lumeggiatore, è uno dei pochi veneti che, in alcune qualità, voglia seguire la nuova scuola pittorica. Talvolta la luce pare un fuoco del Bengala, e le
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di uno di quei palazzi archiacuti e arabi e bisantini, mezzo orientali e mezzo occidentali, che sono sparsi in tutte le calli e in tutti i rii della
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De’ ponti nuovi ce n’è uno brutto nel più ameno luogo della città, tra il molo della Piazzetta e il giardinetto del Palazzo reale, lì dove si vede l
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bugiardamente ingannare nessuno, immaginarla in uno stile moderno, che sveli a tutti come sia stata aggiunta? Le modificazioni, i perfezionamenti
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sepolcri Scaligeri; non dimentica i resti romani; ha fatto restaurare ammirabilmente quella Loggia del Consiglio, ch’è uno dei più eleganti edificii della
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Giovanni Battista, notò come il collo fosse troppo lungo; e per provarlo, chiamato uno schiavo, gli fece da un altro schiavo troncare subito il capo; poi
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Questi è il più giovane de’ quattro, e figliuolo di uno scultore che ha fatto di belle cose e, sebbene vecchio, lavora tuttavia, il Fantacchiotti
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ultimi mesi sopra uno de’ soggetti più singolari e nello stesso tempo più semplici e più ardui all’arte statuaria. Il coro nell’Agamennone di Eschilo
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così le forme del bel corpo, ha i piedi posati sopra uno di que’ sassi, che si mettono nelle vie fangose a intervalli per non inzaccherarsi. Già
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certo uno di quegli stornelli, che sembrano tanto soavi quando nelle gentilezze del beato paese di Siena si sentono accompagnati di lontano dalla campana
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Mentre pronunciavo queste ultime parole, si udì per di dietro uno scalpitare di cavalli. Mi schierai col Caffi da un lato della strada, perchè
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Dall’altra parte, quando pure uno stile potesse adattarsi opportunamente a certi generi di edificii, non ne deriverebbe già la conseguenza che si
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I pittori nuovi in che cosa si somigliano mai? Chi lo sa? E pure ne’ loro quadri si sente alitare uno spirito contemporaneo: c’è come il soffio di un
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La novità fondamentale sta forse in uno studio, che si può dal più al meno indicare a parole — lo studio dell’ambiente. Le commedie di Aristofane e
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Due giovani diversi d’arte e d’ingegno, Lombardi tutti e due, sono stati portati al cielo dagli uni e gettati a terra dagli altri: l’uno è il Cremona
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L'Idillio era un caro quadretto. L’artista per la prima volta s’appigliava al nudo e intendeva ad avere nel disegno uno stile. Vi riuscì. Quel
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livido, il colore scompare nel sudicio: e pure vi è colore, vi è chiaroscuro, vi è disegno. Il quadro sembra alla prima occhiata uno schizzaccio
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Lo scultore ha voluto mostrarci il Beccaria in vesta da camera. Nella mano destra tiene la penna, nella sinistra uno scartafaccio: pianta bene; anche
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farsi di una tale figura. Pare uno sbarbatello un po’ scrofoloso, il quale per la prima volta, vestitosi in costume da paggio, è ito al Veglione. Ha
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parrucche. È roba da un Borromini — lasciamo indietro il Bernini, ch’è troppo grande — da un Borromini rifatto artificialmente: lo sforzo di uno sforzo
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Salvator Rosa ed Esopo si sono trovati l'uno in faccia all’altro quest’anno fra 481 opere d’arte nella mostra di Brera. Tutti e due sorridevano di
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E bisogna sapere che Roberto Fontana, autore di queste Favole d'Esopo, è uno dei più sani e valenti pittori fra i giovani lombardi, uno di quelli da
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’è lasciato abbarbagliare il pittore Mancini, uno dei Milanesi di più libero, agile, sentimentale, colto spirito, e ha voluto che il suo giudizio
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superficie, ma uno bianco su fondo nero e l’altro nero su fondo bianco, oppure uno giallo su fondo azzurro e l’altro azzurro su fondo giallo, i due
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valevano a formare una maniera comune a parecchi, uno stile collettivo, una scuola, insomma, nel vecchio senso del vocabolo. Non sono ancora molti anni
