Passato un po' di tempo, ricomparve la solita vecchia. Era la fata comare della Reginotta di Spagna. — Maestà non vi affliggete. La Cecina è viva, e
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torno. — E si trovò nel bosco, dove aveva incontrato quella ragazza. — Maestà, da queste parti? Che buon vento vi mena? — Son venuto apposta per te
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mio, mangiate e bevete, e prima di sera andate via. Se Re Sole vi trovasse, rimarreste incenerito. Appena avrò buone notizie, vi manderò a chiamare
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incantato della fata Regina, e finchè lo avrà al dito, non vi sbarazzerete di lui. Bisogna trovare un' astuzia per portargli via quell' anello: la forza non
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conosco neppur di vista! — No, Maestà. Vi rammentate d' una vecchina che vi domandò l' elemosina il giorno che voi andavate la prima volta dal ciaba
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, rimanevano ancora incerti. Allora la ragazza, indettata, disse: — Maestà, non vi ricordate di quando venivate nella mia camera colla cesta, e poi vi
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slancia su di esse, le sbrana e se le divora. E lei passa oltre. Vede la fontana, e vi si fuffa dentro con tutte le vesti. Si sentì diventar un' altra
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Reuccio, stupito, le domandò: — Reginotta, non vi piace?
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grossa grossa, il Reuccio sentì accapponarsi la pelle. — Brav' uomo, non vi conosco; io sono il Reuccio. — Reuccio o non Reuccio, prendi quella scure e
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moglie: — Vi piacerebbe, figliuolo mio, la Reginotta di Spagna? — Maestà, dovendo sposare,.... vorrei sposare una pollastra! — Si era dunque sempre
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. Uscito pei campi, in una viottola incontrò una frotta di ragazzi, che, urlando, tiravan sassate a un rospo per ammazzarlo. — Che male vi ha fatto? È
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, piantò il pugnale in terra, e vi attaccò la catena. Il mago non potei muoversi. — Sei più potente, lo veggo! Torna dalla Reginotta, cavale di dito
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fece condurre dalla Reginotta. Le aperse la bocca, vi mise dentro quel pezzettino di panno rosso, e la Reginotta ebbe la lingua. Ma le prime parole
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, come se qualcuno vi prendesse quattrini a manate. Apre in fretta in fretta.... Le mille lire mancavano, ma lì dentro non c' era nessuno! — Come
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-di-rospo stava per farle! - Il brutto scherzo fu che il Reuccio, uscito dal canile, disse al Re: — Maestà, vi chieggo la mano di Testa-di- rospo. — La
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megera. Accecata dal furore, la Regina pensò: — Ora entro, e, mentre dorme, la strozzo colle mie mani. - Ma il muro si richiuse a un tratto, e lei vi
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lavorare. — Vi lascerò la mia coda. Quando avrete bisogno di qualcosa, direte: Codina, codina, Servi la tua mammina! Ed essa vi servirà, come se fossi
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fatica sprecata. — Non importa; proverò. —- Tornò addietro e andò dalla Bella addormentata nel bosco: O Bella addormentata, vi prego, venite con me
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una bisaccia, e il Re la colmò. Or che sapeva il motto, vi sarebbe ritornato più volte. Uscito fuor della Grotta, colla bisaccia in collo, trovò il
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lo scorticò e lasciò molta carne attorno al cuoio. — Ora rivolteremo questo cuoio, — disse la vecchia. — Io vi ci cucirò dentro. Scenderanno gli
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intanto dei sassi, e li metteva l'uno sull'altro davanti la buca. — Sassi, sassi di Dio, Io vi muro e vo'smurarvi io! — Murata la buca, la Regina delle
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TÌ, TÌRITI, TÌ C' era una volta un contadino che aveva un campicello tutto sassi, e largo quanto la palma della mano. Vi avea rizzato un pagliaio e
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LE ARANCE D' ORO Si racconta che c'era una volta un Re, il quale avea dietro il palazzo reale un magnifico giardino. Non vi mancava albero di sorta
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d' argento, uno di ferro e li mise sulla palma della mano: — Scegli, e Dio t' aiuti! Questo qui. - Naturalmente prese anello d' oro. — Maestà, vi
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disse — non vi arrischiate più a dire così, o guai a voi! - La povera donna, dalla paura, non disse più nulla. Però quel figliolino, ora che la sua mamma
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mostrassero addolorati. — Ah, compare, compare! Se voi aveste venduto quei quattro sassi, ora questa disgrazia non vi sarebbe accaduta. — Ma quegli zitto
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. — — Tizzoncino apriva l' uscio e porgeva lo staccio. — Come! Siete allo scuro l Mentre picchiavo e' era lume. — Uh! vi sarà parso. - — Fornaie, per
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! senza voltarvi in dietro. All'ottavo giorno vi troverete davanti a una grotta: la Fata gobba abita lì. — Va bene, — disse il Re — partirò domani
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, e chiese di vederle. Osservò minutamente ogni cosa e poi disse: — Maestà, vi manca il meglio. — Che cosa mi manca — L'albero che parla. — Infatti
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so più dove dar di capo. Sapete che ho pensato? Domani mi farò prestar l' asino dal nostro vicino, gli porrò le ceste e vi porterò attorno per
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c'era un pozzo. La Reginotta, mentre la balia dormiva, s' era accostata all' orlo e vi si era affacciata. Vedendo, laggiù, nello specchio dell' acqua
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