227. I Greci e gli Arabi hanno fatto uso di nomi speciali per le stelle più brillanti, alcuni dei quali si sono conservati fino al nostro tempo
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si trovò che a raggiungere tale scopo bastava l'uso dello spettroscopio. Da quel giorno si poterono ogni giorno vedere ed osservare, nelle specole si
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parole lenti chimicamente acromatiche, di più grande apertura, oppure trovare lastre fotografiche più sensibili delle allora in uso.
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più oscure si assegna il nome, egualmente convenzionale, di mari e di laghi. Questi nomi non servono che per uso di classificazione non interamente
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provvederebbe a questo, se, per esempio, prima che la grande inondazione sia giunta al colmo, si cominciasse a consumar l'acqua per uso delle zone più basse
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dentro un bicchiere nel fondo del quale è un poco di Benzina liquida. L’apparato più comodo per l’uso col cannocchiale è quello qui disegnato (fig
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, perchè gli spettroscopi con prismi a visione diretta restringono più il rosso che non i prismi angolari: ora io uso i primi, ed egli i secondi.
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altrove. . Noi ne faremo uso sovente.
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Herschel però non usò tal metodo di precisione, ma semplicemente tracciando sulla sfera celeste i circoli massimi spettanti ai moti proprii di varie
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La via tenuta dal primo Herschel è solo indiretta. Egli usò per ciò il suo telescopio a riflessione di 20 piedi di lunghezza focale, e 18 pollici di
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Uso dei passaggi di Venere per dedurre la distanza della Terra al Sole.
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senza l’uso di micrometri che misurassero la sua distanza al Sole, nè di altri mezzi di puntata incerta. Col suo metodo bastava soltanto avere un buon
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distanze all’orlo mp, mn, fig. 64), ma ciò implicherebbe l’uso dei micrometri che appunto cercasi di evitare. Fig. 64
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. Fortunatamente la scienza è sì vasta che resta ampio campo anche per l'uso di più modesti strumenti come è il nostro e anche a molti minori.
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’arte è veramente arrivata a delle proporzioni colossali quali appena si crederebbero per uso di macchine industriali. Finora i rifrattori più grandi
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esistere nello spazio, comparando i risultati ottenuti da diverse supposizioni, di cui han fatto uso finora gli astronomi con quella che può dedursi dalle
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poscia nel Nadir. I numeri così ottenuti non sono certo molto precisi, ma essi sono più che sufficienti all’uso che se ne dee fare essendo qui affatto
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L’uso di buone carte celesti è assai importante per molte ricerche, ma specialmente per le stelle cadenti, e il professor Dorna ha fatto un Atlante
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Non è neppure uniforme l’uso introdotto per la notazione de’ gradi intermedii delle grandezze; alcuni indicano le gradazioni con frazioni decimali
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Da questo quadro si rileva che un occhio disarmato, acuto come quello di Heis, può vedere anche delle stelle che, secondo l’uso comune, sarebbero di
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I metodi usati per ciò sono diversi, e gli strumenti in uso diconsi fotometri stellari, o astrometri; e uranometria dicesi la scienza che se ne
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uso presso noi, non sono di molto anteriori alla epoca della mitologia greca, e riguardano il periodo storico-favoloso della spedizione degli Argonauti
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Il lettore potrà per tal uso consultare gli Atlanti di Bode, l’Uranometria di Argelander, l’atlante di Heis, le carte di Dorna, e le carte di Dien
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convenzione; per uno studio più minuto si esigono carte maggiori. Il lettore potrà per tal uso consultare gli Atlanti di Bode, l’Uranometria di Argelander
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’Orione e le planetarie assolutamente verdi, mentre tutti le credevano bianche! Fu pertanto a questo scopo che io proposi l’uso della scintilla elettrica
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potevansi presentare sull’origine delle strie spettrali facendo uso di fessure strettissime, si mise a studiare lo spettro dei raggi solari passati
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famoso ottico G. B. Amici costrusse uno spettroscopio analogo a quelli che poscia cominciarono ad essere in uso per le ricerche chimiche, e se ne servì
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, f è il cannocchialino analizzatore. Invece della fessura, su cui far cadere i raggi delle stelle, egli usò una lente cilindrica la quale formando una
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Intanto gli spettroscopii venivano grandemente migliorati e ridotti all’uso positivamente astronomico. Quelli a visione diretta costruiti con forti
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Tale è lo strumento. Però ad intenderne bene certe particolarità per l’uso della spettroscopia stellare, sono necessarii alcuni schiarimenti.
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’uso della fessura riflessa e delle punte.
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Questo è il metodo che abbiamo seguito nello studio delle stelle minori che non ammettevano l’uso della fessura. Le strie principali essendo
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Non essendo sempre facile di riprodurre queste sfumature con precisione a chiaroscuro nella debita proporzione, si è adottato l’uso di rappresentare
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usò del teorema di Stampfer, secondo cui lo splendore apparente di una stella della grandezza m è 2,56 volte maggiore di quello di una stella della
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disordinate dei pianeti riconducendone il moto a regole geometrico-matematiche (non usò mai la parola “legge”, che è di noi moderni). Queste regole
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Isaac venne alla luce già orfano di padre nel giorno di Natale del 1642 secondo il calendario giuliano allora in uso in Inghilterra. Per l’Italia
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ed efficace, e quindi destinata a imporsi nell’uso dei matematici).
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Hershel realizzò poi due telescopi da 20 piedi di lunghezza focale (circa 6 metri). Il primo aveva uno specchio da 30 centimetri ma lo usò poco
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Nel 1798, alla vigilia della Rivoluzione, in Francia erano in uso quasi duemila diverse unità di lunghezza, peso e capacità. Ogni villaggio aveva il
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nomenclatura ancora oggi in uso, anche dopo che le sonde spaziali hanno permesso enormi progressi rispetto ai disegni tracciati a Brera usando il telescopio a
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, ideò un motore a scoppio per uso marino e nel 1816 incominciò a sperimentare l’eliografia.
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Muybridge si allontanò temporaneamente dall’arte fotografica quando scoprì che sua moglie lo tradiva con un amante: in quell’occasione usò un fucile
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magnitudini, che con piccole modifiche è ancora quella in uso oggi. L’originale è perduto: lo conosciamo attraverso Tolomeo, che ricopiò il catalogo
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Schmidt da 1,2 metri di Monte Palomar. Ne scoprì 120 e le usò come “candele standard” per misurare la distanza delle galassie in cui comparivano. Calcolò
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nel 950 servì a misurare la latitudine e l’obliquità dell’eclittica. Nel 994 Abu Mahmud al-Khujandi usò un sestante meridiano di ben 20 metri di
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romani. Nel 1050 il benedettino Ermanno lo Storpio descrisse costruzione e uso dell’astrolabio. Nel 1175 a Toledo Gerardo da Cremona curò una traduzione
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Codice Trivulziano (1487) risulta che per proteggersi gli occhi usò la tecnica del foro stenopeico, cioè proiettò l’immagine del Sole come in una camera
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uno dei costi maggiori. Petreius usò fogli di 40 per 28 centimetri con in filigrana una P, la sua iniziale. Il rapporto fra queste misure fa sì che
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beute per uso alchemico fabbricate dai famosi soffiatori di vetro di Venezia.
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Ma neppure questa volta Galileo era destinato a lasciare il suo segno nell’onomastica astronomica. I “pianeti medicei” furono cancellati nell’uso
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