e riprendere vigore la vecchia teoria liberale del disinteressamento dello Stato e del «lasciate fare, lasciate passare», quasicché nel sistema
Nel mio discorso di Firenze del 18 gennaio di quest'anno affermavo che « nel decadimento del pensiero liberale democratico, questo stato atomistico
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etichette politiche (denominazione che fino al ʼ20 aveva perfino il gruppo Salandra detto liberale-democratico) comeun lavaggio di pulitura di una macchia
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il sistema atomistico è acuito dalla nostra costituzione liberale, nella quale il cittadino elettore crea la camera dei deputati; questa crea il
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nucleo liberale di destra e il nazionalista, la democrazia liberale, invece, che, avendo in mano il potere, non aveva più un unico contenuto programmatico
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di inserire nell'ordinamento statale istituti e forme non perfettamente omogenee, per poter così trasformare il vecchio stato a struttura liberale
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con la democrazia liberale il patto sull'esame di stato, sulle linee del progetto Anile, di quell'Anile che lo sostenne al nostro congresso di Napoli
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fulcro, ragione, méta di una vera e profonda attività di vita. E mentre il pensiero liberale ebbe dalla fine del secolo decimottavo ad oggi economisti
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la linea di stato liberale, con la difesa e l'offesa agli elementi antiunitari ed antiliberali, comprendendo in questi, anche per forza di eventi o per
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decomposizione, aumentò, anzi centuplicò l'inflazione dei poteri, al di là del naturale sforzo bellico, irrigidì ogni potere evolutivo dello stato liberale.
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Dall'armistizio ad oggi, nel decadimento del pensiero liberale democratico, questo stato atomistico, centralizzatore, burocratico, portato oggi alla
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rappresentativo liberale era a base di suffragio limitato, come espressione della classe borghese dominatrice nelle alterne vicende dei conservatori e dei
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indietro per ottenere un equilibrio liberale-democratico riducendo in minoranza socialisti e popolari. Gli si attribuiva anzi il recondito pensiero di
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civiltà cristiana. E neppure la rivoluzione francese e il laicismo liberale, anche nelle loro transitorie aberrazioni o nelle lotte sul terreno politico
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