." "Che cosa vuoi?" "Niente: non posso dormire." Gaetanella, che abitava nella mia stanza, avendo un sonno pesante, rare volte destavasi; quand'io
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comportarti più saggiamente nel disimpegno de' tuoi doveri, se non vuoi perdere il pane e l'onore." Rispose, riconoscere ormai l'eccesso della propria follia
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sovente alla pupilla: "E fino a quando, cara mia, sarai tu la schiava d'una servaccia? Se vuoi vederla finita, io ne conosco il modo: lascia fare a me! "No
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all'orrendo destino che v'aspetta." "No; non partire, non m'abbandonare, ti supplico! restaci, e suona e canta pure quanto vuoi!" "Oh, no, no: io debbo
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molte religiose per la via: tutte quante mi fecero la stessa domanda: "Vuoi farti monaca?" Io rispondeva di no. A questo detto, sorridendo in atto di
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sofistici della sua logica, "Vuoi farmi un piacere?" mi disse. "Parla," risposi. "Attendo domani il mio confessore; quel canonico ha la dottrina di
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