Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il giovinetto campagnuolo II - Agricoltura

206142
Garelli, Felice 22 occorrenze
  • 1880
  • F. Casanova
  • Torino
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14. Strumenti per nettare il terreno. 1. Il rinettamento del terreno si fa a mano con una piccola marra o zappino, fig. 11, e col sarchiello, fig.12

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più necessari, come sono i fosfati, e gli àlcali, col quale nome si designano ordinariamente la potassa e la soda. Ciò ti spiega perchè i diversi

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tutti; rende al terreno la maggior parte delle sostanze portate via dai ricolti; ne corregge eziandio i difetti, col dare maggior sofficità alle

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fermentazione, manterrai il letame sempre umido, bagnandolo di sovente col liquido della fossa, e, se questo manca, con acqua del pozzo. Ogni strato

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questa ridonate col letame. Ma ciò non è. Non ritornano più al terreno le sostanze contenute nel grano che si vende. Non vi ritornano neppur quelle

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, seguite da lavori, alternativamente profondi e superficiali, s'incorpora bene col terreno. Ma il modo migliore di applicarla è di farne composte. Per ciò

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, mescolata col doppio di terra. DOMANDE: 1. Le ceneri a quali piante giovano? - E a quali terre? - Si adoperano vergini, o lisciviate? In quale dose? 2. La

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lo spandimento, si usa mescolarlo col quadruplo di terra buona. Condizione di sua maggiore efficacia è di spargerlo in tempo umido, o piovoso. 2. Ma

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delle città. Queste materie si possono disinfettare facilmente con terra, col gesso, col carbone, e, meglio ancora, col vetriolo. Basta disciogliere in

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; anzi ben sovente si fanno su un punto della loro superficie, stratificando le piote erbose col concime. Le composte hanno il grande vantaggio di

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lo trasmettono a tutte le parti della pianta. In ciò consiste la respirazione. 3. Per essa le foglie fanno un bene alle piante, col carbonio che esse

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selvatiche; oppure si raccolgono per seminarli, come si fa del frumento, della segala, ecc. Così tu vedi che la vita delle piante, cominciata col seme

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, disturbano i lavori d'apparecchio delle terre per la seminagione; epperciò si suol dire che «chi semina con l'acqua, raccoglie col paniere». La rugiada

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, che i granelli della sabbia. Si distinguono pure col nome di terre bianche, dal loro colore ordinariamente biancastro. I terreni calcari hanno poca

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. Questi terreni, oltre il nome, conservano le proprietà della sostanza predominante. Tali proprietà li rendono poco atti alla coltivazione. Col variare

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pietre a mano, o spezzandole col piccone, o facendole saltare, se molto grosse, con la polvere da mine. Dove abbondano, si tolgono almeno quelle che

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erbe; onde il fieno è duro, scarso, di cattiva qualità. 2. Queste terre si risanano, col liberarle dall'acqua soverchia, e stagnante. Ciò si fa con

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, che si distinguono col nome di marcite. 2° Per imbibizione; immettendo l'acqua nei solchi, d'onde poi s'infiltra nelle aiuole. In questa maniera si

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profondità di 25 a 30 centimetri; rivolta compiutamente le zolle all'aria, ed al sole; le addossa le une alle altre; le rompe col taglio, e le divide

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10. L'erpice chiama il rullo. 1. Il rastrello chiama il maglio in aiuto, per rompere le zolle. Così fa l'erpice col rullo. In terre compatte l'erpice

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2. Ma tu osservi: «Perchè, dopo avere smosso il terreno, quanto meglio si è potuto, si rassoda di nuovo col rullo? Non è forse questo un fare e

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facessero da padroni in tutto: ditemi, non caccereste via cotesta gente col randello, o non chiedereste l'aiuto dei carabinieri per sbarazzarvene? DOMANDE

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La giovinetta campagnuola

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Garelli, Felice 26 occorrenze
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condire piccoli cocomeri, cipollini, fagioli verdi, carote, ecc. Col sale conservi il lardo, e la carne tagliata a pezzi. Questa la puoi anche conservare

