Tre o quattro ragazzi posano ciascuno le proprie mani alternativamente e ordinatamente l’una sull’altra sopra la gamba d’uno di loro, o sopra il
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Le ragazze che giuocano si prendono per le mani e formano una catena. La mamma e il capo-giuoco si pigliano per le mani e le alzano tenendole tese
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Si fa da due o anche tre fanciulli, avvolgendosi in sulle mani del filo e l’un dall’altro ripigliandolo in varie figure, come per esempio: la cùnnola
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sur una delle mani che poggiano a terra, tutto il corpo, in guisa di fare, braccia e gambe tese, una girandola.
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I giocatori, disposti in fila uno dietro l’altro, a una certa distanza, s’incurvano alquanto, appoggiando le mani sulle ginocchia; meno quello che
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È un giuoco che va eseguito da tre fanciulli. I due più grandicelli formano con le loro mani, dandosele a croce, una specie di seggiola, molto comoda
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Molte fanciulle prendendosi per le mani formano circolo, e facendo la ruota attorno ad una loro compagna, che è nel mezzo, le domandano: — Mamma, ch
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Si fa la conta e colui che è sorteggiato va a nascondere la testa tra le gambe della mamma, la quale gli benda gli occhi con le mani. Parecchi
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indovina in quale delle due mani si racchiudono i céci o i bruscolini, vince questi, o ciò che è stato convenuto prima di cominciare il giuoco.
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zucca a prova. Egli stringe tra le due mani, uno dopo l’altro, il capo dei giocatori; e quella cocuzza che gli pare buona da comperare, pattuisce
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Una certa quantità di fanciulli o fanciulle, prendendosi per le mani, formano una lunga catena, e correndo fanno le viste di giuocare. Ma invece, i
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Molti fanciulli e fanciulline si prendono tutti per le mani e fanno un circolo girando in tondo e cantando: "Ggira ggira tondo Cavallo imperatóndo
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una brecciolina, un anello o qualcosa di simile, e passa per ordine, dall’uno all’altro giocatore per deporre nelle mani di essi l’oggetto ch’essa serra
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le mani in modo che nulla possa vedere. Il paziente, stando così curvo, deve tenere il piede destro levato, il quale piede sarà sostenuto dal
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alla settimana andavano in abito di costume e con una bussoletta fra le mani a cantare sotto i balconi de’ devoti certa nenia monotona che chiede
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altro al paradiso. Per esempio, riso all’inferno, e céci al paradiso. Quindi si pigliano per le mani, tenendole tese e alzandole in alto per lasciarvi
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lo conduce in Paradiso. Se però il colore richiesto manca, allora il richiedente (la Madonna, o l’Angelo o il Diavolo) se ne ritorna con le mani vuote
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distanza, si dispongono intorno a loro due, dicendo, mentre gi rano le mani sul petto: "Lavorate, lavoranti, Chè le forche so’ ammannite P’impiccavve
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Lebbo: Bello. Trubbo: Brutto. Pachelo o Palecco: Cappello. Sparche: Scarpe. Nami: Mani. Sumo: Muso. Sivo: Viso. Tracavva: Cravatta. Un cranfo e zemmo
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quale alcune volte vi si nasconde un sassetto. La mamma o la conta tira in alto la mazzarócca; allora tutte le mani dei giocatori si protendono per
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le mani dietro il dorso, e gli occhi bassi. Quando alla mamma rimangono uno o due figliuoli, il diavolo finge di ritirarsi in casa. Allora la mamma
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. Gnèsa: No: non è vero. Gnòcchi: Quattrini, scudi. Gnocco: Semplice. Grancio: Ladro. Granfie: Mani, artigli. Griffà’: Dar di griffo: mettere le unghie
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