Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Clara di Perth

337447
8 occorrenze

Archibaldo guardando dietro a Strangolabene.

Detti – Enrico, in costume di scudiere, entra nella sala terrena per una porta a sinistra.

A sinistra una casa di discreta apparenza con una piccola corte circondata da muro. Nella corte un grosso ed alto albero, ed appiè di esso un sedile di marmo. Nel muro, una porta, che mette alla strada, sopra il muro un terrazzo praticabile sostenuto da arcate. La porta del primo piano dà su detto terrazzo, a cui si ascende per una scala di fronte. A destra della via è il muro altissimo del Giardino, ad un fianco della casa di Crawford. È notte.

(Enrico entra per la porta in fondo, il vecchio con altri per la porta a sinistra dell’attore)

(L’uomo che ha messo fuoco alla casa, ne scende e si unisce al Coro – Le fiamme già incominciano a rompere le tenebre, Clara con grido acuto)

Il Teatro rappresenta una magnifica piazza di Perth; e splendidi palagi vi si veggono – a destra dell’attore vedesi il palagio baronale di Enrico, il quale n’esce pensoso.

Detti, Clara nel fondo della via da Scudiere con stivali e speroni, e lentamente si avanza verso l’osteria, mentre Strangolabene seguita a bere – Spessi lampi e tuoni.

Deserta sponda di un torrente – A sinistra è una casa in due piani mezza diroccata, la di cui fronte allo spettatore fa vedere per una grande arcata, l’interno di una vecchia osteria al pian terreno, ed una rozza scala che mette al granajo – Nella facciata, che guarda la strada è una porta, che s’apre al di dentro – Poco discosto dalla porta, [per] una piccola inferriata può scorgersi l’interno. Il resto del Teatro rappresenta la deserta sponda del torrente, cui fa argine un parapetto quasi ruinato al di là la Città – È notte…

Il Trovatore

339018
4 occorrenze

(Azucena si addormenta; Manrico resta genuflesso accanto a lei)

Azucena giacente sopra una specie di rozza coltre, Manrico seduto a lei d’appresso.

(tutti scendono alla rinfusa giù per la china; tratto tratto, e sempre a maggior distanza, odesi il loro canto)

. – A destra il padiglione del Conte De-Luna, su cui sventola la bandiera in segno di supremo comando. Da lungi torreggia Castellor.

Il Trovatore

339082
5 occorrenze

(Azucena si addormenta; Manrico resta genuflesso ed accanto a lei.)

Il Conte, uscito dalla tenda, volge uno sguardo bieco a Castellor.

Azucena giacente sopra una specie di rozza coltre, Manrico seduto a lei d’appresso.

(tutti scendono alla rinfusa giù per la china; tratto tratto, e sempre a maggior distanza, odesi il loro canto.)

Accampamento – A destra il padiglione del Conte di Luna, su cui sventola la bandiera in segno di supremo comando. da lungi torreggia Castellor.

La Traviata

340557
Piave, Francesco Maria 9 occorrenze

Violetta, Alfredo e Gastone a tempo.

(s’ode romore a destra)

Alfredo, poi Giuseppe, indi un Commissionario a tempo.

A destra più avanti un tavoliere, con quanto occorre pel giuoco, a sinistra, ricco tavolino con fiori e rinfreschi, varie sedie e un divano.

Detti ed Alfredo, quindi Violetta col Barone; un Servo a tempo.

Violetta ch’entra con alcune carte, parlando con Annina, poi Giuseppe a tempo.

(gli uomini si tolgono la maschera, e chi passeggia, chi si accinge a giocare)

A metà della scena una toilette, vicino un canapè; più distante un altro mobile su cui arde un lume da notte, varie sedie ed altri mobili. La porta è a sinistra; di fronte v’è un caminetto con fuoco acceso.

Nel fondo è la porta che mette ad altra sala; ve ne sono altre due laterali; a sinistra, un caminetto con sopra uno specchio. Nel mezzo è una tavola riccamente imbandita.

La Traviata

340637
Piave, Francesco Maria 9 occorrenze

(s’ode romore a destra)

Violetta, Alfredo e Gastone a tempo.

Alfredo, poi Giuseppe, indi un Commissionario a tempo.

A destra più avanti un tavoliere, con quanto occorre pel giuoco, a sinistra, ricco tavolino con fiori e rinfreschi, varie sedie e un divano.

Detti ed Alfredo, quindi Violetta col Barone; un Servo a tempo.

Violetta ch’entra con alcune carte, parlando con Annina, poi Giuseppe a tempo.

(gli uomini si tolgono la maschera, e chi passeggia, chi si accinge a giocare)

A metà della scena una toilette, vicino un canapè; più distante un altro mobile su cui arde un lume da notte, varie sedie ed altri mobili. La porta è a sinistra; di fronte v’è un caminetto con fuoco acceso.

Nel fondo è la porta che mette ad altra sala; ve ne sono altre due laterali; a sinistra, un caminetto con sopra uno specchio. Nel mezzo è una tavola riccamente imbandita.

Lionello

340858
Piave, Francesco Maria 7 occorrenze
  • 1853
  • Catello de Maio
  • Napoli
  • melodramma
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Lionello, guardando dietro a Lamafedele.

Lionello, poi Marcello a tempo.

A sinistra una casa di discreta apparenza con una piccola corte circondata da muro. Nella corte un grosso ed alto albero ed un sedile di marmo; nel muro una porta che mette alla strada. Sopra il muro un terrazzo praticabile, sostenuto da arcate. La porta del primo piano dà sul terrazzo, a cui si ascende per una scala di fronte. A destra della via è il muro altissimo d’un giardino ed alcuni alberi che si perdono nel fondo. È notte.

Bice, Anna, Marcello nella corte, poi Bandini e Piero a tempo sulla via.

Detti e Marcello, che, in vesti dimesse, entra nella sala terrena per una porta a sinistra.

(durante questa scena e la seguente, Rita parla con molto calore a Marcello. Partita Bice, Lionello va dietro la casa, e ritorna parlando con Lamafedele)

A sinistra è una casa in due piani, mezzo diroccata, la cui fronte, volta allo spettatore, lascia vedere per una grande arcata l’interno d’una rustica osteria al piano terreno, ed una rozza scala che mette al granaio, entro cui, da un balcone senza imposte, si vede un lettuccio. Nella facciata che guarda la strada è una porta che s’apre per di dentro; il muro poi n’è sì pieno di fessure, che dal di fuori si può facilmente scorgere quanto avviene nell’interno. Il resto del teatro rappresenta la destra parte dell’Adige, che nel fondo scorre dietro un parapetto in mezza ruina; al di là del fiume è il Palazzo di Giustizia ed una parte di Verona – È notte.

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