la bella fama di un pittore veneziano, Antonio Zona. Pochi quadri moderni sono degni di stare accanto alla sua gran tela, che si ammira nella
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Venezia, mischiato appena con qualche parola italiana e lombarda. Nel 1813 Antonio Canova scriveva da Roma al Cicognara, lodando quel pensionato dell
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tagliapietra di Verona principiarono da cestelli di frutta: quelli di Antonio Canova sono preziosamente serbati nel Museo Correr di Venezia; gli altri non
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Giocondo, veronese, detto la Fenice degli ingegni, o da quell’Antonio Rizzo, pure veronese, che, autore della Scala dei Giganti e di una parte del cortile
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nereidi, di satiri, di centauri, stupendissima bizzarria, e ideò la cappella di Sant’Antonio, che, cominciata nel 1500, fu costrutta da un altro
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d’Abano,ma poi ridipinto da un anonimo ferrarese e da Zuan Miretto padoan. E dove si lasciano il Guariento padovano, Giusto, Giovanni, Antonio ed
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coraggiosamente mano alle riforme, allarga le strade, alza ricchi edificii, ristaura, tra gli altri monumenti, la chiesa di Sant’Antonio, del Santo, come dicono
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A incarnare il Cinquecento romano occorreva. Michelangelo. Non bastavano gli ingegni di Baldassare Peruzzi, autore della Farnesina, di Antonio da San
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, nelle opere del vecchio Antonio Viniziano non vede cosa più maravigliosa di un idropico, il quale col viso secco, colle labbra asciutte e col corpo
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, sono cose che s’affaticava a fare anche Antonio Canova. Bisognerebbe dunque attribuire al realismo un significato più angusto, se si vuole che esprima
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, le Tentazioni di Sant’Antonio, con quelle procaci donne mezze nude e quel Pagliaccio vestito di color di rosa. Il Bouvier, sopra un fondo di cielo
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Antonio Rotta di Venezia è mitigato dalla più pittoresca esecuzione degli accessorii e da una migliore qualità di tavolozza. E non è che le donnette
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San Marco, delicatissimo lavoro di Martino Lombardo, ed alla scala dei Giganti di Antonio Rizzo. Ma mezzo secolo dopo queste eleganze del Rinascimento
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Il brillante Rodolfi, un magnifico tipo di Antonio, ha mantenuta viva l'ilarità del pubblico coi suoi strafalcioni scritti veh! intendiamoci