dei quali l'uno debba sopraffare l'altro, per mangiarlo o farlo suo schiavo o suo servo o suo salariato, ed appropriarsi quella parte dei frutti del
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odiare, essere uccisi meglio che uccidere. Uomo o donna, fanciullo o adulto, schiavo o padrone, servo della gleba o signore feudale, proletario o
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precetto dell'amore è rinnovazione che procede dall'interno, non rivoluzione: esso dichiarò, in S. Paolo, fratelli lo schiavo e il padrone, ma lasciò
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schiavo. Allora si disse: che cosa ne sarà delle sentenze di questo pretore schiavo? Ma il senno romano, che era senno molto pratico, mantenne ferme le
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