la voce quasi volessero dire alle persone: Voi non sapete cantare come noi? So parecchie storielle di uccellini; ve ne racconterò qualcuna; comincio
voce le disse: — L' anno venturo regaleremo un croccante noialtri alla mamma. — In che modo ? — Lo faremo noi. — Tu sei matto! — rispose Bice. — Chi sa
della voce e, riconosciutolo, avevano risposto con un urlo di gioia: — Pecoraio! Pecoraio ! E gli si erano slanciati incontro di corsa. Allora li
male! — Vedrai come si va di corsa! Più del vento. — Madonna santissima! Parlavano con voce bassa e tremante, tenendosi con le mani bene afferrati al
RE. (da prudente:) Basta; ricordatevi che qui c'è tutta la Corte. LA REGINA. (piccosa:) L'avete dimenticato voi il primo! IL Re. (sotto voce:) Ci
accorta di me. A un tratto, tirò indietro il braccio del ciechino, e a bassa voce gli disse: — Se avessi un soldo, te le comprerei. Il ciechino
, si chinò sul bambino che voltato verso il muro recitava la preghiera con voce a bastanza alta da essere facilmente udita. Dovette fare un grande
. — A me non dirà nulla; non sono suo figliuolo. Dalla stizza, aveva le lagrime nella voce. Parve raccogliersi per meditare un espediente, poi tutto a
Nell'andito, mezzo buio, le bambine non sapevano dove andare. — Salite su, vengo subito! — aveva egli detto, addolcendo improvvisamente la voce. E
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insieme, di nascosto; ed ora che ci voleva soltanto un mese per l'onomastico della mamma, i loro ragionamenti a bassa voce erano divenuti più frequenti
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anno ? Perchè? — Per lo zucchero, — rispose Bice con un fil di voce, abbassando gli occhi. — Come, per lo zucchero? Nessuno dei due bambini rispondeva
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da sedere e con voce piagnucolosa biascicò : — Ma... ho fatto le firme ! Il direttore, distratto, non capì, e soggiunse : — Intingi i biscotti
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piccine; ma non poteva dormire. Aveva la testa al pretore; rimuginava quel che avrebbe dovuto dirgli; e parlava ad alta voce, quasi fosse davanti a quel
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gli occhi e la fronte, quasi si destasse da profondissimo sonno. — Lisa !... Giovanna ! Le chiamava sorridendo, con voce tremula dalla commozione
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, magro, egualmente spelato per vecchiezza, e che, quando non si aggirava lentamente per le stanze miagolando con voce flebile, faceva la fusa su una
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' per fattucchiere; perciò gli diedero la voce dall'alto: — Venite su, presto; venite! Lasciate le pecore. — Lui solo poteva consigliare, lì per lì
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all'acqua che faceva gora tra i giunchi nascenti ! Rimase. Potè a stento dar loro la voce, e li spaventò mostrandosi a quel modo con le braccia aperte e
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Una voce. Si capisce!
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AABERRAZIONE: errore. ABIATICO: voce dialettale lombarda per indicare il nipote, figliuolo di un figlio o di una figlia. ACCOZZAGLIA: riunione
diverte moltissimo a guardare." "Stasera non giuoco", rispose la marchesa. La voce era molle ma il no era duro. Il buon Paolon, che taceva sempre e non
paura, gli scattava in mente la immagine della marchesa; e il rumor sordo delle ruote si trasformava nella voce nasale della vecchia dama che gli
delle onde sulla riva, il cozzar delle barche fra loro. Non c'era, si sarebbe detto, un cane vivo in tutto Casarico. Solo una vecchia voce flebile, una
, udita la sua voce, aveva voluto assolutamente vederla, trattenerla a chiacchierare, e lei si era sentita nel cuore come una ispirazione del cielo che le
professore non intese queste ultime parole, si accostò al lume e lesse ad alta voce: Torino, 18 febbraio 1859. Luisa mia, Sai che non mi hai scritto da
