giorno 17 febbraio 1821, dopo quattro altre femmine, e mi dava il nome d'Enrichetta, nome d'una monaca zia paterna: una delle innumerabili offerte, che
Pagina 1
morte della zia Lucrezia, poco innanzi avvenuta, mi faceva osservare che non conveniva lasciare così presto l'altra zia badessa; nel mese di maggio
Pagina 103
chiamava zia, come le giovani usano chiamar per rispetto le maggiori di età. Non so: era essa disgustata dei confessori, oppure non aveva avuto
Pagina 122
, al mattino del terzo dì, trovato morto..... all’orlo del sepolcro vivo della sua padrona. Al tempo del debole governo di mia zia, una monaca volle
Pagina 135
lettore se ne ricorda, che la conversa della zia badessa mi aveva fatta una spiacevole impressione appena l'ebbi veduta. Di lì a pochi giorni mi
Pagina 150
; mi alzai in fretta, onde verificare se la vecchia mia zia stesse bene. Il lettore non avrà dimenticata la monaca cieca e piegata in arco dagli anni
Pagina 173
malattia di pochi giorni mi aveva strappata la seconda zia, quella che funzionato avea per lungo tempo come badessa. Gaetanella non era più al mio
Pagina 192
della fuga. Ma a qual parente avrei confidata la incombenza di Roma? E le spese? Provvederebbe Iddio. A forza di fantasticare mi ricordai d'una zia
Pagina 295
Gli ultimi di gennaio, mia zia era partita per Roma, ed io incominciai e concepire novelle speranze fin dalle prime sue lettere. Le cose andavano
Pagina 301
otto, fu suonato alla porta. Il domestico non era in casa: l'uscio fu aperto da me. Una fantesca, che conobbi per quella della mia zia badessa, recava
Pagina 40
monastero, era venuta la domestica di mia zia a comunicarmi, come una giovine monaca, chiamata Paolina, desiderava di farsi mia amica e confidente
Pagina 52
entrare in San Gregorio Armeno, ricorrendo la festività del Natale, mia madre mi aveva dato per confessore quello della zia Lucrezia. Era, egli un vecchio
Pagina 77