: — Bisogna sapere che quando eravamo ragazzetti, Agata Lo Santo — Tinuzza la chiamavano - abitava accosto a casa mia. Non aveva altro di bello che i capelli
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anch'io dal balcone e potei osservare che eravamo, in verità, pochini a provare il bisogno di fare un po' di rumore. La folla lasciò cadere le grida di
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eravamo che tre ospiti e i padroni di casa. Il pranzo volgeva alla fine quando il maggiordomo s'avanzò verso di noi, e rispettosamente avvertì che
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riuscivo a dar vita e colore non a quello che era stato ma a quello che avrebbe potato essere. Ma non eravamo ancora ad un terzo della conferenza che
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affrettarono a rispondere che all'alba - il che non era poi un grande sacrificio al Monarca e alla monarchia poichè eravamo d'inverno pieno e albeggiava alle
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decise a mancarmi di rispetto per la prima volta e, poichè mi vide docile ai suoi capricci, non fu certo l'ultima. Eravamo a colazione a palazzo, due ore
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commercio femminile, ma piuttosto un segno del suo non meno inguaribile e sventurato amore per la duchessa di Frondosa. Non appena c'eravamo seduti, Sua
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che cosa; ma ascoltava disperatamente, con gli occhi fissi sul suo viso bruno, sperando di udire parole che dissipassero i suoi terrori. - Eravamo
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dire che ha educato Melania e me, perché eravamo molto piccoli quando morirono il babbo e la mamma. La zia Pitty aveva avuto in quell'epoca una
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. - Infatti. Eravamo in questi paraggi nel settembre - disse uno degli uomini rigirando tra le mani qualche cosa. - Me n'ero dimenticato. Rossella vide che
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dirò Rossella, che tutti qui eravamo fieri di lui. Egli... sí, ci figuriamo che sia morto come un soldato per la buona causa. Che diamine voleva dire
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fine della guerra... se ne usciva vivo. Ma il governatore disse che noialtri condannati a vita... noi omicidi, non eravamo desiderati. Dovevamo essere
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Hamilton. - La conosco; non ho mai conosciuto una vecchia piú stupida. - Ebbene: ieri mentre eravamo ad Atlanta aspettando il treno per venire qui, la
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... o nel frutteto di Tara quando lo pregai di fuggire con me... oh, se fossimo stati sorpresi in uno dei momenti in cui eravamo realmente colpevoli
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", perché a Charleston nessuno ha mai parlato bene di lui e si è sempre avuto compassione per la sua famiglia. Eulalia ed io eravamo incerte se si dovesse
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freddo ed eravamo costretti a tagliare i tappeti per farne delle scarpe, e non c'era abbastanza da mangiare e non sapevamo come avremmo fatto per
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- Il male era, capisci, che quasi tutti i cavalieri, cristiani e pagani, eravamo innamorati d'Angelica. Pensa che vita! Lei mi fuggiva; io dietro a
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- Ho capito, via! con te bisogna spiegarsi chiaro; si vede che non hai viaggiato. Ah, bella cosa il viaggiare! Eravamo, figùrati, una compagnia di
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adunque in assetto ogni cosa, prendemmo la carrozza di posta, affine di giungere più presto alla capitale. Eravamo al terzo giorno del viaggio, allorchè
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cominciò a fare gli apparecchi del ritorno. Poche ore dopo eravamo in Reggio. Paolo fu sollecito a venir la sera prima dell'usato. Lo interrogai cogli occhi
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è già scorso un anno, e non si parla più della vostra partenza." Qui colsi l'occasione di castigare quell'orgoglio imbecille. Noi eravamo sole sole
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grande confusione sì nella mia, che nella sua propria acconciatura. Mezz'ora dopo eravamo entrambe pronte. "Non vi fate così abbattuta!" dissi alla
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di me." Ben lontano però eravamo ancora da tale meta. Il ritiro componevasi quasi per intero di giovani, siffattamente allevate nel bigottismo e
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, ed io eravamo in preda alla costernazione: tutta la gente del palazzo in movimento. Quando intesi voci di persone a me note per gente dabbene, preso
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disseminata ed isolata ad individui. Noi eravamo come gli antichi Stati di Francia, il cui comune pericolo e la legge comune fecero una nazione; il
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tempo che, col mezzo della posta, Paolo avesse potuto farlo consapevole della sventura che mi avea colpita. Il giorno appresso, io e Giuseppina eravamo
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. Eravamo da circa mezz'ora nella sala del ballo, quando giunse il re. Mio padre, facente parte della comitiva, ci presentò a Sua Maestà. Prima di
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