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, gialla, e prende il rancido. E tu sai per prova che con vecchia crema si ha cattivo burro, e si suda una camicia ad ottenerlo. Col troppo caldo, e

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spesso. Fa che non si venda tutta la canapa coltivata nel podere. Riserva per uso domestico la lana di alcune pecore. Col danaro che ricavi dalla

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facilmente stingono, e quindi macchiano la biancheria. Queste laverai a parte nel ranno, strofinandole col sapone. Meglio ancora, le laverai con la

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avara. A stento si giunge alla primavera. Il bestiame che dalle fatiche estive si sarebbe rifatto col riposo invernale, scarsamente nutrito, invece di

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la razione a poche bestie. Col trincia-foraggi si taglia il fieno a pezzetti di uno o due centimetri, e il bestiame lo divora tutto, senza che ne perda

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32.I bachi da seta. Anni addietro ad allevare i bachi da seta si aveva un guadagno sicuro. Col seme attuale, debole e malaticcio, son poche le

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, avvertendo di estirpare a mano le malerbe nelle file. Col zappino mantieni la terra smossa tra le file. Le sementi procura di fartele nell'orto stesso

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16.La violetta. Tu conosci la violetta mammola. Essa è l'immagine della modestia: col suo colore non dà nell'occhio, ed anche si sta nascosta sotto

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luogo ove si fuma, senza portarne con te l'odore. Il cane, se va col lupo, impara ad urlare; chi pratica lo zoppo impara a zoppicare. Dimmi con chi vai

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19.Sii contenta della tua condizione. A molte contadine sembra di toccare il cielo col dito, se possono andare in città, come operaie, o serve di

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figlioli; pago vecchi debiti, col mantenere i mie genitori». Vedi, giovinetta, come il lavoro fa la gente virtuosa, e contenta del proprio stato!

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raggiungerla. La chiave che sempre si adopera è lucente; quella che non si usa si copre di ruggine: così il corpo col lavoro si fortifica, nell'ozio

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dunque il buon Dio che ti assista, e ti aiuti a far bene. A lui rivolgi i primo pensiero del mattino, e l'ultimo della sera; comincia i tuoi lavori col

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nessuno nasce maestro. Anche qui ricorda i proverbi: Chi fa falla; — provando e riprovando si impara; — col vedere quel che non va, si capisce quel

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.Il riposo, e la salute si guadagnano col lavoro. 43.Ad imparare non è mai troppo tardi. 44.Povero è chi non sa far niente. 45.L'ignoranza è madre della

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al bel mezzodì; da varie finestre riceve abbondanza di luce; ha dinanzi l'aia col pozzo; l'orto di fianco, e il letamaio di dietro, a mezzanotte. La

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ha pane, son pane le castagne; e anch'esse, specialmente col latte, nutriscono bene. Alla varietà dei cibi corrisponde la varietà delle bevande

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lingua; ingollando bevande tepide, per esempio, l'infuso di camomilla. Rigettate col vomito le materie contenute nel ventricolo, si prendono generosi

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18.Sta in guardia col vasellame di cucina. Le famiglie campagnuole povere usano per la cucina stoviglie di terra cotta: e fanno benissimo. Al

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nella stalla, col nutrirle anche bene». L'alimentazione del bestiame varia con la stagione. D'inverno si fa in gran parte con foraggi secchi. In

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fiacchi, pigri, e deperiscono. La dimora alla stalla, o stabulazione, deve quindi alternarsi col movimento all'aria libera. Ciò è specialmente

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°Di curare la nettezza della pelle, degli abiti, e della casa; 4°Di adottare un buon regime alimentare; 5°Di alternare il lavoro col riposo. Eguali

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, alle terre. Con queste avvertenze risparmierai molte spese, le quali a tutta prima paiono inezie, e non lo sono. Ricòrdati che col poco si fa molto

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la compra, se ha il danaro che ci vuole; altrimenti la ritarda, fino a che abbia il mezzo di pagarla. Essa sa che col danaro contante si provvede

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. . . . . . . . . 67 18.Sta in guardia col vasellame di cucina . . . . . . . . . .68 19.Perchè gli animali mangiano? . . .p.70 20.Allevamento dei vitelli . . . . . 71

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