bel vaso è senz'altro un tocco in più alla casa quando aspettiamo ospiti. Compriamone uno solo però, per non trasformare il salotto in una serra e
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assolutamente da evitare è quello dello champagne o del prosecco col dolce, da accompagnare invece con un vino da dessert, un moscato, uno spumante dolce
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Ci sono due tipi di autoinviti, completamente diversi tra loro. Uno, dettato da affetto, intimità, grande amicizia, consiste nel cogliere qualunque
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. Ideali anche per le donne, come pure uno stile etnico, purché non sovraccaricato con paillette o gioielli importanti. Il festive attire richiede per lui un
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già preparato uno, e il nostro «in più» li costringerà a un imprevisto cambio (o peggio, a una furtiva sciacquata in cucina) di piatti e posate
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per i rifiuti; -in bagno, uno spazio per i suoi accessori da toeletta. Poi, riconosciamo ai nostri amici il diritto a godere di un po' di intimità, a
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in termini di bagno, se ce n'è uno solo, cerchiamo di non monopolizzarlo. Signore e fanciulle si portino da casa in abbondanza kleenex e salviette
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il tovagliolino appoggiato sulle ginocchia. A portata di mano, su un tavolino, uno o due vassoi di dolci (senza panna o creme), salatini e biscotti
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offrire un solo tipo di vino - di solito un bianco frizzante o uno spumante secco ben freddi - e due tipi di analcolici, accompagnati da stuzzichini
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un'importanza simbolica. Non lo hanno capito quelli che vanno all'opera in tuta da jogging o sfoggiano uno spezzato sportivo e scarpe con la para ai
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«zuppetta» intingendo la brioche nel cappuccino: al più possiamo spezzarne via via dei piccoli pezzi e intingerli velocemente uno alla volta nella tazza
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eventuali avanzi, in uno degli appositi cestini per rifiuti. -Il galateo non ci impone affatto di fare partecipare i vicini ai nostri spuntini. Chi è
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A bordo della Queen Mary o di un traghetto scassatissimo, uno dei piaceri della navigazione è senz'altro quello di scoprire la nave, passando da un
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; il fischio di una platea americana applaude uno spettacolo, in Italia lo stronca; il ruttino postprandiale che quasi dappertutto è considerato un
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di negozio in molti paesi orientali, ma anche in Norvegia (però non proviamo a chiedere uno sconto ai buoni vichinghi!). In tutta Europa la mancia è
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della ragazza, in questo caso saprà generosamente farsi da parte). Una sposa orfana può essere accompagnata dal patrigno o da uno zio, dal padrino di
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. Il pasto inizia così con un primo piatto (uno: gli assaggi e i tris di primi sono eccessivi e volgari), continua con un secondo di pesce e uno di carne
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sono tenuti a fare un regalo solo se... non l'hanno già fatto in occasione del matrimonio precedente di uno dei due. Il genitore che si risposa
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Il saluto migliore resta il classico «Buongiorno» o «Buonasera», seguito dal nome della persona, o da un appellativo. Uno solo. Ma come fare, se il
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impeccabili senza troppi problemi possiamo prendere a modello Lindsay Owen-Jones, potentissimo numero uno di L'Oréal Cosmair, il cui guardaroba «feriale
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Nella hit-parade dei conflitti tra colleghi, al numero uno c'è quello tra i fautori del caldo (con relativa avversione talebana verso gli spifferi) e
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»: ammettere uno sbaglio è un gesto onesto e apprezzabile, e apprezzato. Non tocca a noi pretendere di allacciare rapporti fuori dall'ambito lavorativo con
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arrivato in ufficio» sono informazioni da non dare. Anche sapersi liberare di uno scocciatore telefonico senza offenderlo è un'arte che si può
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il tasto «invia»: -che il nome del mittente e i dovuti riferimenti aziendali siano ben identificabili; -se i destinatari sono più d'uno, che i loro
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anch'io (una mia amica) lo stesso problema...» Se (beati noi) possiamo disporre di uno spazio tutto nostro, non trasformiamolo in una tana: rileggiamoci
