era buia, silenziosa, sepolcrale. Mi confessai a spizzico, quasi sen- za fiato; ma non fu cosa lunga, poiché non credo in mia vita di avere mai
freddez- za spaventosa. Par di uscire da se stessi, e di aggirarsi nel nulla. Non si pensa, non si sente: si vive in una tomba. La mia Menica è morta
per consuetudine, ne' siti dove egli andava, di parlare contro i vizii che più dominavano in paese. A Desenzano tuonò contro l'ubbriachez- za. Il dì
diventava sempre più fosco: erano tinte intiere, sen- za ombreggiatura, che non trovavano nel tono del fondo nessuna maniera di fusione; e già i colori
ribrez- zo. Udiva suonare le due, le tre, le quattro; aspettava il crepuscolo quasi senza pensare, dominata dall'unico sentimento d'una speran- za
, e riesce ad occupare tutta quanta la casa della nostra coscien- za. La nostra coscienza diventa allora un inferno. Tutto sta dunque nel guardarci
- za un granello di sabbia, con un granello di sabbia si crea un vorti- ce nel mare. Ma, senza uscire dall'arte, accade non di rado che una sensazione