l'ultimo inverno. Mi serviva, nella sala da pranzo deserta, il mio solito cameriere che sapeva ancor meglio di me tutt'i miei gusti e tutt'i miei disgusti
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pranzavo dai Frondosa. Prima di pranzo, andai a palazzo a bere la consueta tazza di tè col mio regale amico, che trovai in uno stato di esaltazione
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pranzo. Sua Altezza, stanca del viaggio, aveva dispensato tutti dalla corvée d'assistere al suo primo pranzo a Pulquerrima e aveva pregato me solo di
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male dopo pranzo e che, non accennando la salute del Sovrano a migliorare, Sua Altezza era pregata di partire immediatamente per Effemeris. Non
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classiche l'irresistibile bisogno di un confidente. Non dovetti quindi che aspettare l'ora del pranzo per ricostruire attraverso il dire e il non dire
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principe, dopo pranzo, mentre leggeva ancora giornali e giornali, buttò per aria un fascicolo dell'Illustration pieno di fotografie del principe italiano ed
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Altezza non tentava più il passaggio troppo rischioso dalle parole molto vaghe ai gesti abbastanza precisi. E, una sera, tornando da un pranzo dai
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un gruppo di ufficiali, la bandiera bianca, azzurra e viola del regno di Fantasia. Io ripensai al mio pranzo solitario, al mio vecchio cameriere
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