ferita profondava una via. Ai lati dell'angolo delle porte, bianche cariatidi di un cielo artificiale sognavano il viso poggiato alla palma. Ella
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accanto ci aveva illanguiditi esaltandoci di una nostra troppo diversa bellezza, lei fine e bruna, pura negli occhi e nel viso, perduto il barbaglio
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Non so se tra rocce il tuo pallido Viso m’apparve, o sorriso Di lontananze ignote Fosti, la china eburnea Fronte fulgente o giovine Suora de la
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capelli cortissimi, rasi da poco, il viso più scavato e rosso agli zigomi, gli occhi bellissimi, come prima, ma dissolti in un alone più profondo
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con lieto viso incontro al nuovo sole levai il primo canto, e la sua luce era certa promessa alla mia speme - e le dolci figure del mio sogno che
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nell'aria, ma nello sguardo della tua compagna e nel pallido viso, ma nel tuo corpo, ma per la tua bocca canta ciò che non sai: la primavera. Così mi tragge
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viso. Solo un'ombra fuggevole, come di nube. L'ombra è unida e dolce come la sabbia di una cavità intatta, sotto il crepusculo. Non ci sono ricordi
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Hai viso di pietra scolpita, sangue di terra dura, sei venuta dal mare. Tutto accogli e scruti e respingi da te come il mare. Nel cuore hai silenzio
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smettere un vizio, come vedere nello specchio riemergere un viso morto, come ascoltare un labbro chiuso. Scenderemo nel gorgo muti.
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, brilli il sereno! Dacchè, cullandoti su questo seno, vi scende il gaudio dal paradiso, più non interrogo che il tuo bel viso! Quel viso candido coi capei
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tondo viso in foco e il parlar roco - delle dee baccanti! Oh le donne,oh le chiacchiere del prato! Che laconismo! Nessun ti chiede, là se sei soldato
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folto crine che vi bacia il viso; deh, non negate alla mutata scena i firmamenti del vostro sorriso! Ché saran santi sorriso e corona, fosse del volgo
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tacita anch'io; perché, quando a vespero favello con Dio mi guardi nel viso col mesto sorriso? Io m'affiso lassù, tu in basso guati; io mi faccio gentil
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dolce viso che in paradiso tondeggierà! Corna a ponente, luna crescente! Oh come è limpida la collinetta, e l'aria pura sulla pianura ; oh senti i cori
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ci basti il suo cor! Ai fischi del pubblico, del volgo al sorriso ci asconda quel piccolo suo vergine viso: se un ramo di lauro ci aspetta nel mondo
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turberan, scontrandola, l'ironia del mio viso; nell'orgia e nella nebbia fui di un mio sogno in traccia, né ho mai guardato in faccia i corpi intorno a me
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fede ell'ha, diciamole che lo vedrà redire pura animuccia, silfide color di paradiso, a baciarla sul viso, a baciarla sul core!... Oh gli orrendi
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bianco viso del natante impube giunse la mota! E la beata castità del core, la pura fede, e la placida speme, e della mente il vergine fervore sparvero
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arcana voluttà rorido il viso, le aprìa le braccia, e sospirava: - É giunta un'altra bella! vieni, o fortunata, o giovinetta nell'amor defunta, è tua la
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Dea, quest'anima sperando, a te volgea! Come sei bella, o luna, quando il viso ti specchi nel mite tremolio della laguna; come bella, fra i pallidi
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oblia! Vieni e vedrai, specchio di un tuo sorriso, la tavolozza mia tutta splendore, e sentirai, commosse al dolce viso, le fosche tele sussurrar d'amore
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eterea, oh a te, dall'alto, cui di notte agogno, una ultrice tempesta urli sul viso e spenga col tuo raggio ogni mio sogno!
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Ho il canto dell'ùpupa, ho il viso di un prete, le penne di un passero sfuggito alla rete, fanciulla, per essermi sì cruda e severa? Se' tu
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avaro.- - Mi parli già da mesi, o giovinetto, e sai se al mondo ebbi più caldo affetto; sai che di baci mi bruciasti il viso, sai che m'addenta il cuore
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divini, e i merli ai fiori e ai pampini frammisti sogno dei paesisti; così della tua luce, o Musa, un raggio, rapito al paesaggio, scenda sul viso alle
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langue vengo fidente a te! - - Ma tu cardinale dal viso paffuto, dall'occhio bestiale, tu pur se' vissuto? Sù dimmi, al tuo secolo fiorìa la bottega
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sfuggivano cercando invece - materna imagine di paradiso! - del bimbo pallido l'intento viso. Oh! sì - ritessimi qualche armonia che mi risusciti
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mendicante che guarda in viso e che non sa cercare, e allontanami il giorno in cui, tremante, non trovi il soldo da potergli dare. Fa' che ai coloni
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per gli effluvii del tuo dolce viso io potrò ancora credere e sperare di valer qualche cosa; o mio bambino, unica mia dolcezza, o mio giglio, o mimosa
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suò viso ti baciai; e che verrei, tremando, ad abbracciarla pure se le labbra, rammenta!... non mi sentissi impure.
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