Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: ci

Numero di risultati: 65 in 2 pagine

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Una famiglia di topi

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Contessa Lara 17 occorrenze
  • 1903
  • R. Bemporad &Figlio
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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dovere. - Oh, mamma! - disse Rita - ci son qui sotto dei topini.... dei topini tanto carini! Se tu ci permettessi di farli venir su, che piacere di

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magnolia cantavano alcuni passeri. - Com' è allegra tutta questa gente! - disse tra sè il topino - vuol dir che nel mondo, anche senza che nessuno ci

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capitar qua dentro? Di topi come te non ne ho visti mai. Che fai qui? Chi ti ci ha portato? - Moschino, che vide l'altro così brutto e in così cattivo

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bello! - esclamava la Rita. - Moschino! Moschino d' oro! - ripeteva Nello. - Bestia scellerata! - diceva la Letizia, con ragione - quanto ci hai fatto

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a lui; quello zuccone di Bellino.... tutti, tutti in un modo o nell' altro gli avrebbero data la baia! Ah! Moschino non ci poteva pensare. E il

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dimostrargli quanto noi gli siamo grati della bella storia che ci ha raccontata. - Ma sarà poi vera? - saltò su a dire Moschino. - Anche se non è vera la

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Ma Vittorio da quell' orecchio non ci sentiva; e continuò a dar la caccia alla Ninì, finchè sua madre non lo chiamò ..a pranzo. Era un ragazzo di

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, che attirava la simpatia a primo tratto. Dodò gli disse con benevolenza: - Non esistono razze inferiori, perchè davanti a Dio, che ci ha creati tutti

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. - Bravo Dodò! L' hai trovata tu eh, questa birichinaccia? Ci volevi tu! Bravo Dodò! O dov' era, dimmi? - I bimbi s' eran chinati a prendere in mano la

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bianca, che gli scendeva lunga sul petto. Al vederlo, i suoi compagni ridevano a più non posso, tanto era buffo. Quando i bambini ci furon tutti, un

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lavato e profumato come me. Ormai abbiamo trovato dei padroncini che ci colmano di buone grazie, e che s' ingegnano di farci dimenticare tutte le pene

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, - rispose la Rita. - La maestra ci ha spiegato la divisione; poi ci ha fatto ripetere la lezione di ieri su le regioni d' Italia; poi ci ha dato il tema

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per forza, ed esclamarono subito: - Oh carini! oh come sono piccini! oh poverini! - Ci volle del bello e del buono prima che la contessa potesse

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dentini dalla gioia d'esser lasciato in quel luogo. Ci eran le file di libri assai belli e ben rilegati in marrocchino, in bulgaro,

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portar tante belle cose di lontano; voglio uccelli tutti rossi e celesti, pappagalli che sanno recitare il paternostro, come quello che ci ha raccontato

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.... Brrr.... quando ci penso, mi s' accappona la pelle. - E tu non girare, - diceva Dodò con la solita calma. - Oh, sai che c' è? - prorompeva Moschino, il

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acuti come aghi, si ficcarono fino all'osso in un dito del malcapitato. - Ahi! ahi! - si mise a gridare colui - ma che ci tengono qui dentro? che cos

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Il compito dei giovani

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

quel suono ci creava dinanzi mormoravamo una promessa mentre salutavamo le ultime case, le ultime torri, che sparivano dietro la curva del monte. E

Il congresso dell'Associazione universitaria cattolica trentina - Relazione del presidente

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Alcide de Gasperi 4 occorrenze

Natale abbiamo offerto alla causa dell’università italiana l’appoggio dei cattolici trentini, cioè della maggioranza del paese. Per tutta risposta ci

robusta e fiorente virago. Dopo un inverno breve ci troviamo nella nostra primavera. Ma non siamo soltanto cresciuti di numero. In questi ultimi anni, si è

finanziario fatto nel I Congresso cattolico, ci dice che molti dei nostri amici non aspettavano che il nostro appello. Li ringraziamo vivamente. Vedano

solidarietà delle organizzazioni democratiche cristiane di cui offre un esempio così bello questa adunanza, ci testificano che la fiducia in noi è

La questione meridionale (II red.)

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Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 240-244.
  • Politica
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La ragione per cui mi sia indotto io siciliano di parlare della Questione Meridionale a Bologna si è che i nostri fratelli del Nord non ci conoscono

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Ecco l'epoca degli ascari. La prima generosa, se vuolsi, ci sacrificò per l'idea nazionale, la seconda per l'affarismo personale. La vita locale

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Il legittimismo in Italia

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 245-249.
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Del resto è così primitivo e meccanico questo concetto in ordine ai rimedi del mezzogiorno, che non val la pena metterlo in discussione. Ci vuole la

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La questione meridionale

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Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 234-239.
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, per averne delle impressioni per quanto sincere altrettanto fugaci. Noi non ci conosciamo; e lo stacco si rende tanto più reale, quanto ancora non si è

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adeguata del problema che ci travaglia.

