarezza
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. Che non significa sboccato: evitiamo turpiloqui e battute pesanti e volgari. E se le fa qualcun altro? Limitiamoci a non ridere: non abbiamo l'autorità
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pargoli e le foto che li immortalano dal primo giorno d'asilo fino alla laurea, non occupiamo tutto l'attaccapanni comune, evitiamo di sgranocchiare
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, se gli altri stanno già mangiando il secondo, non chiederemo al cameriere di portarci antipasto e primo. Evitiamo di parlare di lavoro, di politica e
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difficilissimo dirle bene; -non mangiamo caramelle né «svapiamo»; -evitiamo i conflitti: davanti a una domanda che ci pare inadatta, chiariamo con garbo che
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l'handicap li rendesse invisibili, non evitiamo di guardarli negli occhi. Soprattutto, per superare il primo istante di comprensibile imbarazzo
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un po' duro d'orecchio. Evitiamo di fare lunghe pause tra una frase e l'altra: sono già pesanti quando le fa Celentano, ma lui almeno poi si mette a
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regalo comune - è quello di metterlo in una busta; se ci pare troppo lezioso, almeno evitiamo di appallottolare le banconote. Ma il rispetto del denaro
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nostro partner, evitiamo frasi che suonino come una critica o una presa in giro al modo di vivere locale e ai valori della sua famiglia. Inutile
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(e convinciamoci) che non c'è niente di buffo nel dire le parolacce, quindi evitiamo ogni forma di grossolanità verbale e di turpiloquio abituale
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. Perciò evitiamo di stringere alleanze con alcuni membri della tribù a scapito di altri, asteniamoci dal partecipare a discussioni che non ci
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paesi di diversa tradizione e cultura. Evitiamo quindi di far loro rispondere al telefono, se non parlano un italiano perfetto, di far indossare
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nell'abbottonatura della camicia. Evitiamo di stare con la testa nel piatto, grattarci, toccarci i capelli, «stirarci», fare rumore con le labbra
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pacchiane; -le ricette vanno scelte con omogeneità di stile: rustico, raffinato, fusion ecc.; -evitiamo di servire più portate con lo stesso tipo di
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degli altri commensali. Anche in famiglia, evitiamo il più possibile di condire i cibi con litigi, rimproveri (se pure giusti e motivati) e lamentele
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vendette di Dio, e pur accumulando tesori terreni, rovina fino dal germe le famiglie che ne diventano eredi: Oh! evitiamo con ogni cura quest'orribile
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fotografia . . . . . . . . . . . . 288 L'annegazione . . . . . . . . . . . . 299 Evitiamo gli scontri . . . . . . . . . . 312 Una figliuola modello
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di contribuire a regali collettivi. Non scarichiamo colpe e responsabilità, pur difendendoci onestamente. Evitiamo di fare l'eco a pettegolezzi e
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un ghiacciolo con sguardi maliziosi, cosa invece permessa in privato. Bar. Evitiamo di dare del tu a camerieri e baristi solo perché li abbiamo visti
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merito di avermi fatto passare la paura di volare». Evitiamo fuori dall'ambito professionale i «dottor, professor e cavalier». Un semplice: «Posso
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qualcuno faccia questo per noi. Evitiamo, grazie. Si trovano tipi del genere tra le donne materne che escono poco: ecco, le rappresentanti di questa
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, apprezzano anche i dettagli dell' eleganza, ma non amano sapere particolarmente di che cosa questo fàscino dell'abbigliamento muliebre si compone. Evitiamo
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