nebbie, la gloria delle montagne. Egli ammirava patriarcalmente, senza finezze di senso artistico ma con calor giovanile, con sincera enfasi di voce
. Il letto e l'abito erano sparsi di fiori d'autunno, ciclamini, dalie, crisantemi. "Guardi com'è bella", disse Luisa con voce tenera e serena da
O'Donnell. "Ma no" rispose l'ingegnere. "Non vedo alcun albero." "La zattera! "esclamò il mozzo, impallidendo e rabbrividendo. "Odo la voce di Mac-Canthy e di
. "Innalziamoci!" disse l'ingegnere, con voce agitata. "Forse in alto possiamo ritrovare la corrente che ci trascinava all'est." "Gettiamo la zavorra
distintamente una voce umana che sbalzava dall'oceano. "O'Donnell!" gridò. L'irlandese che aveva il sonno leggero si svegliò bruscamente. "Tocca il quarto
inquietudine. - Kammamuri - mormorò con un filo di voce. - Sta' in guardia. - Cos'hai veduto? - chiese il maharatto, trasalendo. - Nulla, ma ho udito
, inginocchiandosi dinanzi alla giovanetta. - Salve al gran capo prediletto della divinità, rispose Ada con voce tremante. Entrambi tacquero, guardandosi fissamente
si installava sulla crocetta dell'albero, armato d'un potente cannocchiale. Alla voce del nuovo comandante, Udaipur che aveva preso il comando della
. Non aveva ancora terminato di parlare, che si udì il ramsinga suonare tre volte e su tre diversi toni. - Allerta, padrone! - gridò, dominando colla voce
fiumana e le sue sponde. L'elefante camminava con passo spedito, eccitato dalla voce del mahut, fracassando, stritolando, sotto le enormi zampe le radici e
soglia sostarono tendendo gli orecchi. - Odi nessun rumore? - chiese con un filo di voce Tremal-Naik al compagno. - Nessuno, padrone, all'infuori dei
. L'ombra si era fermata dinanzi ad una massa nera, enorme che trovavasi proprio al disotto della fune. - Eccomi, orribile divinità! - esclamò una voce di
furiosamente. - Cosa succede? - chiese il maharatto, strappandosi dalla cintola il coltellaccio. - Kammamuri! ... Kammamuri! ... , - gridò una voce
disperazione. - Vuoi salvarti? - disse Bhârata, dopo un breve silenzio. - Parla, - disse Tremal-Naik con voce rotta. - Confessa tutto e forse il capitano ti
d'angosciosa aspettativa, poi s'udirono delle grida, dei fragori, quindi tutto tornò silenzio. - Scorgete nulla? - chiese il capitano con voce rotta
. Tre uomini apparvero in fondo al corridoio correndo verso la porta dello stanzone. Quasi nel medesimo istante, si udì la voce di Nagor a gridare
parole tronche, delle frasi bizzarre, di quando in quando uscivano dalle sue labbra, pronunciate con un tono di voce dolce, appassionato. - Eccola
era di già scorsa, da che la baleniera aveva lasciato la piccola insenatura, quando sulla riva destra si udì una voce a gridare: - Ehi! ... Alt
chiese l'indiano, con voce commossa. La tigre per tutta risposta aprì la bocca e lambì le mani ed il volto dell'indiano.. - Hai sfidato un gran pericolo
forte forte. - Nulla? - mormorò una voce. - Nulla, - rispose un'altra voce appena distinta. - Abbiamo smarrita la via? - Lo temo. - Sai dove andiamo
ritornare vicino a Tremal-Naik, che era ricaduto sul letto di foglie. - La ti ... gre? - chiese il ferito con voce fioca. - È scomparsa, padrone
Kammamuri, con voce soffocata. - Cos'hai udito? - Un bambù s'è mosso. - Dove? - Laggiù ... a trenta passi da noi. Zitto! Tremal-Naik alzò il capo e lo girò
. - Tu lo sai? - Lo so. Tremal-Naik alzò la rivoltella mirando l'indiano in fronte. - Bhârata, - gli disse con voce furente. - Parla! - Puoi
sergente. - È vero, Bhârata, - rispose Macpherson con voce sorda. - Perché non raccontarmi tutto? Forse potrei esservi più utile. Il capitano non rispose
chiese con voce strozzata dall'ira. - No, non parlerò. - È la tua ultima risposta? Bada ... - L'ultima. - Sta bene, ora agiremo. Bhârata? Il sergente
di riaverla fra le mie braccia. - Continua. - Negapatnan, - disse il capitano con voce vivamente commossa. - Hai mai avuto una figlia tu? - Oh! mai