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Così l’architetto scansalo statuario. Si volgono le spalle; non si stimano o non si conoscono. Quando per caso s’incontrano nella via e l’uno stende
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dicono una sbozzatura, uno strapazzamelo, e accusano l’artista di pretensiosa impazienza. Non sanno quanti vani tentativi, quante lunghe fatiche, quanto
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vaghe, diventano meno spiegabili. Definire uno stile, scoprirne gli elementi, studiarne la essenza, ponderarne le qualità, è sempre un impaccio; ma per il
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grosso latino: quod tabernacula in voltis fìnestrarum non sunt nec habent suas rationes nec mensuras, et figurae ibidem sunt minus magne de uno brachio
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Questa esposizione universale di Vienna è magnifica ed è un tormento di spirito. Si ammira tanto che l’ammirazione finisce in uno sbadiglio. Tra
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’aspettare i frutti. I nostri giardinieri lavorano tutti uno ad uno, indifferenti o sprezzanti delle coltivazioni vicine, padroni assolutissimi della propria
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che uno spettatore ingenuo, il quale non cercasse in una opera d’arte se non una emozione e un diletto!
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Siede sopra la cuna: ha il putto nudo sulle ginocchia; gli tiene debolmente al pugno uno dei braccetti, e, incurvato, rattenendo il respiro, fìssa il
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con una maestrìa di mano da parere inarrivabile. E pure, chi non sente che vi è uno sforzo? Chi non prova, guardando il gruppo, come uno spostamento di
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millesettecent’anni addietro. È una pagina ammirabile e singolare, massime per uno stoico.
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Fra tanti artisti, che tirano a sciogliersi da ogni ceppo scultorico, dopo il Monteverde genovese, pigliamone uno nell’estrema Sicilia ed uno nella
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nostri occhi: lo Spartaco di uno statuario, che non è cavaliere della Legion d'onore, e che ha da poco tempo finita la sua pensione di Villa Medici
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che uno ci deve mettere, consiste l’ideale del colore in sè. Ma mentre per il disegno c’è la fotografia, che ne dà la conferma, per la plastica il
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finalmente una lingua naturale ed intesa da tutti: avrà ciò che le manca da un pezzo, uno stile.
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’arte nelle singole opere, negli artisti uno ad uno. Poi si caverà forse dalla varietà delle cose e delle osservazioni un giudizio totale, posto che da
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, le vacche, i cani, le bestie da pollaio: vario, vero, sempre nobile nelle grandissime e nelle piccole tele: spedito e dotto: uno de’ rarissimi che
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uno soltanto, l’austriaco Kurzbauer, che ci mostra una vecchia signora, seguita dai domestici, la quale entra in una osteria di campagna e fissa con
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senza l’ombra dello stento, quasi per uno scherzo del genio dell’arte. E come la facilità, sia pure solo apparente e superficiale, è gradevole, così la
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dipinti storici del Wauters, con belle figure dignitose e ottime teste; finalmente tre quadri del Lagye di solida pittura, uno poi eccellente, che
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Una sera, nell’ora del crepuscolo, scendevano da Castel Sant’Elmo uno scultore di Bologna, montato sopra un piccolo asinelio grigio, un architetto di
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Uno sta seduto sopra un bel subsellium portato da sei gambe tornite, e piega il capo innanzi, immerso nel sopore; la mano destra poggia arrovesciata
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Bisognava iniziarsi alla professione; ma come fare se gli mancava uno studio? La camera, in cui dormiva, era tanto piccola, che non poteva bastare a
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confuso intrecciarsi di pieghe. Nell’uno dei fianchi la carta del Cavour, il ginocchio, il piede e la corona dell’Italia scappano fuori dal contorno qua e
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avevano voglia, egli si metteva di contro ad uno specchietto, e copiava in creta la sua propria faccia; poi, per istudiare la forma delle mani, guardava
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Il Duprè, non avendo dunque nell’opera di Torino uno stile che scaturisse a dirittura dal fondo dei concetti, doveva cercarlo di qua e di là con
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