della casa, hanno paura o di infastidirli o di rendersi ridicoli. Fanno quindi malissimo quegli adulti suscettibili che li apostrofano: «Ehi tu, dove
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ogni parola, dicendo: "Non dissi io vero? Ehi voi? Eh Messer Tale?", e tuttavia vi frugano col gomito». I tempi cambiano, ma i vizi restano. Ricordatevi
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. Cameriere. Non chiamate il cameriere «Ragazzo!», «Signore?», «Capo!», «Ehi lei!» Non dategli del tu. Non attirate la sua attenzione battendo le mani, o
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braccio invece del dito. Tutti i familiari, dalla signora ai bambini, chiamano la domestica col suo nome, Mariuccia, Angela, Rosa; non «ehi tu», non
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sospetta, comunque a noi sconosciuta, sarebbe maligno andargli sotto il naso dicendo con voce stentorea e confidenziale: «Ehi, ciao!» Sarebbe anche stupido
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resistere di più. - No... davvero... è meglio se da qui in poi faccio da sola. - Ehi... sei bravo quasi come il mio ex. - Sembri più giovane a vederti che
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trovo cambiata! — ehi, dico, si curi! non c'e mica da scherzare! — Cuori eccellenti! ma tanto varrebbe intendersi addirittura col becchino; questo
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birichino quello di batter loro sulle spalle e chiedere: Ehi, amico! come stai?... non mi avevi veduto? - Ma c'è da tirarsi addosso qualche risposta
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Ghita che vuol fare un brindisi colla cioccolata? E quando sente che è calda si volge alla vicina stupita e dice: cioccolata che scotta?! Ehi, chi è di
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