Matto! Matto! Ti vuoi chetare?
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Lasciami stare... Oh, a me baci puoi darmene quanti vuoi; non portano conseguenza. Sono vecchia.. Potrei esser tua nonna. E per ciò ti dico
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La vuoi, lana!
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zia Pina mi è testimone! Mi portava ogni giorno vostre notizie: non so come ringraziarla... Lei vi vuoi bene, lana! Non coloro che vi han soffiato
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Vuoi tacere?
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ogni resto di pietà? Vuoi che ti canti una melo- dia in Mi minore per impietosirti? Poi, pensaci be- ne, l'umidità del carcere, la mancanza di moto
vedesse!". "Chi vuoi che mi veda a quest'ora, imbacuccata nello scialle?". "La casa dove sto non ha riva: bisogna percorrere un buon tratto di Frezzeria
capo io. Volevo chiederti un consiglio, perché sei uomo avveduto e so che, in fondo, mi vuoi bene. Leggi la lira?". "Capisco. Ti sei accorto di avere
dell'Ernani e del Rigo- letto.". "Ha corrotto il canto". "Come vuoi che abbia corrotto il canto se ha dato un nuovo im- pulso alla musica? Tutto muta
, padron mio. LUIGI: Tu vuoi dire che ti secco, che ti peso, che non so trattare colle dame, che ti avveleno la vita... SIGNORA: L'allegria, la
. - Per carità, portatelo via, questo morto, o mi porterà via! Non mi fare portar via, te ne supplico, amor mio, se mi vuoi bene! Con uno sguardo il dottore
sulle sue, a espressione di affettuosa carezza. Due o tre volte, egli si era chinato e le aveva domandato: - Vuoi qualche cosa? Ella non aveva risposto
abbassato il capo e guardava la sua bimba che dormiva placidissimamente; poi, sottovoce, ma con un fremito indomabile, disse al marito: - Tu vuoi
aiutare veramente. La sarta mi dà le due lire, per l'interesse: tu poi, dal resto, sconti quello che vuoi del tuo debito, cinque lire, tre, due, come ti
, lo porti via? - osò chiedere disperatamente Ninetto Costa. - Vuoi che lo lasci qui, perché lo portiate via cadavere? - Che esagerazione, - mormorò
? Ma della rivelazione che ti doveva fare lo spirito? Non vuoi dirla, forse? Perché? A me, devi dirla. Io aspetto da te, questa rivelazione! - Mio caro
bonafficiata? domandò a un tratto Annarella, presa da una collera contro tutti quelli che giuocavano. - Eh, che ci vuoi fare, sorella mia? - disse l'altra
va bene! Vuoi niente, dalla Borsa? Compro per te? - Non faccio affari, io, mi sono ritirato,- disse salutando e sorridendo don Gennaro Parascandolo
queste parole, e gli occhi si erano sbarrati. Con un forte sforzo levò un po' la testa e disse a Maddalena, guardandola: - Dimmi la verità… - Che vuoi
ella disperatamente e rassegnatamente. - Sei una sciocca. Vuoi che ti preghi, io tuo padre? Ebbene, ti pregherò, non c'è che fare: i figli sono ingrati
vi seccherete di aspettare? Volete prendere qualche cosa? Nutrice, tu vuoi certo qualche cosa? - e la voce di Luisella aveva la gran tenerezza
religione di Cristo! - esclamò don Crescenzo, con quell'orrore del protestantesimo, che è in tutte le umili coscienze napoletane. - Che vuoi, è la
di far la fattura a tuo marito? - Sì, purché non soffra nella salute, - rispose fiocamente Annarella. - Vuoi legargli le mani, due o tre volte
, borbottando, senza curarsi di lei. - Che vuoi? Chi sei? - disse ruvidamente il dottore, senza guardarla. - Sono Annarella, la sorella di Carmela, quella
dispettoso, ci vuoi far aspettare, eh! - San Gennaro, san Gennaro, san Gennaro! - urlò il popolo, eccitato bizzarramente. Laggiù, verso il fondo della