l'allegria, passa velata la morte. Una folla, in cammino | verso | il giorno o la notte, verso il ricordo o la dimenticanza, |
Il letto vuoto -
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la morte. Una folla, in cammino verso il giorno o la notte, | verso | il ricordo o la dimenticanza, sosta dentro il presente. Che |
Il letto vuoto -
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Amo quel vento. Non sono quella montagna. Improvvisamente | verso | sera il pensiero si schiarisce. |
Salva con nome -
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un teatro per il niente. La fatica del passaggio. | Verso | che? |
Il letto vuoto -
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marroni soffocate dall'edera. Un cespuglio di mirto piegato | verso | sinistra da una raffica di vento. Il cielo grigio. Il gatto |
Dal balcone del corpo -
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a Cesena fino a tardi: Gran Premio, diecimila persone, | verso | la fine un 'oppressione da svenire e prima - appena entrato |
Il letto vuoto -
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del 2 agosto 1980, a Bologna, il treno lo prendo solo | verso | Roma e molto, molto di malavoglia. Non era cosi da bambino, |
Il letto vuoto -
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pianura che penso da sempre inflnita. Di lì a non molto, | verso | i dieci anni, ho sentito parlare la prima volta di Fossoli. |
Il letto vuoto -
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la linea dell orizzonte, dal cortile o dalla strada di casa | verso | nord. |
Il letto vuoto -
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si è fatto prensile, cpace di rischiare il pensiero: vai | verso | la morte. E mentre nota la macchia di oleandro contro |
Dal balcone del corpo -
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educò di un cataletto, nulla udiste venir lungo lo stelo, | verso | i petali schiusi, e verso il cielo? O fior, centuplicatemi |
Penombre -
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udiste venir lungo lo stelo, verso i petali schiusi, e | verso | il cielo? O fior, centuplicatemi l'olezzo... ch'io non |
Penombre -
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anche un implacabile acquivento. Di buon grado, muto, vado | verso | l'albergo, ma qualcosa è accaduto, il cane è ancora più |
Il letto vuoto -
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un giorno di maggio, quando il colore dell`aria riscaldata, | verso | le tre del pomeriggio, è rimasto di poco più denso del |
Ritorno a Planaval -
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caravana dei desiri miei | verso | di voi salìa, donna divina, come una fila di camelli ebrei |
Penombre -
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solitudini mistiche staccarsi una tortora e volare distesa | verso | le valli immensamente aperte. Il paesaggio cristiano |
La Verna -
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le enormi rocce gettate in cataste da una legge violenta | verso | il cielo, pacificate dalla natura prima che le aveva |
La Verna -
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e molto acceso fervore Noi lasciammo la città equatoriale | Verso | l'inquieto mare notturno. Andavamo andavamo, per giorni e |
La Verna -
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E vidi come cavalle Vertiginose che si scioglievano le dune | Verso | la prateria senza fine Deserta senza le case umane E noi |
La Verna -
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i portoni mentre passa il vento che scende alla rinfusa | verso | il porto, agita carte e polvere, le luci d'una siccità |
L'ora felice -
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accoglier dovesse indifferente un sorriso o una celia il | verso | mio, (giacché sta tra il passato ed il presente o il |
Trasparenze -
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partìa dalla bella laguna | verso | il golfo che pari non ha, e dell'arte l'intatta fortuna |
TAVOLOZZA -
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da alte pioppe cipressine che in lunghi filari andavano | verso | la campagna e il cimitero; dalla ferrovia; più vicino, |
Il letto vuoto -
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amo, per Te, la pulce insidiosa, e il moscherin che su un | verso | si posa. Amo la casa mia, penso al deserto, all'oasi ed ai |
Trasparenze -
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giova. Il vento e l'onde intanto lentamente come un rottame | verso | la scogliera mi spingono a rovina senza scampo. Ch'io debba |
POESIE -
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entro al mio cuore la fiamma ardente. Vorrei levarmi | verso | l'infinito etere e a lui gridar la mia passione, vorrei |
POESIE -
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Ma non dobbiam però chinar la fronte. Col ferro in pugno | verso | l'ideale ci batterem con animo leale! In alto i cuori! E se |
POESIE -
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Perché ? * Stava sull'uscio un mostro che appuntava la mano | verso | la via chiassosa, e guardava la madre, e parea dir... * * |
Trasparenze -
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e susurralo all'orecchio del mio pallido bambino: non un | verso | a Bruto o a Cesare, non un sol gettato ai venti in cui |
Trasparenze -
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mente. Laggiù avevano tratto le lunghe vesti mollemente | verso | lo splendore vago della porta le passeggiatrici, le |
Dai Canti Orfici -
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Inconsciamente colui che io ero stato si trovava avviato | verso | la torre barbara, la mitica custode dei sogni |
Dai Canti Orfici -
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latino. Si svolgeva una strada acciottolata e deserta | verso | la città. ... Fu scosso da una porta che si spalancò. Dei |
Dai Canti Orfici -
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ora a tratti inesperta stringendo il ventaglio. Fu attratta | verso | la baracca: la sua vestaglia bianca a fini strappi azzurri |
Dai Canti Orfici -
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rasserenati dalla fanciullezza e dalla festa, si volsero | verso | di noi, profondamente limpidi nella luce. E guardammo le |
Dai Canti Orfici -
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due bianche farfalle, nelle prime ore del pomeriggio. | Verso | levante la vista era (è ancora) libera e le umide rocce del |
La Bufera ed altro -
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tutto il peso del dolore, il coraggio di navigare | verso | il nostro libero mare, il coraggio di non sostare nella |
POESIE -
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ancora e ti rivedo imperiale Su per l'erta tumultuante | Verso | la porta disserrata Contro l'azzurro serale, Fantastica di |
La Verna -
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