stolido. La casa dove viviamo, dove sorridono i nostri cari, dove piangiamo i nostri morti, deve avere da noi tutto il rispetto, tutto l'amore, tutta
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apparenze. "I servi sono i nostri nemici pagati da noi stessi — scrisse certa nobile dama della corte francese a un'amica che le faceva il panegirico della
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spirito — le donne chiacchierano sempre tanto, che lasciano consumare le sigarette senza fumarle e così non si sciupano la salute. Sarebbe, ai nostri
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continuo, è passata nel numero dei più. Nei nostri pranzi attuali il numero delle portate — fra calde e fredde — non deve superare il numero di cinque. Ce
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servitori. Se si ripensa all'eleganza civettuola dei bei costumi a colori, trapunti d'argento, in cui i nostri avi si pavoneggiavano, piegandosi in profondi
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È questo un tasto scabrosetto da toccarsi. Sappiamo purtroppo che cosa sono le conversazioni dei nostri salotti, a questi lumi di luna; conversazioni
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IL GIORNO DEL RIPOSO I nostri due ragazzi tornarono da compare Festo qualche giorno dopo, un pomeriggio. Scendendo la valle udirono il noto rumore
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cui colori distinti dagli anni, i nostri occhi posarono svagati negli istanti di distrazione o di stanchezza. Addio, cari compagni ed amici, di ognuno
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BABBO, MAMMA! I nostri due viaggiatori stavano per giungere al paese. Si scorgeva, tra gli alberi fronzuti, la vetta del campanile: le campane che
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No! Sei qui!... La festa ch'egli aveva immaginata, è nostra!... nostra!... Nostri questi doni!... Ed egli è là... egli è preso... ben guardato
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suo perdono il mio lavacro!... E allora, oh! allora, bastava che i nostri corpi si dimenticassero in una stretta languida o furiosa, per risentirci
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. Senza scene violente, e senza rivelare i nostri scopi. Quando a il momento, zàffete! Son presi!
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, ma più gustosa e superiore a tutte le trote; si digerisce facilmente ed abbonda nei nostri fiumi alpini e nella Savoia; 4° V'è finalmente l’humble
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valore dei nostri particolari istituti amministrativi, politici e giuridici, che vogliamo difendere, ma ove sono i giuristi, i letterati, i politici del
, ricavandone ammaestramenti e considerazioni che non ci paiono senza interesse anche per i nostri lettori.
agli intellettuali il riconoscimento della loro abilitazione scientifica. L’oratore ricorda qui – commosso - il bel tentativo fatto dai nostri
al ripristino dell'ordine, alla trasformazione dei nostri istituti politici e alla rivalutazione delle nostre forze economiche. L'elemento convulsivo
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. Il governo, sotto l'assillo della pubblica opinione e per l'impegno che ha preso, deve arrivare a pratici e seri risultati. I nostri criteri in
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italiano già da più di un anno è andato insistendo su questo ordine di idee con memoriali e con affermazioni; fu accusato di germanofilia, ed anche nostri
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poter entrare nel sistema economico degli stati danubiani, rivalutando così il bacino adriatico. Non abbiamo vantaggio alcuno ad acutizzare i nostri
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« tripartito » che desta antipatie, e che in realtà non potrà giovarci, perché non abbiamo capitale da esportare; invece dobbiamo riprendere i nostri traffici
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economico, e di assicurare agli allogeni dentro i nostri confini una politica seria e di rispetto, che non sollevi, nei difficili momenti di guerre e di
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politica di emigrazione, che noi dobbiamo sempre più valorizzare nel migliorare i nostri organi consolari e le opere di assistenza e di protezione
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sulla scuola cristiano-sociale. Questo atteggiamento ieri era chiamato confessionalismo, e metteva i nostri sindacati al bando. Oggi la barriera è stata
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far valere alla camera la nostra concezione statale e i nostri postulati sociali ed economici, ciò fu perché, divenuto a un tratto grande di cento
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nostri rapporti con l'estero.
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Strano ricorso storico: cento anni fa i nostri padri iniziavano la lotta per le libertà politiche; libertà che oggi, o sono assimilate dal corpo
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parole dei suoi strani ragionamenti. Questa la loro ardita essenza: tutta la natura che ci circonda non è se non una illusione dei nostri sensi.
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In vero non si potrebbe così spiegare perché i nostri corpi e tutti i nostri apparati siano stati attratti verso il pavimento della stanza? Poi che
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financo sembrarci folle, è necessario rifare tutti i nostri studi, fondandoli su i nuovi concetti. La via che può condurci alla nuova conoscenza non è
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del Mondo che con la sua forza d'attrazione agì sul contenuto della nostra stanza, per modo che tutti i nostri istrumenti, insieme con noi, vennero
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all'influenza di un campo di gravitazione la contemporanea caduta dei nostri strumenti, manifestatasi all'improvviso.
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imperfezione dei nostri strumenti fisici, deve fallire. Ma una eccezione del tipo di quella cui abbiamo accennato parlando di «Mercurio» ci viene in
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si manifestano ai nostri sensi e quanto è vario il gioco dei loro mutamenti incessanti! Tornano alla memoria le parole di Eraclito di Efeso (500-440
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piano sono curve. Noi siamo abituati, sin dall'inizio dei nostri studi, a concepire il piano illimitato ed infinito. Imaginiamoci, ora, degli esseri
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terza dimensione, concetto che i nostri esseri non posseggono affatto.
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I nostri esseri bi-dimensionali e nella loro vita e nella loro struttura, hanno un patrimonio spirituale concettivo, anch'esso bi-dimensionale. Per
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tale spazio in forma percettibile ai nostri sensi.
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— pensiamo ai meridiani dei nostri mappamondi — questo cerchio comprende una superficie curva.
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La nuova teoria giunse, per citare ancora una volta il Weyl come «una furiosa onda rivoluzionaria contro i nostri consueti concetti di Spazio, Tempo
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Assorti nei nostri pensieri, guardiamo lo spettacolo magnifico: e l'occhio e il cuore, ricolmi di beata ebbrezza, tremano. Nell'anima, inconsapevole
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anzi abitudinariamente cadon sotto i nostri occhi fenomeni nei quali tutto pare avvenga in modo del tutto opposto; il che ci fa sembrare strana la
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Riprendiamo i nostri ragionamenti su la palla lanciata dal treno merci. Se essa deve ricadere su le mani del viaggiatore è logico pensare che ad ogni
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quanto più nei nostri gabinetti esperimentali riesciamo a diminuire le influenze esterne agenti su i corpi in moto, cioè ad affinare le nostre
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sicuramente sul valore dei nostri sistemi.
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dunque indispensabile, per percepire un suono, la presenza di un mezzo elastico che lo trasmetta, tra l'oggetto che lo desta e i nostri orecchi.
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la propagazione del suono richiede la presenza dell'aria tra l'oggetto che lo desta e i nostri organi uditivi; per la propagazione della luce non è
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Sappiamo che per percepire la visibilità di un oggetto è necessario che esso invii verso i nostri occhi raggi di luce, propria o di una qualsiasi
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movimenti susseguentisi in modo continuo crea ai nostri occhi l'imagine di una sola onda in moto.
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fare anche il maggior sacrificio per la patria. E Milano risorge. Le sue mura? I nostri petti. Abbiamo costruito una novella città; la vogliamo chiamare
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