c'era la signorina di Mestre e sua zia. Osservai questa bene per la prima volta: era un esempio; non raro a vedersi, d'uno sbaglio della natura, la
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alzare il berretto e fare un mezzo inchino, in aria di grande rispetto, alla signorina di Mestre, che passava a braccetto con la zia. Quando fu
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carte, gli altri a fare bagno, a dormire, a scrivere o a rilisciarsi. Io seguitai quel giorno la signorina di Mestre che andava con la zia a fare la
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lasciò ricadere il capo sul cuscino con un atto di profondo abbandono, come se non dovesse rialzarlo mai più. La ragazza risalì con la zia sopra
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girava sulla folla uno sguardo lento e senza benevolenza, e a destra la signorina di Mestre e la zia, appoggiate alla ringhiera, tutte intente a guardar
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, vidi la signorina di Mestre e la zia, che si arrestarono sotto il palco di comando, all'oscuro. Credendo che, secondo l'uso, si gettasse il cadavere
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solito, tra il garibaldino e la zia, più pallida in viso, e più sfinita che gli altri giorni; ma non più triste; anzi più accesa e più vivente negli occhi
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A una cert'ora, la signorina s'alzò, appoggiandosi al braccio della zia, e tutt'e due, coi loro involti, si diressero verso le terze classi. Sulla
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bracciuoli, portata da due marinai, e accanto la zia, con gli occhi rossi. La povera malata, vestita di nero, bianca come un cadavere, teneva la testa
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d'una strada ferrata nell'interno dell'Uruguay, da due anni; e andava con la zia, che aveva un anno solo più di lei, per vederlo "ancora una volta." Io
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