. Aneddoto. Giorgio Washington, a un pranzo di ufficiali, quando uno di questi attaccò un discorso pesante con la premessa: «Tanto qui non ci sono delle
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tratta di tutt'altro, oggi suona goffo, antiquato o ipocrita. Allora? Allora è più elegante dire semplicemente «Giorgio» o «Mariella» lasciando che
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avventati («Di', Giorgio, sai chi è quella grassona orrenda alla destra di Mario?», «Si», risponde Giorgio, «è mia sorella»), se non si fosse distratti, se
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discreto. E non andate di là gridando: «Mariella! C'è uno che ti vuole al telefono, dalla voce mi sembra Giorgio Segreti». Dite, prudentemente: «Mariella
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Selimovic, Il derviscio e la morte René Prédal, Cinema: cent'anni di storia L'istituzione negata, a cura di Franco Basaglia Giorgio Faletti, Io uccido
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annunciano il fidanzamento di Margherita con Giorgio Bianchi». E non: «... sono felici di annunciare il fidanzamento della cara Margherita...», che oltretutto
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presenta i figli non dice: «Il mio giovanotto», o peggio: «La mia signorina», ma: «Mio figlio Giorgio», «Mia figlia Marta», o semplicemente: «I miei figli
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prima che poi, la spinta all'autopresentazione: «Permette? Sono Giorgio Rossi. Temo di non conoscere nessuno qui intorno...» Ecco fatto.
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rinfresco, si può allegare alle partecipazioni un cartoncino d'invito a nome degli sposi («Giorgio e Margherita saluteranno gli amici all'Albergo tale
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!», «E tu, Giorgio, perché non parli? Su, raccontaci qualche cosa di bello...» Il che farà definitivamente passare a Simona la voglia di giocare
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