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sappiamo ancora meglio che una scrollata di spalle, uno sguardo cattivo, una smorfietta sprezzante, una distrazione ostentata feriscono più di un insulto
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nascondendosi nelle toilette come uno scolaretto; anche all'aperto chiede il permesso ai vicini prima di accendere la sigaretta, e se ci sono persone
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, come crede, da quello del marito. Che però può anche non comparire affatto. Parlando l'uno dell'altra, diranno: «Mio marito», «Mia moglie», o «Carlo» e
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nelle occasioni attinenti esclusivamente il lavoro di uno dei due. L'unica differenza sta nel fatto che usano il proprio cognome nelle presentazioni e nel
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a porre dei limiti: è sgradevole, for-se, ma indispensabile per evitare che la festa degeneri in uno sciatto bivacco. Per prima cosa, contrattiamo il
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stesso livello. Se questo non accade (nel 99 per cento dei casi), impariamo a rifiutare uno svago che proprio non ci interessa, ma anche a non sentirci
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chiediamo il loro aiuto o contributo per la buona riuscita della serata - uno spazio nel frigo per i nostri cibi pronti, o delle sedie in prestito, o
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di non voler sapere ciò che faremo nel giro di cinque minuti, tanto «eventualmente ti faccio uno squillo». Perché è come dichiarare implicitamente
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destinatario non debba lambiccarsi il cervello cercando di indovinare, davanti a uno sgorbio incomprensibile, chi mai gli scriva da San Marino...
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fa rischiare vicinanze mal combinate. Il buon padrone di casa si fa uno schema preventivo dei posti a sedere, che poi «suggerirà» agli ospiti, senza
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secondo freddo, oppure che si può tenere in caldo su uno scaldavivande, elettrico o a fiamma, sistemato sul solito carrello) semplifica il servizio e ci
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-sitter è un vero toccasana per la vita di coppia. E per loro. - Se volete andare al ristorante con i figli, abbiate l'accortezza di sceglierne uno adatto
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causa di stress per i bambini: questo cristallizza uno stato d'animo che potrebbe trascinarsi per sempre. Ecco i messaggi da far passare: - Quando è
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perfetto per conoscerla a fondo: la tavola. Ciò che conta è che, tra i due commensali, seduti l'uno davanti all'altro, si crei uno stato di intimità
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di osservazione. Se a questo aggiungiamo qualche elemento di interpretazione del corpo avremo uno strumento di comprensione abbastanza preciso. Anche
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quelle coppie al ristorante dove lei e lui stanno vicini vicini uno di fronte all'altra, mano nella mano. Bene, osservate chi dei due ha le mani sopra
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tipo: «Mario, ti presento Giulia, una perfetta unione di grazia e talento informatico», «Giulia, ti presento Mario, è uno psicoterapeuta: è suo il
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, quasi tutti gli italiani non si pongono neppure la questione, la maggior parte inizia a mangiare, semplicemente. Molti «copiano» come si comporta uno
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gli ospiti-protagonisti in una sorta di favola, quando li facciamo muovere in uno scenario creato da noi con l'atmosfera che decidiamo di far
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zoologo di fama mondiale, Desmond Morris (il suo La scimmia nuda, negli anni Sessanta, fu uno dei grandi successi editoriali scientifici nel mondo), con le
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vera natura delle persone. In uno dei (pochi) ristoranti in Italia dove il servizio è impeccabile (spero sia ancora così), a Roma, arrivai con un gruppo
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salgono, più cresce il numero dei vini che dovrete servire. La base minima è due: uno a tutto pasto che può essere bianco o rosso, e un vino dolce se
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non deve generare ansia da prestazione, né insofferenza, ma deve costituire il preludio a uno dei più autentici piaceri della vita. Non siate bramosi
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, rosso e acqua) erano più riconoscibili. Quando invitate voi tenete presente che il numero minimo di bicchieri è due: uno per l'acqua e uno per il vino
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ben noto, è uno dei gesti più indelicati, importuni e intimi che si possano commettere. Al ristorante. il Premuroso è quello che aiuta il cameriere
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