borseggiatore. Alla fine del tafferuglio sul selciato era rimasto Fabio Zecchin, 31 anni, barista, con un ginocchio massacrato dal colpo di una mazza
potersi distinguere un palmo solo del suo lastricato. Dal balcone del palazzo Zecchin, parte dell’antica Procuratia che limita la piazza a tramontana
distraevano. Frattanto quella parte di popolo che non avea potuto udire la voce che partiva dal balcone Zecchin ma solo il grido di morte che mille infocate
’intratteneva nei saloni del palazzo Zecchin, il poco paziente domestico, che s’era fermato sull’ingresso del palazzo a godersi le scene del popolo