e dei commerci, come può dirsi della borghesia dei nostri liberi comuni medioevali, in ispecie di Firenze. — I loro abusi invece possono divenire
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dono ai futuri mercanti e imprenditori di un mondo nuovo. — Organizzatori potenti essi reggono 30.000 telai nella sola Firenze, disseminano le spiagge
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2. Questo tipo anticipato di impresari moderni, offerto principalmente dall'Italia e più da Firenze nei sec. XII-XV (G. Capponi, Perrens, Pöhlmann
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ispecie di Milano, Genova, Venezia, soprattutto di Firenze.
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Questo principio valse non solo per la Germania, ma per i nostri comuni sovrani (compresi Firenze e Venezia); perdurò in Francia fino alla
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trasformazioni del suolo. Fanno eccezione i governi comunali intelligenti e ricchi di Italia, nella Lombardia, a Pisa, a Firenze, ove trattavasi di
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a Milano, Firenze, a Parigi, nelle Fiandre, sul Reno; il cui sviluppo e valore trovansi ormai illustrati mirabilmente (Roscher, Bücher, Doren
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artigiani più potenti (p. e. l'Arte di Por Santamaria in Firenze), favoriti più tardi dall'istituzione delle fiere o mercati più ampli in luoghi
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metà del sec. XIII, con tappe rispondenti alle riforme anco politiche in Firenze dei frati gaudenti (1252), di Dino Oompagni (1282), di Giano della
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intorno a Firenze, o negli orologi da parete nella Selva Nera; ovvero può affrontare i prezzi alti ma aleatori di alcuni prodotti, come i tessuti di seta
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L'avvento di essa si prepara remotamente nel sec. XIV a Firenze, in cui i grandi mercanti dell' Arte della lana («lanifices») davano fra il 1336-38
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) dell'industrie medioevali, p. e. nelle tintorie o gualchiere nell'arte della lana a Firenze (Doren), e come nella industria moderna essa abbia rinvenuto
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sociali nel medio evo, specialmente italico. Quelle potenti compagnie di Genova, Milano, Firenze, che acquistarono storica rinomanza nel mondo
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umiliati si fecero maestri in ben 145 conventi in Lombardia e Toscana, e a Firenze, nell'industria e mercatura dei panni raffinati (Lampertico). Gli
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(coalizione) non mancano saggi di scioperi, anche in Germania (Janssen). Che se a Firenze per ragioni politiche rimasero fissate a 21 le arti maggiori e
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libertà dei re), come quelle di Bologna del 1256, che si ispirano a ragioni religioso-cristiane, e di Firenze del 1289, che si appellano al diritto naturale
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dappertutto, come p. e. a Firenze, ove, accanto alle arti maggiori essendo salite al potere nel 1343 le arti minori, si prolungò un relativo regime di libertà
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Costantinopoli, e vennero gli scultori da Pisa e da Firenze, ma nessuno dei disegni parve a Guglielmo quale egli lo aveva sognato. E sempre pregava la
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