Nel «teato» - oh quale effetto! - vede il caro figlioletto di «brigante» nel costume, delle sue candele al lume!
Si vede così che la velocità e l’accelerazione di P, al tendere di t all’infinito, tendono allo zero come il raggio vettore ρ = O P.
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Viceversa, si vede subito che, se (P - O) Λ a = 0, il moto è centrale. Sappiamo infatti dalla teoria dei vettori (I, n. 21) che, quando s'’annulla il
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Ciò si vede ovviamente osservando che, per essere le accelerazioni situate sui piani osculatori (n. 26), tali piani devono passar tutti per il centro
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dove P 0 - O rappresenta un vettore costante a priori arbitrario [determinazione iniziale di (P - O)], non nullo, per quanto s’è detto. Come si vede
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Oxyz, in cui viene a trovarsi in quell’istante il punto P. Ciò si vede nel modo più evidente applicando alla (3) l'ipotesi che nell’istante t
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secondo il senso dello scorrimento. Come si vede, pur essendo dati c e γ, per individuare le successive posizioni di c bisogna stabilire di quanto e
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e si vede che il raggio di curvatura in un punto generico del l’ epicicloide ordinaria è proporzionale alla distanza dello stesso punto dal centro
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, ve ne ha, come si vede, infinite, corrispondentemente alla scelta di P 0 .
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Venendo al caso b), si vede analogamente che I deve cader fuori del segmento OO', in tale posizione che il rapporto risulti eguale ad I tende perciò
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Concettualmente siamo, come si vede, ricondotti ad una questione di inviluppi, analoga a quella che si incontra nella definizione di profili
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riduce al n - l', come si vede immaginando di risolvere le (4') rispetto ad l' delle q h e assumendo come coordinate lagrangiane (essenziali) di S' le
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Di qui si vede che a caratterizzare gli spostamenti di un sistema rigido con un punto fisso intervengono tre elementi arbitrari soltanto (le
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, si vede senz’altro che la lunghezza del momento risultante assume il suo valore minimo, quando il momento riesce parallelo al risultante, ossia
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Si vede subito che una forza posizionale può essere, secondo i casi, motrice o resistente. Infatti, fissata una posizione generica, la forza è ivi
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40. Si vede subito (riportandosi alla definizione di equivalenza) che un sistema σ equivale ad un vettore applicato unico, sempre e solo quando v'è
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grandezze dinamiche da noi considerate; onde intanto si vede che tutto il sistema delle unità meccaniche resta definito quando siano fissate
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devono essere situati sulla medesima retta, in quanto, se così non fosse, non si annullerebbe il momento risultante, come si vede prendendo, ad es., per
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Se si nota che in ω e in ω, i volumi e quindi i tonnellaggi stanno, come le spese di combustibile, nel rapporto λ3, si vede che, a parità di tempo
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logaritmi di ambo i membri di queste equazioni, le nuove equazioni che si ottengono siano risolubili rispetto a lgx, lgy, lgz, si vede subito che la suddetta
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Uguagliando gli esponenti nei due membri, si vede intanto che dovrà essere γ = 1 e quindi
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Questo val quanto dire che il potenziale U deve ammettere un massimo nella posizione M. Si vede subito che, reciprocamente, se U ha in M un effettivo
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Il vettore v 3 avrà quindi esso pure un momento nullo rispetto ad A 1, A 2, ossia sarà situato sul piano A 1, A 2, A 3. Analogamente si vede che in
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linee d’azione fino ad avere la loro origine in O e poi componendoli, si vede che essi equivalgono ad un unico vettore applicato in O. Tale vettore
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Si vede di qui che, se le masse dei punti del sistema si fanno variare tutte in un medesimo rapporto, il baricentro non cambia.
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essere nulle, si vede che le somme sono zero: d’altra parte è ciò che diviene Ί per a = b = 0, ossia il momento di inerzia rispetto all’asse z, che è il
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i corrispondenti giratori. Come si vede, C coincide con A + B, il che doveva essere in base all’osservazione generale del n. 27.
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che è, come si vede, una equazione alle derivate parziali del secondo ordine, cui soddisfa un qualsiasi potenziale newtoniano U (x, y, z) in ogni
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24. Come si vede, e come è del resto evidente a priori per ragioni di simmetria, il potenziale dipende in ogni caso dalla sola distanza ρ del punto
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si vede subito che i fattori si elidono, e i rapporti stessi rimangono entrambi di terz’ordine rispetto ad ε. Lo stesso del resto può dirsi per
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secondi: poco più di un’ora, come si vede (ora naturale proposta dal defunto fisico francese Lippmann).
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Come si vede, quando si prescinde dall’attrito si vengono ad imporre alle forze attive condizioni esuberanti, e si garantisce, per dir così, la
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16. Se poi gli appoggi sono più di tre, l’ipotesi che il baricentro sia sostenuto assicura pur sempre l'equilibrio, come si vede, p. es., supponendo
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Cominciando dal caso in cui vi sia, fuori dell’asse a, un solo punto di appoggio P e questo sia privo di attrito, si vede agevolmente che, sotto la
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punto P(t) va al punto si vede che al vettore limite P(t) compete la stessa direzione della tangente alla linea l in P(t).
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, e Γ0 dicesi momento limite. Come si vede, il rapporto misura la trazione limite, cioè la massima trazione orizzontale e perpendicolare all’asse, che
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Ciò si vede in modo analogo a quello indicato nei nn. precedenti: basta qui ancora proiettare la prima condizione cardinale dell’equilibrio
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Se si nota che gli sforzi Φ hanno per linee d’azione i lati del poligono funicolare, si vede come l’equilibrio importi delle relazioni fra le forze
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1, cioè eguale ad F 2. Come si vede, essa è sempre diretta verso ‘ esterno del tratto di filo AP, che viene ipoteticamente isolato, ed è quindi
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si vede immediatamente che il limite cercato coincide colla lunghezza del vettore Avremo dunque, denotando con c la curvatura della l in P,
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Si vede di qui che il massimo rapporto ammissibile senza pregiudizio dell’equilibrio dipende dall’ampiezza angolare ζ dell’avvolgimento, ma non dal
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Per un filo di dato peso unitario, τ varia, come si vede, con a, crescendo costantemente, e con φ (che dipende, se si vuole, dalla lunghezza del filo).
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Se si immagina una indicatrice sferica delle binormali b analogamente a quanto s’è fatto per le tangenti al n. 73, si vede subito, ragionando come in
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Come si vede, essa non dipende dalla grossezza della vite (raggio del cilindro su cui è riportato il filetto elicoidale), ma soltanto dal passo p
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Essa dipende, come si vede, dalla posizione del punto P rispetto all’asse di rotazione: è diretta radialmente verso l’esterno (cioè secondo il
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Si vede subito che l’entità dello spostamento è misurata dall’angolo di apertura del cono di attrito o angolo d’attrito dinamico φ. Infatti la
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si vede (cfr. la figura) che ψ è pure l’angolo in A della AC (linea d’azione di R 1) colla verticale ascendente AO.
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vede subito che il minimo sforzo di trazione τ0, capace di determinare il movimento, è in generale assai maggiore di τ. Valutiamo all’uopo τ0
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ortogonali, prese ad arbitrio per un punto qualsiasi dello spazio, si vede di qui come il moto di un punto nello spazio si possa, decomporre in tre moti
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due moti indicati di P 1 e P z; e poiché il piano z = 0 e l’asse delle z sono in sostanza un piano e una retta, fra loro ortogonali, arbitrari, si vede
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