infiammata di un bel giovine amante. Per lei le voci, i suoni, i rimbombi, il ronzio d’una zanzara o lo scoppiare della’folgore escono dal nulla
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; il Duprè ed il Costoli risposero sì a dirittura. Le voci non si pesano, ma s’annoverano, e la figura rimase in gesso. La cosa parve ingiusta a
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nelle voci del gran coro, che, per dirlo alla maniera dei secentisti, sprigionandosi da ogni angolo del monumento si cristallizza in un inno alla
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alle infinite voci di un popolo festante.
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