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I PREDONI DEL SAHARA

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Salgari, Emilio 23 occorrenze

alcuni proiettili. "La corrente ci trascinerà egualmente." "Se prendessimo terra sulla riva opposta?" chiese Ben. "Non fidatevi," disse El-Haggar

piombo nella zucca." "Scherzate!" esclamò l'ebreo, stupito per l'inaudito sangue freddo dei suoi salvatori. "Che volete? Io e Rocco ci divertiamo

passaggio fra tutte quelle fronde e quelle radici, che intralciavano ad ogni istante la marcia; poi si arrestò improvvisamente, dicendo: "I rapitori ci sono

. "Non vedo più nulla!" "Meglio per noi," disse il marchese. "Così non ci vedranno." "Ma non so dove andiamo." "Troveremo qualche porta." "Fermiamoci

Nartico. "Se ci fiuta girerà al largo e piomberà sui nostri animali dall'altra parte." "Siamo sottovento," osservò Rocco, "quindi non ci sentirà." "Non

, marchese," disse Esther. "Pensiamo invece a salvare Rocco." "Noi siamo pronti, è vero, Ben?" "Ci metteremo alla testa degli arabi e dei Tuareg e non

?" si chiese. "Nel rifugio." "E ... questa oscurità? Marchese! ... " "Devo darvi una brutta notizia," rispose il signor di Sartena. "Le sabbie ci hanno

Sartena. "La cosa è grave, marchese. Quei kissuri possono darci molto fastidio," aggiunse Ben. "Appena imbarcati attraverseremo il fiume e ci metteremo in

un ammasso di rocce?" "No, padrone: è una nube che s'avanza e annuncia il simun." "Che cosa ci consigli di fare?" "Partire subito, padrone. A tre o

i Tuareg a distruggere la vostra carovana?" "Si, signore. Ci hanno sorpreso l'altra sera, mentre ci eravamo appena accampati ed il loro assalto fu

parti?" "Tutto lo indica, marchese." "Fuggiamo, Ben! Fuggiamo!" "No, marchese: forse la morte di questa carovana ci salva." "Perché dite questo?" "Qui

, Rocco," disse il marchese, gettando il ferro di lancia. "Queste canaglie sono più forti di noi." "Ci uccideranno egualmente più tardi, signore," disse

." "Avete ucciso poi veramente il negro che ci ha traditi?" chiese Ben. "Potrebbe essere un altro." "Vado ad assicurarmene," rispose Rocco. L'uomo era

ci ha fatto incontrare." "Voi rimanete qui," disse il vecchio. "La mia casa è a vostra disposizione, i miei servi, che sono fedelissimi, sono ai

, sorridendo. "Ti aspetto a Tombuctu." "Vi seguirò da lontano, così vi giungeremo insieme. Bada però di non ingannarmi." "Il sangue dei francesi ci unisce

distanza è eguale a quella che ci separa da Marabuti e poi dovremmo deviare di molte miglia." "Preferisco proseguire verso il sud onde raggiungere la

seduti poco lontani fumando e chiacchierando. Scorgendo El-Melah, il predone si era subito alzato. "Già di ritorno!" esclamò. "Ci siamo tutti." Gli occhi

del mondo, mi ripugna ucciderli a sangue freddo. Cerchiamo piuttosto di smontarli. Forse ci tengono più ai loro mehari che alla propria pelle. Cosa ne

sospettoso moro. "Sarebbero capaci di denunciarvi per impossessarsene." "Conosciamo quei messeri," rispose il marchese. "Quantunque finora non ci

il moro, "che mi ha fatto giungere in tempo per salvarvi e per vendicare il padrone e vostro fratello. Questo miserabile ci aveva venduti tutti al

quelle sterminate lande, un silenzio di cui non ci si può formare un'idea. Nelle foreste, nelle pianure, sulle montagne, nei burroni anche più

Sahara, la città misteriosa, la cui esistenza era stata messa in dubbio per tanti secoli dagli europei, stava dinanzi a loro, a meno di quattro miglia. "Ci

nessuno più ci prenderà." Le urla e le minacce della folla erano diventate così acute, da non poter più intendersi. Mori, arabi e negri agitavano